Quante vite siriane valgono le vite di Greta e Vanessa?
di Renato F. Rallo - 05/01/2015
Fonte: L'intellettuale dissidente
Lasciamo perdere il tema del “non sprechiamo soldi pubblici per salvare due sprovvedute”, perché questo argomento, figlio della peggior ortodossia grillina, non regge neanche un secondo di fronte a due vite umane. Lasciamo anche perdere la grettezza che affligge i sostenitori della teoria “Greta e Vanessa se la sono andata a cercare”, perché la cooperazione internazionale è esattamente andarsela a cercare ed è impensabile criticarla senza entrare nel merito politico di ogni caso.
Potremmo allora dividerci sulle ragioni che hanno spinto le due italiane ad entrare clandestinamente in uno stato in guerra, ma non è neanche questo, oggi, il cuore della questione. Pagare milioni di dollari ad un gruppo di islamisti per il riscatto di Greta e Vanessa ha a che fare con l’idea che abbiamo di compassione, a meno che per “compassione” non intendiamo qualcosa che si applica solo verso le persone che parlano italiano.
Quante Grete e Vanesse siriane verranno stroncate dai proiettili che compreremo agli islamisti con i soldi del riscatto? Quante loro coetanee saranno costrette a migrare come bestiame, trasportate su navi cargo ed abbandonate al largo delle coste europee, mentre nuova benzina verrà usata per bruciare le loro case? Quante altre famiglie verranno distrutte dalla guerra di difesa che uno Stato sovrano sta combattendo contro una miriade di gruppi jihadisti tenuti in vita da finanziamenti esteri? Altre mille? Altre diecimila? E fino a che numero saremo disposti a non guardare?
Facciamoci due calcoli, stabiliamo fino a quale nazionalità sentiamo compassione per la vita umana, e poi prendiamo una decisione. Alla faccia dell’internazionalismo.