Perché gli USA hanno perso la partita in Siria?
di Valentin Vasilescu - 28/09/2015
Fonte: Aurora sito

Il paradosso del XXI secolo è che gli interessi di un piccolo sultanato feudale, creato artificialmente e al di fuori di qualsiasi regola democratica (Qatar), che non ha nulla di significativo per l’umanità, stia fisicamente demolendo varie aree geografiche con cimeli storici millenari. Se le Nazioni Unite funzionassero davvero, il Qatar dovrebbe pagare centinaia di miliardi di dollari per ricostruire la Siria. Nel 2014, gli Stati Uniti stanziarono 500 milioni di dollari per reclutare, addestrare e armare i ribelli presumibilmente “moderati” della coalizione araba siriana e mandarli a combattere contro l’esercito nazionale siriano. Inoltre, gli USA introducevano in Siria 1500 missili anticarro BGM-71E (TOW). I combattenti della coalizione araba siriana in Turchia sono addestrati da istruttori delle forze speciali degli Stati Uniti nel gestire ogni tipo di arma ed esplosivi, e sviluppare competenze nell’organizzare la guerriglia urbana. Un’altra specializzazione era creare in territorio siriano depositi segreti di armi e munizioni (paracadutate dai militari degli Stati Uniti). Nel nord della Siria, il secondo gruppo di commando chiamato Squadrone 30 con 70 combattenti addestrati dagli Stati Uniti, si presentava al gruppo di Jabhat al-Nusra, il ramo siriano al-Qaida. Del primo gruppo di commando, 54 combattenti addestrati dagli statunitensi, solo 10 seguivano gli ordini dell’US Army, il resto ingrossava Jabhat al-Nusra.
Intanto la Russia cerca di far fronte con l’Iraq nel contrastare il piano B del Qatar Petroleum, fornendo 56 elicotteri d’attacco Mi-28NE e Mi-35. La Russia ha poi fornito all’Iraq 12 aerei Su-25, soprannominati “cacciacarri” e con un accordo mediato dalla Russia, 7 altri aerei Su-25 furono restituiti all’Iraq dagli iraniani, inviati nella base aerea al-Balad, in Iraq, il 13 luglio 2015 per combattere contro lo SI. Mentre gli statunitensi hanno gravi disaccordi con il personale da loro addestrato e l’Arabia Saudita, le truppe di terra della Russia a sostegno dell’esercito siriano già cominciano ad operare in Siria. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu visitava Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin, discutendo dei dettagli di un meccanismo per coordinare le operazioni di volo, navali e di guerra radioelettronica in Siria, per eliminare scontri accidentali e costringere Israele a non infiltrare i ribelli ed evitare l’incursione dell’esercito israeliano in Siria, non avendo Israele alcun interesse diretto nel gasdotto. L’adozione del meccanismo di coordinamento e la sospensione dell’azione militare d’Israele sono essenziali per la libertà d’azione dei russi nelle operazioni aria-terra in conformità ai piani previsti per la Siria. Per capire il gioco a scacchi della Russia, si veda il link qui.
Ancora più interessante è l’Arabia Saudita dettasi per la prima volta concorde con la proposta russa, vale a dire che Bashar al-Assad rimanga presidente nel periodo di transizione, secondo il generale saudita Anwar Ishqi. Ciò equivale a capitolazione e sospensione degli aiuti ai ribelli siriani. Perciò. il progetto europeo del Qatar Petroleum è finalmente sepolto a favore del progetto congiunto russo-iraniano.Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora