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11/9 : alla ricerca della verità?

di Marco Bollettino (Ashoka) - 27/09/2006

 
 



Ci risiamo.

”Spiace – scrive Aldo Grasso – che anche la Gabanelli sia andata ad ingrossare le fila dei cospirazionisti”. Infatti aver trasmesso parti del video “Confronting the evidence” e di “Inganno Globale”, video che “girano da anni indisturbati sulla rete” significa,  ovviamente, sposare una tesi politica: quella di una sinistra radicale per cui “le torri sono cadute grazie ad una demolizione controllata [..] e la macabra rappresentazione mediatica è stata allestita dal cattivo Bush per poter allestire la guerra” in Medioriente.

Chi sono, quindi, i primi a contestare la versione ufficiale? A porre domande, spesso rimaste senza risposta, e chiedere incessantemente la riapertura della Commissione per intraprendere, questa volta, una indagine equa ed approfondita?

Sono forse solo miliardari come Jimmy Walter, ragazzi come Dylan Avery e Korey Rowe e Jason Bermas?

Sono, in Italia, "esponenti di quella sinistra radicale" spinti da un odio viscerale contro l'America?

Non scherziamo, per favore.


Aldo Grasso però, involontariamente, un punto fondamentale l'ha colto: “Questa storia – scrive - l'abbiamo già troppo vissuta sulla nostra pelle”.
Ha perfettamente ragione; ma non è soltanto la storia “dei servizi segreti deviati, dello Stato parallelo, delle Br come strumenti inconsapevoli della ferocia dei nostri governanti”. ma anche quella delle famiglie delle vittime di Piazza Fontana che, dopo quarant'anni di indagini depistate e di ostacoli, si ritrovano
condannate a pagare le spese processuali. E' la storia dei familiari delle vittime della strage di Ustica, di quella della stazione di Bologna e di tante altre stragi di quel periodo, di cui non si conoscono, a distanza di trent'anni, i mandanti, le cui indagini sono state ostacolate in ogni modo proprio dagli stessi che poco tempo fa, in uno speciale televisivo, ci esortava a tenere un "atteggiamento più positivo" ed accettare le "prove induttive" della versione ufficiale.

L'11 Settembre 2001, prima di essere la storia di quell'
evento catalizzatore, come una Nuova Pearl Harbour che tanto aspettavano i Neocon per dare avvio ai loro piani di egemonia, è in primo luogo la storia dei familiari delle vittime che hanno perso i loro cari in quella tragica giornata e a cui, in questi cinque anni,  è stata negata la verità.

E' stato solo grazie alla pressione di un gruppo di queste famiglie, il Family Steering Committee, che ben quattordici mesi dopo gli attacchi, sono iniziate le prime udienze della 9/11 Commission, la cui formazione era stata osteggiata da molti a Washington, inclusa l'amministrazione Bush.

E' stato grazie a loro se i lavori della Commissione sono stati monitorati attivamente, fornendo una lista di
100 domande specifiche a cui rispondere, in gran parte ignorate però dal Final Report pubblicato nel 2004.

A cinque anni di distanza sono ancora i familiari a far sentire la loro voce, domandando la riapertura dell'inchiesta. Lo fanno tramite un documentario in cui raccontano la loro storia, fornendo i motivi per cui i fatti dell'11 Settembre 2001 necessitano di ulteriori indagini:
911 Press for Truth.

Lorie Van Auken
Mindy Kleinberg


Patty Casazza
Monica Gabrielle


Sally Regenhard
Bob Mclivaine



A loro l'Amministrazione Bush deve una risposta chiara: la verità

Aldo Grasso scrive: "Ci sono momenti in cui bisogna decidere con chi stare e per quel che mi riguarda sto con la democrazia"

George W. Bush aveva dichiarato, all'indomani del  9/11 "O siete  con noi o con i terroristi"

Questo manicheismo lo rifiuto e mi schiero, invece, dalla parte di chi cerca la verità, dalla parte dei familiari delle vittime; dell'11 Settembre, di Ustica, di Piazza Fontana, della stazione di Bologna e di tutte le altre stragi.