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Georgia, una crisi pericolosa

di Enrico Piovesana - 15/10/2006

La tensione tra Tbilisi e Mosca si sposta sul rischioso terreno dei conflitti "congelati"
MappaLa crisi tra Russia e Georgia, scatenata dall’arresto a Tbilisi di alcuni agenti segreti russi, sta prendendo una piega pericolosa. Dopo il blocco imposto da Mosca sulle comunicazioni stradali, aeree, navali e postali con la Georgia e la deportazione di centinaia di immigrati illegali georgiani residenti in Russia, la tensione tra i due paesi si sta spostando sul rischioso terreno dei conflitti “congelati” di Abkazia e Ossezia del Sud: le due regioni georgiane governate dai separatisti filo-russi.
 
Ossezia del Sud. Le autorità sud-ossete accusano i militari georgiani di stanza nella regione di brutalità e provocazioni nei confronti della popolazione civile osseta (per esempio ai posti di blocco) e di armare illegalmente la popolazione georgiana cerando milizie da usare per azioni di provocazione.
Soldati georgianiGli ultimi giorni hanno visto nella regione un crescendo di violenze e sparatorie di cui georgiani e osseti si accusano a vicenda. “Incidenti” che, come accaduto il 10 ottobre nel villaggio di Kekhvi, hanno coinvolto anche i soldati del contingente di pace misto russo-georgiano.
Il ministro della Difesa russo Sergei Ivanov ha dichiarato: “D’ora in avanti, contrariamente a quanto avvenuto a Kekhvi, i militari russi risponderanno al fuoco se nuovamente attaccati”. E il generale Vladimir Mikhailov, comandante delle forze aeree russe, ha specificato che l’aviazione russa interverrà senza esitazione per proteggere i militari e i cittadini russi in Ossezia del Sud da eventuali aggressioni armate georgiane.
E venerdì 13 ottobre la Georgia è definitivamente uscita dall’organismo di controllo a quattro (Georgia, Russia, Ossezia del Sud e Ossezia del Nord) che finora ha gestito i negoziati sull’Ossezia del Sud. Una decisione che, secondo i sud-osseti, prelude a un’azione militare di Tbilisi per la riconquista della regione.
 
Saakashvili e PutinAbkhazia. Situazione sempre più tesa anche nella regione separatista abkahza, teatro il mese scorso di un’incursione militare delle forze militari georgiane, penetrate nella Gola di Kodori con il pretesto di un’operazione di polizia, ma poi rimaste in forze. Mosca, che da settimane protesta per questa violazione degli accordi di pace del 1993 (che vietano la presenza non autorizzata di truppe georgiane nella zona di conflitto), ha chiesto e ottenuto una missione esplorativa degli osservatori dell’Onu, che è avvenuta ieri e che ha rivelato la presenza di almeno 550 militari georgiani nella vallata. Per questo la Russia sta ora spingendo perché il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite approvi una risoluzione che imponga alla Georgia l’immediato ritiro delle sue truppe dall’Abkahzia. Un’ipotesi che non piace agli Stati Uniti, alleati della Georgia, che però potrebbero decidere di non opporsi a Mosca sulla secondaria questione georgiana in cambio del suo appoggio alle sanzioni contro la Corea del Nord.
Il presidente nazionalista georgiano Mikheil Saakashvili, che finora si è mostrato spavaldo con Mosca pensando di avere le spalle coperte da Washington, potrebbe trovarsi da solo di fronte a una Russia che appare sempre più agguerrita. Forse perché ha intuito il momento di debolezza dell’avversario.