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L'esercito Usa manda in Iraq un battaglione di eschimesi dell'Alaska

di Alessandro Ursic - 09/10/2006

Dai ghiacci al deserto
Dai ghiacci alla sabbia del deserto, passando per le umide foreste del sud degli Stati Uniti. L’ultima risorsa dell’esercito statunitense in Iraq sono gli eschimesi dell’Alaska: nei prossimi giorni, nel paese mediorientale arriverà un battaglione della Guardia Nazionale dello stato Usa attraversato dal Circolo Polare Artico. Dopo essersi addestrati (e abituati al clima) per 90 giorni in un campo militare del Mississippi, quasi 600 soldati andranno a formare il più grande contingente alaskano all’estero dai tempi della seconda guerra mondiale.
 
Un cacciatore InuitContingente di nativi. In Iraq finiranno così soldati di 81 diverse comunità native alaskane, dagli eschimesi ai Tlingit, dagli Haida agli Aleut. Tribù diverse, a formare però un battaglione compatto: l’unico dove il motto ufficiale è in lingua nativa: “Yuh Yek!”, ossia “Occhi aperti, pronti a sparare”. “E’ affascinante vedere come questo gruppo sia unito, e pronto per andare in guerra”, ha detto il generale Craig Campbell, della Guardia Nazionale dell’Alaska, durante la cerimonia di addio che il battaglione ha tenuto a Camp Shelby, la base nel Mississippi dove i 600 soldati hanno sudato per tutta l’estate. In questi giorni, i militari alaskani stanno passando le ultime ore prima della partenza con le loro famiglie. All’inizio di questa settimana, partiranno con destinazione Kuwait, e poi Iraq.
 
Soldati Usa in IraqLa coperta corta. In Iraq c’è già un contingente con soldati dall’Alaska, la cui permanenza in Medio Oriente è appena stata prolungata di quattro mesi. Ma in Alaska tre persone su quattro sono non native, e l’arrivo delle tribù dei ghiacci rappresenta una novità. Nonché l’’ennesimo segnale della “sindrome della coperta corta” che colpisce le forze armate statunitensi, alle prese con un impegno sempre maggiore sul campo e un numero di nuove reclute sempre più ristretto. L’Esercito, in particolare, per rispettare i suoi obiettivi di reclutamento ha dovuto ricorrere a diversi accorgimenti: ha alzato l’età massima per arruolarsi, ha abbassato gli standard di istruzione richiesti, ha accettato anche reclute con precedenti penali. Per mandare all'estero, poi, anche decine di migliaia di soldati della Guardia Nazionale, di solito impegnati solo per le emergenze interne. Che stavolta siano eschimesi può far sorridere gli europei. Dal punto di vista statunitense, è solo l'ennesimo battaglione di soldati che mai avrebbero creduto di finire in Iraq.