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Il nuovo terrore avanza in Iraq

di Patrick Cockburn - 27/09/2006

 

L'Iraq è in uno stato di anarchia primitiva. Il paese è troppo pericoloso e ciò impedisce ai giornalisti di denunciare cosa sta avvenendo. Il rapporto Onu bimestrale è pressoché l'unica indagine neutrale e obiettiva sulle condizioni del paese. E il vero numero di civili uccisi è probabilmente molto superiore a quello noto perché, al di fuori di Baghdad, le morti non sono registrate

La repubblica della paura è rinata. Lo stato di terrore che attanaglia ora l'Iraq è tanto forte come lo era sotto Saddam Hussein. Ieri l'investigatore speciale sulla tortura delle Nazioni Unite ha detto che la tortura nel paese può essere persino peggiore di come era durante il suo regime.

“La situazione riguardo alla tortura ora in Iraq è completamente fuori da ogni controllo,” ha dichiarato Manfred Nowak. “La situazione è talmente critica che molti sostengono che è peggiore di come era ai tempi di Saddam Hussein.”

Il rapporto, redatto da un imparziale funzionario senior dell'Onu, è in stridente contrasto con le speranze di George Bush e di Tony Blair, quando nel 2003 promisero di portare la democrazia e il rispetto dei diritti umani al popolo iracheno. Le brutali torture commesse nelle prigioni del regime rovesciato nel 2003 sono attualmente emulate e superate nei centri di detenzione del governo iracheno appoggiato dal presidente Usa e dalla Gran Bretagna. “I corpi dei detenuti mostrano segni di maltrattamenti effettuati utilizzando cavi elettrici, ferite in differenti parti del loro corpo, comprese la testa e i genitali, ossa rotte nelle gambe e nelle mani, bruciature elettriche e di sigaretta,” afferma in un nuovo rapporto l'ufficio dei diritti umani della Missione di Assistenza Onu in Iraq.

Gli orrori della camera delle torture che hanno portato l'Iraq di Saddam Hussein ad essere etichettato “La repubblica della paura”, dal libro di Kanan Makiya così intitolato, sono nuovamente tornati una realtà. I corpi nell'obitorio di Baghdad “spesso portano i segni di atroci torture tra cui ferite causate dall'acido e bruciature ad opera di sostanze chimiche, zone del corpo in cui manca la pelle, ossa rotte (schiena, mani e gambe), corpi senza occhi e ferite causate dal trapano a motore o da chiodi”, dice il rapporto dell'Onu. Coloro che non sono uccisi da tali abusi sono uccisi da un proiettile alla testa.

I gruppi per i diritti umani dicono che la tortura è praticata sia nelle prigioni gestite dagli Usa che in quelle gestite dai ministeri degli Interni e della Difesa e dalle numerose milizie sunnite e sciite. Il dilagante uso della tortura è soltanto un aspetto del profondo sfacelo del governo nel territorio iracheno al di fuori delle tre province curde del nord. Secondo l'Onu nei soli mesi di luglio e agosto sono stati uccisi 6.599 civili.

Un maggiore dell'esercito Usa ha detto che Baghdad attualmente è un mondo hobbesiano dove tutti sono in guerra con tutti è l'unica protezione è l'auto-protezione.

L'Iraq è in uno stato di anarchia primitiva. Paradossalmente il collasso definitivo della sicurezza di questa estate rimane nascosto al mondo esterno perché il paese è troppo pericoloso e ciò impedisce ai giornalisti di denunciare cosa sta avvenendo. Dalla caduta di Saddam Hussein nel 2003, sono stati uccisi circa 134 giornalisti, la maggior parte dei quali iracheni.

Il continuo aumento del numero dei civili uccisi violentemente sottolinea il fallimento del nuovo governo iracheno del Primo Ministro Nouri al-Maliki insediatosi a maggio dopo le intense pressioni statunitensi e britanniche. Il nuovo governo non mostra di essere più efficace del vecchio. “È soltanto un governo della Zona Verde,” ha affermato un funzionario iracheno, riferendosi all'area fortificata nel centro di Baghdad che ospita il governo iracheno, l'ambasciata statunitense e quella britannica.

Nel tentativo di riprendere il controllo della capitale e di ridurre la violenza settaria, a metà del mese di luglio il governo e l'esercito statunitense hanno varato l' “Operazione Avanti Insieme”, ma sembra che essa abbia avuto soltanto un impatto marginale per un paio di settimane. Il numero di civili uccisi a luglio ammontava a 3.590 ed è sceso a 3.009 ad agosto, ma ha ripreso nuovamente a crescere alla fine del mese.

Il rapporto Onu bimestrale sull'Iraq è pressochè l'unica indagine neutrale e obiettiva sulle condizioni del paese. Il vero numero di civili uccisi in Iraq è probabilmente molto superiore a quello noto perché, al di fuori di Baghdad, le morti non sono registrate. Per esempio il Ministero della Salute sostiene che a luglio non c'è stata nessuna morte violenta nella provincia di al-Anbar nell'Iraq occidentale, tradizionalmente la regione più violenta, ma probabilmente questo vuol dire che la violenza è stata così intensa che non è stato possibile ottenere dagli ospedali il numero delle vittime.

In Iraq nessuno è al sicuro. Gli autobus e le macchine vengono fermate ai posti di blocco e i sunniti e gli sciiti sono uccisi dopo un'occhiata alle loro carte d'identità. Molti ora portano con sé due tipi di documenti di identità, uno sciita e uno sunnita. Una targa automobilistica sunnita può essere sufficiente per uccidere un automobilista in un quartiere sciita. La guerra civile settaria dilaga a Baghdad e nel centro dell'Iraq. Le processioni religiose subiscono frequenti attacchi. Il 19 e il 20 agosto un pellegrinaggio religioso sciita è stato attaccato con una violenza tale da fare registrare 20 morti e 300 feriti.

Lo stato iracheno e gran parte della società sono stati criminalizzati. Gruppi di banditi sono spesso descritti nella televisione di stato “con addosso uniformi della polizia”. Un ministro iracheno rideva quando ha dichiarato a The Independent: “Certo che indossano uniformi della polizia. Sono poliziotti veri.”

Il 31 luglio, per esempio, uomini armati che indossavano l'uniforme della polizia e guidavano 15 veicoli della polizia hanno rapito 26 persone in una zona di Baghdad chiamata Arasat, che un tempo ospitava molti tra i migliori ristoranti della città. Banditi con uniformi della polizia hanno inoltre rapito il capo del Comitato Olimpico Iracheno, Ammar Jabbar al-Saadi, insieme ad altre 12 persone, nel centro di Baghdad. Sono state avanzate delle richieste di riscatto. Le truppe Usa hanno concentrato i loro sospetti sulla squadra anticrimine della polizia di Baghdad e hanno preso d'assalto il suo quartier generale per cercare, invano, le vittime del sequestro nel suo seminterrato.

In Iraq ha spesso generato divertimento e allo stesso tempo sdegno il fatto che i ministri viaggino all'estero per tenere conferenze stampa in cui affermano che l'insurrezione è ormai in ginocchio. Un ex ministro ha dichiarato: “Conosco ministri che non sono mai stati nei loro ministeri ma mandano là i loro funzionari affinché prendano i documenti e li portino nella Zona Verde dove loro li firmano.”

Al di là della Zona Verde, l'Iraq è sprofondato in un'anarchia omicida. Questo mese per molti giorni, la strada principale che collega Baghdad e Bassora è rimasta chiusa perché due famiglie erano in guerra per il possesso di un campo petrolifero.

I ministri del governo sono sia sciiti che sunniti. Questo mese a Baghdad una troupe televisiva che filmava un obitorio è stata costretta a ripararsi dietro a un muro perché era in corso una sparatoria tra le guardie sciite e quelle sannite del vicino Ministero dell'Elettricità. Allora… e adesso.


1998 “La Commissione per i Diritti Umani ha riscontrato… gravi e notevoli violazioni dei diritti umani e della legge umanitaria internazionale ad opera del Governo dell'Iraq… centinaia di esecuzioni, alcune delle quali avrebbero potuto essere esecuzioni extragiudiziali… La tortura e i maltrattamenti continuavano ad essere ampiamente diffusi.”

2006 “La situazione inerente alla tortura sfugge ad ogni controllo… molti sostengono che è peggio di quanto fosse ai tempi di Saddam Hussein. Si possono trovare corpi con seri e gravi segni di tortura.”

1998 A luglio un gruppo di sei persone, tra cui una donna, sono stati condannati a morte per impiccagione con l'accusa di prostituzione organizzata, coinvolgimento nella tratta delle bianche e contrabbando di alcool in Arabia Saudita.

2006 Il 7 settembre, le autorità irachene hanno annunciato l'esecuzione per impiccagione nella prigione di Abu Ghraib di 27 prigionieri, tra cui una donna, condannati per terrorismo e reati penali. Si tratta della prima esecuzione di massa dal regime di Saddam Hussein.

 

Fonte: Megachip
Traduzione a cura di Eleonora Iacono


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