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Tra Oriente e Occidente

di Nicolai Lilin - Alessio Caschera - 22/09/2014

Fonte: L'intellettuale dissidente


Come si vive in Russia questa nuova "guerra fredda"? Quali possibili scenari possiamo aspettarci in Caucaso? Qual è il significato di Oriente ed Occidente oggi? Lo abbiamo chiesto a Nicolai Lilin, scrittore e saggista russo naturalizzato italiano, autore, tra gli altri, del romanzo "Educazione siberiana".

  

In riferimento a quanto sta accadendo in Ucraina, dal suo punto di vista, in Russia come è percepita la situazione? C’è un sentimento di accerchiamento? Possiamo parlare di un ritorno a un clima di “guerra fredda”?

Sì sicuramente, i russi vivono questo clima non solo adesso per l’Ucraina. In Russia si vive questo clima da molto tempo, i russi si sono sentiti traditi dai paesi occidentali, dagli Stati Uniti in primis. Mi riferisco al periodo post Gorbaciov, se ricordiamo tutti gli accordi firmati tra Russia e rappresentanti occidentali, NATO, varie strutture bancarie e grandi paesi come gli USA, la gran parte dei punti importanti trattati non sono stati rispettati dai partner occidentali. Il punto più importante riguarda la questione bellica. La NATO in 14 anni si è spostata in avanti verso le frontiere della Federazione russa. Personalmente, come persona di media cultura ma abbastanza informata, non capisco perché la NATO esista ancora, perché dopo che è crollata l’URSS ha continuato ad esistere? La NATO era nata per far fronte alla minaccia sovietica ora, non esiste più. L’URSS ha cessato di esistere, è stata smembrata dall’interno, perciò i russi sono preoccupati in questa fase per via dello sviluppo di questi meccanismi geopolitici che partono da truffe ad alto livello, come il non rispetto degli accordi sul disarmo sul nucleare, accordi economici, tutto questo ci mette ansia. I partner occidentali fanno un gioco sporco nei confronti della Russia, la minacciano, per questi motivi tanti russi vedono l’Occidente come un potenziale nemico, purtroppo

Lei ha avuto posizioni critiche su Putin e sul suo governo, tuttavia come crede stia agendo in questa fase? Può essere il leader di un futuro mondo multipolare, opposto a quello unipolare americano?

Mah, io sono molto critico nei confronti di Putin, da ex cittadino russo. Nonostante sia italiano a livello legale, e la mia patria ora è questa, dove vivono i miei figli è qui che è il mio futuro, comunque non ho smesso di interessarmi alla Russia ed esprimo opinioni, continuo a seguire la politica, frequento il paese e vado spesso lì, quindi, ciò che avviene mi tocca. Critico Putin perché vorrei qualcosa di meglio per la Russia. Sogno un paese più forte, governato da persone più colte, senza corrotti; mi piacerebbe che la Russia avesse un governo diverso. Se però, vogliamo parlare di come è gestito il confronto attuale tra Russia e USA, ovviamente il governo russo è imparagonabile a quello americano. Gli amministratori russi si stanno dimostrando più colti e democratici dei loro colleghi americani. Gli americani fanno un gioco da disperati guerrafondai,che usano tutti i modi, anche illegali e disumani, per portare acqua al proprio mulino. I russi hanno preso le difese del loro paese. Sono in contatto con diverse persone in Russia, militari, delinquenti, ingegneri, intellettuali e gente semplice, tutti, in maggioranza,sostengono Putin. Anche chi era critico e poteva simpatizzare la “quinta colonna”, ossia i disssidenti sponsorizzati dagli Stati Uniti, anche loro, oggi, sostengono Putin perché per loro, le posizioni che ha preso sull’Ucraina e sulle sanzioni sono sagge, perciò è molto popolare.

C’è secondo lei in atto un tentativo di destabilizzazione della Russia con mezzi più o meno subdoli? Anche tramite gruppi di protesta come le Pussy Riot, tra l’altro invitate in una delle più prestigiose università del mondo, Harvard, per tenere una lezione?

In realtà questi eventi sono stati presi sul serio solo qua in Occidente. Non capisco come si possa essere così ciechi, così sordi e così stupidi nel pensare che ciò che è avvenuto con il gioco di queste ragazze rappresenti un sentimento politico-sociale e rispecchi qualcosa a livello interno russo. Sono un gruppetto di teppiste che non dovevano nemmeno finire nelle prime pagine. Ovviamente, tutto è stato gonfiato, sono sponsorizzate da Soros e dagli americani, e il loro atto di teppismo nella chiesa di Cristo Salvatore è stato visto, in Occidente, come una ribellione contro il governo e la classe dirigente. Qui è necessario però fare una premessa. Quello che l’occidente non ha capito,e spesso trascura, è la storia. L’Occidente è cieco verso la storia, va avanti come un commerciante che vuole raggiungere il suo obiettivo senza andare troppo a fondo nelle situazioni, questo è il modo di fare anglossassone. Mandare queste ragazzine a fare quell’atto di teppismo nella chiesa di Cristo Salvatore è stato il piu grande sbaglio degli americani. Loro hanno portato in un secondo l’opinione pubblica russa contro queste esibizioni che facevano queste qua, queste Femen pagate, le Pussy Riot etc. Prima i russi non erano contrari, i russi sono un popolo curioso, succedono molte cose in Russia c’è molta opposizione, le cose che dicono qua, che noi spariamo ai giornalisti o facciamo cose brutte a chi va contro Putin sono bugie. La stampa è piu libera e democratica che in Occidente, ci sono giornali che parlano male di Putin, ci sono radio che vanno contro il governo, e nessuno li chiude, nessuno spara e li uccide. Questa percezione che si ha in Occidente, c’è da dire, è stata aggravata dalla tragedia della Politkovskaya. Questa donna è stata uccisa non da Putin e non perché parlava contro di lui, bisogna dirlo. Ancora oggi si nomina Anna Politkovskaya come se fosse stata uccisa da Putin in persona. A me non è simpatico, ma vi assicuro che i servizi segreti, a casa loro, non ammazzano a pistolettate nessuno, usano altri mezzi come finti suicidi , incidenti e altre cose. Per eliminare qualcuno non sparano a una donna in ascensore con le buste della spesa. Questo lo hanno fatto i nazionalisti dell’esercito che, erano contrari ad alcune dichiarazioni che lei aveva fatto sulla corruzione nelle forze armate. Perciò, hanno pagato i loro amici ceceni, cirminali, con i quali trafficavano, e questi due fratelli ceceni hanno fatto il lavoro. Qua non si dice perché è comodo presentare la morte di questa giornalista come un simbolo di morte per motivi ideologici. Tornando alle Pussy Riot, hanno fatto il loro show nella chiesa di Cristo Salvatore. La chiesa è stata costruita dopo la guerra del 1812 contro Napoleone, con i soldi del popolo povero; è la chiesa del popolo donata allo zar e alla borghesia. E’ un momento importante perché, abbiamo capito che ci poteva essere un’ unione che andava oltre alla consapevolezza del cristianesimo ma che era legata alla dignità umana; un filo ,quindi, che lega zar, borghesia e schiavi. E’ stato l’inizio della nascita della grande Russia. Da qui si è forgiato il grande popolo russo che, dopo 40-50 anni si è consoldiato. Sono nati grandi intellettuali ,lotte sociali importanti, ricordiamo Tolstoj,Turgenev, loro partono tutti da questo momento di unione del popolo avvenuto dopo la guerra del 1812, quando gli schiavi hanno combattuto per la libertà della terra con i padroni sfruttatori. Per i russi la chiesa non rappresenta solo luogo sacro ma anche un ricordo dell’unione del primo vero popolo russo, dove gli schiavi hanno smesso di essere tali e hanno potuto dire, sì, noi abbiamo partecipato e vinto tutti insieme. Queste ragazzine, facendo quest’ azione, si sono girate contro il popolo russo e hanno favorito la popolarità di Putin. Vi ricordo che loro hanno offeso due entità in chiesa: prima la Madonna e secondo Putin. Inconsapevolmente hanno messo Putin insieme con la divinità. Pensando di fargli male gli hanno fatto bene. Gli americani, ormai, essendo disperati, stanno progettando male le loro azioni come appunto questa qui delle Pussy Riot.

Tornando al Caucaso, lei ha un rapporto particolare con la Transnistria, crede possa essere una nuova Crimea?

Non so se diventerà una nuova Crimea. Annettere alla Russia la Transnistria, che si trova in una situazione geopolitica così difficle e compromessa, è difficile. Vi ricordo che, la Transnistria, è stato il primo territorio dove è scoppiata la guerra in URSS. Da lì sono partiti gli altri conflitti locali, ma geopoliticamente importanti, che hanno trasformato le terre in cuscinetti geopolitici, come l’ Abkhazia, l’Ossezia. Sono terre non riconosciute che però esitono, che hanno rapporti strani con la Russia,che li tratta come protettorati ma non li riconosce, così si creano situazioni strane che durano da molto tempo. Dal ’92 la Transnistria è sopsesa nel vuoto, ma nonostante ciò, le persone hanno un passaporto, una moneta, un governo ed un esercito. Ci sono interessi internazionali fortissimi. Adesso sono in contatto con molti lì e vi posso dire che c’è preoccupazione. Ci sono consulenti americani in Moldavia, militari lituani che si preparano con rumeni e moldavi nei boschi sulla frontiera con l’Ucraina e non si sa se lo fanno per intervenire nel Donbass o per prendere la Transnistria. Chi sogna di fare una nuova guerra lì è un pazzo. Infatti, oltre all’esercito locale, oltre a molti volontari, c’è l’esercito russo e nessuna agenzia, nemmeno la CIA, è riuscita a capire quanti siano questi russi, che armi abbiano. Lì in Transnistria, c’erano le testate nucleari che poi, quel ladro di Eltsin fece sparire. Fu proprio con la sua benedizione che tutto il paese è stato svenduto, demolito derubato. E, tra le altre cose, sono spariti 150 ordigni nuclerari attivi. In Transnistria ci sono ancora strutture per la conversione nucleare, quindi, è probabile che questi ordigni siano ancora nei dopositi russi e in basi segrete. Fare una guerra in questo paese è una follia. La Russia non lascerà mai la Transnistria e gli abitanti combatteranno fino all’ultimo sangue. Gli americani possono solo fare una guerra per interposta persona, non possono fare come fanno in Medioriente, possono solo supportare forze di terra che, però, non sono abbastanza forti; i russi li sconfiggerebbero in breve tempo. In Ucraina, ad esempio, i ribelli che erano armati male, hanno fatto a pezzi lo stesso l’esercito ucraino, che ora piange e chiede aiuto alla NATO. La Transnistria è in questa situazione. Non so come andrà a finire. Se sono pazzi, e cosa è accaduto in Ucraina lo dimostra, è possibile che con le forze che hanno in Moldavia possano fare una guerra. Ma è un suicidio per tutti, anche per gli americani. L’ America non è più popolare, stanno mostrando la loro faccia, Obama lo odiano. L’Europa tra cinque anni non lo vedrà più come un alleato, ma come un sanguinario dittatore.

Nel suo ultimo libro, Serpente di Dio, i protagonisti sono due ragazzi uno musulmano e uno cristiano. Quanto è importante il rapporto interreligioso e quali sono i rischi di un’eventuale recrudescenza del terrorismo islamico in posti come la Cecenia?

No, in Cecenia il fondamentalismo rappresentava una minaccia negli anni ’90. Ricordiamo che, quando parliamo di fondamentalismo, dobbiamo lasciare da parte il vero Islam, la vera religione dei nostri fratelli musulmani. Parlando di fondamentalismo dobbiamo chiarire che questi non sono religiosi, dobbiamo smettere di tratttarli come tali e di pensarli come fedeli legati all’Islam. I fondamentalisti sono criminali, delinquenti, sponsorizzarti dagli anglosassoni, a partire dalla rivolta organizzata dagli inglesi con Lawrence d’Arabia, che è stata strombazzata in occidente come una grande azione perché ha permesso di arrivare al petrolio e sconfiggere l’Impero Ottomano che era un impero ben organizzato che aveva sì le sue parti buie e negative, ma che, però, funzionava ed aveva la sua storia e la sua sovranità. Quando fu abbattutto e sconfitto, è stata organizzata la rivolta araba e da lì è nato il fondamentalismo, prima non c’era. Il fondamentalismo nasce dall’Occidente, è quello che gli occidentali furbi hanno inculcato a queste tribù, troppo indietro nello sviluppo geopolitico, che avevano ancora una visione filosofica di vita arcaica, di guerrireri onesti. Gli mancava la geopolitica moderna, loro non distinguevano un bugiardo e uno onesto, per questo gli inglesi li hanno presi in giro come Lawrence e altri. Poi la palla è andata agli americani e sappiamo che tutto l’aumento del terrorismo è dovuto al finaziamento che arrivava dall’America, parliamo di Al-Qaeda, creata per affrontare i sovietici in Afghanistan, per arrivare all’ISIS che nient’altro è che una creazione americana. In Caucaso non si rischia. In tutti i paesi caucasici non c’è pericolo del jihadismo, di strutture terroristiche, anzi, li combattono. I musulmani che sono lì si sentono legati alla patria russa e loro stessi si chiamano russi perché, chiamarsi russi è per noi un modo di indentificare la propria appartenenza storica. Poi, ognuno ha le sua origini, come me, che sono: siberiano, tedesco, ebreo, bulgaro, russo e ho anche un parente cinese, come i ceceni, che sono misti con i georgiani con i russi e i daghestani. L’ importante è sapere che, il Caucaso, si identifica con la Russia e, questa identità, impedisce la crescita della minaccia fondamentalista.

Data la sua esperienza di vita, ha vissuto esperienze particolari e conosce varie dinamiche; cosa rappresentano per lei Oriente ed Occidente?

Leggo molti lavori di geopolitici, li seguo nei giornali, in internet e vedo che, nella visione moderna, questi mondi spesso vengono rappresentati come pianeti diversi, lontani, incompatibili e sembra che debba succedere sempre qualcosa, uno scontro violentissimo che si trasformerà in guerra totale, parlo di Cina e USA perché, ultimamente, si parla solo di questo. La geopolitica è una materia che non unisce le idee, è purtroppo un contenitore cattivo, si deve mettere in conto che si entra nella chiesa di Satana quando si consultano libri così, devi sapere che è la parte buia della mente umana, della politica e della sociologia. E’ un male creato dagli anglosassoni come metodo per governare il mondo, per capire come farlo. Una scienza di dominio. Per una persona come me, con la mia mentalità, questo è un male. Dominare è un male, io credo che siamo tutti fratelli che ognuno debba avere le sue sicurezze sociali e che ci debba essere rispetto ed uguaglianza. Purtroppo quando pensiamo a questi due mondi diversi, Oriente ed Occidente, noi già dentro percepiamo odio per il diverso. Spesso si sente dire: “ Bastardi cinesi che vengono qui e rubano il lavoro”, senza capire che ci sono anzitutto colpe nostre. Il cinese arriva qua per colpa nostra. Se il cinese compra il bar che da trent’anni è della famiglia italiana non è colpa del cinese, è colpa degli amministratori. Per tornare alla divisione Oriente-Occidente, mi farebbe piacere se i giovani occidentali tornassero alla visione di un grande uomo, un veneziano: Marco Polo. Se in qualche modo si riuscisse a vedere il mondo come un territorio inesplorato, non compreso fino in fondo, con la stessa curiosità di Polo, credo riusciremo a sviluppare delle nuove forme di azione. Quando riusciremo a trasformare la geopolitica da scienza di dominio a politica di convivenza, avremo vinto, ma per fare questo dobbiamo partire da noi. Come possiamo parlare di grandi problemi internazionali, di geopolitica, di cambiare il mondo o di portare democrazia quando da noi, in Italia, c’è il terzo governo non eletto da nessuno? Questo è ridicolo.

Intervista a cura di Alessio Caschera