Gli sporchi trucchi di Erdogan con il SIIL
di F. William Engdahl - 25/08/2015
Fonte: Aurora sito

Affarucci di famiglia
La prima fonte di finanziamento del SIIL oggi è la vendita del petrolio iracheno dai giacimenti della regione di Mosul, dove ha una roccaforte. Il figlio di Erdogan permetterebbe l’esportazione di petrolio del SIIL. Bilal Erdogan possiede diverse compagnie marittime ed avrebbe firmato contratti con società operative europee per trafficare in petrolio iracheno rubato in diversi Paesi asiatici. Il governo turco acquista petrolio saccheggiato dai pozzi di petrolio iracheni occupati. Le compagnie marittime di Bilal Erdogan hanno moli speciali nei porti di Beirut e Ceyhan contrabbandando il greggio del SIIL su petroliere dirette in Giappone. Gursel Tekin vicepresidente del Partito Popolare Repubblicano turco ha dichiarato in una recente intervista a media turchi, “il presidente Erdogan afferma che secondo le convenzioni internazionali non c’è infrazione legale nelle attività illecite di Bilal, e suo figlio fa affari ordinari con società giapponesi, ma in realtà Bilal Erdogan è complice fino al collo del terrorismo, ma fin quando suo padre resta in carica sarà immune da ogni inchiesta giudiziaria”. Tekin aggiunge che la compagnia marittima di Bilal che traffica il petrolio del SIIL, BMZ Ltd, è “un affare di famiglia e parenti stretti del presidente di Erdogan, di cui detengono le azioni, abusa di fondi pubblici e prende prestiti illeciti da banche turche”. Oltre al redditizio contrabbando di petrolio di Bilal per il SIIL, Sumeyye Erdogan, altra figlia del presidente turco, gestisce un ospedale da campo segreto in Turchia appena oltre il confine con la Siria, dove i camion dell’esercito turco ogni giorno trasportano decine di jihadisti feriti del SIIL, e ne inviano altri per la sanguinosa jihad in Siria, secondo la testimonianza di un’infermiera reclutata per lavorarvi fin quando non fu scoperto che è un’alawita, come il presidente siriano Bashar al-Assad, che Erdogan è deciso a rovesciare. Il cittadino turco Ramazan Basol, catturato questo mese dalle Unità di Difesa del Popolo curdo, YPG, mentre cercava di unirsi al SIIL dalla provincia di Konya, ha detto ai suoi carcerieri che fu inviato presso il SIIL dalla setta di Ismail Aga, una setta rigorista islamica turca che afferma di essere legata a Recep Erdogan. Secondo Basol la setta recluta membri e fornisce supporto logistico all’organizzazione islamista, aggiungendo che la setta addestra i jihadisti a Konya e li invia alle bande del SIIL in Siria.
Secondo l’analista geopolitico francese Thierry Meyssan, Recep Erdogan “ha organizzato il saccheggio della Siria, smantellato le fabbriche di Aleppo, capitale economica, e rubato i macchinari. Inoltre, ha organizzato il furto dei tesori archeologici e creato un mercato internazionale ad Antiochia… con l’aiuto del generale Benoit Puga, Capo di Stato Maggiore francese, ha organizzato un’operazione false flag per provocare la guerra con l’Alleanza Atlantica, il bombardamento chimico di Ghuta a Damasco, nell’agosto 2013“. Meyssan sostiene che la strategia in Siria di Erdogan fu inizialmente segretamente coordinata con l’ex-ministro degli Esteri francese Alain Juppé e il ministro degli esteri Ahmet Davutoglu, nel 2011, dopo che Juppé convinse un titubante Erdogan all’idea di sostenere l’attacco al tradizionale alleato turco, la Siria, in cambio della promessa del sostegno francese all’adesione della Turchia all’Unione europea. La Francia poi si ritirò lasciando Erdogan continuare il bagno di sangue siriano, soprattutto per mano del SIIL. Il generale John R. Allen, nemico della strategia di pace con l’Iran di Obama, ora inviato diplomatico degli USA per coordinare la coalizione contro lo Stato islamico, ha violato il suo mandato incontrando Erdogan “promettendogli di creare una “no-fly zone” di 150 km in territorio siriano, lungo il confine con la Turchia, presumibilmente per permettere ai rifugiati siriani di fuggire dal loro governo, ma in realtà per applicare il “piano di Juppé-Wright”. Il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha rivelato il sostegno degli USA al piano sul canale televisivo A Haber, facendo bombardare il PKK”, aggiunge Meyssan.
Non ci sono mai vincitori in guerra e la guerra di Erdogan contro Assad in Siria lo dimostra. La Turchia e il mondo meritano di meglio. La famosa politica estera “zero problemi con i vicini” di Ahmet Davutoglu ha creato enormi problemi a tutti i vicini a causa delle velleità di Erdogan e della sua banda.
F. William Engdahl è consulente di rischio strategico e docente, slaureato in Scienze Politiche all’Università di Princeton è autore di best-seller su petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online New Eastern Outlook.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora