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Uomo e Natura

di Giuseppe Gorlani - 02/10/2006

Fonte: la-finestra.com

 
Giuseppe Gorlani
Uomo e Natura
con una testimonianaza di Guido Ceronetti
La Finestra editrice, Lavis (TN), 2006
 

Poeta, saggista, grafico, Giuseppe Gorlani – che si sente «comunque prima un uomo di Natura, poi di cultura» – offre, attraverso le sue riflessioni, l’ardente testimonianza di una visione autentica sull'attuale condizione umana.

Nel “corrotto” e “inquinato” rapporto dell’uomo moderno con la Natura, che da Dea e Madre è regredita a oggetto delle più insaziabili brame e dei peggiori deliri di onnipotenza, egli individua l’origine del mal d’etre che caratterizza lo stato coscienziale diffuso della società contemporanea. Alcuni degli aspetti essenziali della vita umana, quali le scelte alimentari, il rapporto col mondo animale, l’espressione artistica, la ricerca interiore, la cultura, la sensibilità alla Vita etc., vengono analizzati con grande rigore e alla luce degli insegnamenti sapienzali d’Oriente e d’Occidente, attraverso il filtro dell’esperienza personale.

La prosa diviene così canto e danza, al contempo energica e leggiadra, per  accompagnare il lettore lungo un sentiero di anamnesi della “Realtà” intrinseca dell'uomo, troppo spesso offuscata dall’ignoranza metafisica; giacché «non è volgendosi al nuovo o al vecchio che si può porre rimedio al disagio che affligge il mondo, bensì attingendo ante omnia al Vero in Sé, e poi alle forze primarie che nel manifestato relativamente perdurano: l'acqua, la terra, il fuoco, l'aria, l'etere, il soffio vitale o prana: dita puntate sull'Ineffabile».

Il segreto sta nello svelare dentro di sé quella «Conoscenza per Identità, mai nata, mai morta» che «trascende il dominio del tempo, pur comprendendolo, e sta immobile, imperscrutabile, sempre una con se stessa (non duale), nel divenire. Per l’uomo “storico”, risvegliarsi ad essa significa necessariamente passare attraverso una trasformazione radicale della coscienza (metánoia)».

In uno slancio puro e gioioso d’amore e di adorazione tantrica, quest’ope­ra di Gorlani è un’esortazione al ritorno allo stato innato di Unità con la Vita: «dovremmo sempre ricordare che amare la Fonte implica amare e comprendere tutto ciò che da questa scaturisce», dal momento che «Dio è in una farfalla, in una rosa, in un soffio di vento, nel peggior criminale, poiché egli non è l'oggetto di una disperata e inutile ricerca, ma la Presenza indefinibile e onnicomprensiva alla quale occorre restituire la propria illusoria presunzione di entità separate».

 

 

 

Giuseppe Gorlani: nato a Longhena (Brescia) nel 1946; dai venti ai trent’anni ha viaggiato e soggiornato in Oriente (Afganistan, Nepal e, soprattutto, India). Da venticinque anni, vive nella Comunità ashramica dei Cavalieri del Sole, tra le ridenti colline ad est di Assisi. Collabora con riviste letterarie e di studi tradizionali; è autore di tre raccolte poetiche (Radici e Sorgenti, 1989, La Porta del Sole, 1990, Nel Giardino del Cuore, 1994), una traduzione dell’opera Nan Yar di Sri Ramana Maharsi col titolo Chi Sono Io? (1995); la raccolta di saggi Il Segno del Cigno – Sulle Tracce dell’Ineffabile, pubblicato una prima volta nel 1999, è in pubblicazione presso La Finestra editrice dove è già comparso il volume di prosa poetica Anatema (2000).