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L'Europa economica secondo il "Corriere Economia"

di Carlo Gambescia - 26/09/2006

 

Una buona lettura per capire dove vogliono andare quelli che una volta venivano liquidati con l'epiteto di "padroni", e in genere l' Europa che conta, è probabilmente quella del Corriere Economia.
Nelle ultime settimane sono seguiti nell'ordine: un attacco all' "Hezbollah spa" (4 settembre), liquidata come un'associazione finanziaria a delinquere (ovviamente usando fonti israeliane e statunitensi); un altro attacco durissimo al sindacato, sul nodo della "rappresentatività", ovviamente per delegittimarlo (11 settembre); una celebrazione gratuita del modello americano di Media Company, basato su internet (18 settembre ), e infine, ieri, addirittura la presentazione di un piano di riorganizzazione dell' economia europea basato sul libro, appene uscito di due professori ultraliberisti: Francesco Giavazzi e Alberta Alesina, Goodbye Europa. Cronache di un declino economico e politico (Rizzoli, guarda caso...).
Due intere pagine che rappresentano, come dire la ciliegina sulla torta, dopo un mese di onesta disinformazione economica... Ecco le sei proposte riorganizzative: creazione di un'Authority europea per le banche; l'introduzione di una "tassa per licenziare"; la "green card" per gli immigrati" ; la completa fusione tra università e imprese private; la possibilità di iniziare qualsiasi attività commerciale nel giro di quattro giorni; tagli a pensioni, sanità e a ogni altro genere di "sussidio", compresi quelli economici ai piccoli quotidiani (che, guarda caso, sono ormai le uniche voci libere in Italia...); e, infine, la possibilità per la Bce di discriminare, nell'acquisto di titoli pubblici, tra paesi economicamente "virtuosi", secondo il dettato liberista, e paesi, come l'Italia, che invece non lo sarebbero.
Il "messaggio" racchiuso nelle due pagine è forte e chiaro (e probabilmente diretto al governo Prodi): Più America, più tagli, meno garanzie per tutti. E si tratta di un "segnale" sostanzialmente condiviso dai vari intervistati, chiamati a rispondere sulle sei proposte.
Perché l'idea di istituire un'Authority europea sulle banche, significa soltanto che i "padroni" sono scontenti dell'operato della Bce. Il che è tutto dire. L'introduzione di un "tassa per licenziare", oltre che aberrante in sé, perché colpirebbe la parte più debole di ogni rapporto di lavoro (il dipendente), consentirebbe alle aziende di liberarsi, pagando quattro soldi allo Stato, dei lavoratori più "sindacalizzati". Mentre la "green card" su modello americano, rafforzerebbe il sistema delle quote, permettendo ai gruppi di interesse economico, di gestire il lavoro straniero, come qualsiasi altro bene economico: utilitarismo allo stato puro. Quanto allo stretto rapporto tra università e imprese private, basti dire, che determinerebbe la sottomissione totale della ricerca scientifica al mercato privato, favorendo in nome del "ritorno economico" di ogni investimento, la rapida scomparsa delle antieconomiche, e dunque superate, facoltà umanistiche Non solo: le facoltà di scienze sociali verrebbero trasformate in alte scuole per la formazione di specialisti in pubblipolitica e in tecniche e sondaggi di opinione. Quanto alla moltiplicazione delle imprese ( favorita dalla facilità di apertura...), basti aggiungere, che si tradurrebbe in una moltiplicazione dei fallimenti, e conseguentemente, nell'aumento del volume di affari per strozzini e usurai ( ci scusiamo per la durezza del linguaggio). Infine consentire alla Bce di penalizzare i titoli pubblici italiani, sconsigliandone indirettamente l'acquisto, implicherebbe una serie di distruttive reazioni a catena per la nostra economia, come nota persino, in un momento di resipiescenza, uno degli intervistati, Martin Wolf del Financial Times .
Insomma, l'Europa economica auspicata dal Corriere della Sera, dovrebbe sempre più assomigliare agli Stati Uniti. Ma solo sul piano economico ( e purtroppo sociale...). Dal momento - e questo in via Solferino lo si sa perfettamente - che solo rinunciando a competere con gli Stati Uniti sul piano politico, si potrà avere un'Europa, più integrata economicamente agli Usa. Ma per far questo - ecco la controindicazione - l'Europa dovrà restare politicamente militarmente, come dire, in serie B... Un nano politico e militare. E guarda caso il Corriere della Sera e quello Economia si sono sempre guardati bene, soprattutto con l'avvento della direzione Mieli, di affrontare problema dell'autonomia politico-militare europea.
Perciò insistere sul liberismo puro significa puntare su un'Europa sempre più sottomessa al potere politico e militare degli Stati Uniti. Ogni provvedimento di stampo liberista accresce la nostra dipendenza economica dagli Usa. Ora, che lo auspichino i "padroni" è scontato: il denaro non ha alcun colore politico. Ma siamo sicuri che gli europei siano dello stesso avviso? Gli Stati Uniti possono essere il nostro destino?