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Gaza come Grozny

di Christian Elia - 04/11/2006

Il governo Olmert cerca di mostrarsi capace di garantire la sicurezza. Con la forza
“Nella Striscia di Gaza le forze israeliane dovrebbero adottare le medesime tecniche di combattimento utilizzate dalle forze russe in Cecenia”. Con queste parole, Avigdor Lieberman, il leader del partito Israel Beitenu, che è il punto di riferimento della comunità russofona in Israele, si è presentato sulla scena politica internazionale dopo che il governo Olmert, sempre più in difficoltà, si è dovuto appoggiare a lui per evitare la crisi. Il fatto che una formazione politica così estremista, che esclude nel suo programma qualunque forma di accordo con gli arabi, sia stata portata al governo la dice lunga sulla situazione politica interna israeliana: la sopravvivenza del governo Olmert è appesa a un filo.
 
un razzo qassam raccolto da un soccorritore israelianoFronte Sud.  Ieri e ieri l’altro, nella Striscia di Gaza, i corpi speciali di Tel Aviv sono penetrati a nord nella cittadina di Beit Hanun. Il bilancio è drammatico: 8 palestinesi e un militare israeliano uccisi. La rappresaglia aveva come obiettivo quello di far cessare il lancio di razzi Qassam artigianali verso le cittadine israeliane più vicine alla Striscia. Ne sono stati lanciati 300 dall’inizio dell’anno. La popolazione è infuriata con il governo, che non riesce a garantire la loro sicurezza. Il paradosso che rende ancora più aspri i commenti degli editoriali dei giornali israeliani, di destra come di sinistra, è che la città più colpita è Sderot, dove vive il ministro della Difesa israeliano Peretz. E questo elemento porta alla ribalta un accusa che il governo Olmert non è mai riuscito a scrollarsi di dosso: come può un gruppo dirigente privo di qualsiasi esperienza militare garantire la sicurezza di un Paese da sempre esposto all’ostilità regionale? Nessuna delle figure di spicco del governo ha il background militare che potevano vantare i suoi predecessori e la gestione della situazione, secondo i suoi detrattori, lo dimostra. Questo spinge Olmert e i suoi, in crisi nei sondaggi, a spingere sul pedale del governo capace di utilizzare il pugno di ferro.
L’operazione di ieri a Gaza, per esempio, è stata presentata come ‘la più grande operazione nella Striscia dopo il disimpegno dell’estate scorsa’. Ma questo non è vero. Infatti l’operazione Pioggia d’Estate, iniziata il 25 giugno scorso e andata avanti per più di un mese, è costata la vita a centinaia di palestinesi, con una violenza inaudita. Il rapimento del caporale Gilad Shalit ha scatenato una reazione rabbiosa, motivata dal fatto che il governo di Tel Aviv ha la necessità di mostrarsi in grado di garantire la sicurezza degli israeliani. E in questo senso va interpretata anche l’operazione di ieri: dare una risposta forte alle richieste di sicurezza dell’opinione pubblica, ‘mediatizzandola’ come un’operazione in grande stile, chiamata ‘Nuvole d’autunno’quando invece nei mesi scorsi la Striscia di Gaza ha pagato un prezzo molto più alto di quello di ieri.
 
mezzi corazzati israeliani nei pressi di gaza cityFronte Nord. Stesso discorso può essere fatto per il fronte settentrionale, dove i segni d’insofferenza del governo israeliano verso la missione Unifil si fanno ogni giorno più forti. Secondo l’intelligence israeliana, attraverso la frontiera siriana, Hezbollah sta ricostituendo i suoi arsenali. La tregua per il momento regge, anche perché i vertici militari israeliani non hanno ancora finito il regolamento di conti interno per gli errori commessi nella gestione della guerra in Libano dei quali vengono accusati i generali da una parte e i politici dall’altra. Ma la tensione è alta e le violazioni della risoluzione 1701, in particolare da parte dell’aviazione israeliana, ha causato la dura condanna del comandante di Unifil, il generale francese Alain Pellegrini, il quale ha minacciato di sparare sui caccia israeliani. Tel Aviv però ha il dito sul grilletto, come dimostra l’incidente occorso con un’unità navale tedesca inquadrata nella missione di pace il 30 ottobre scorso. Due caccia da combattimento dell’aviazione israeliana hanno aperto il fuoco contro i tedeschi, e la dinamica dell’accaduto non è ancora stata chiarita. In questo clima di tensione, sono arrivate ieri anche le dichiarazioni di Tony Snow, portavoce della Casa Bianca, il quale si è detto convinto che Hezbollah stia cercando di rovesciare il governo libanese di Sinora con l'aiuto della Siria. Secondo Washington,  il partito di Dio vuole incassare la cambiale di credito politico che si è guadagnata sul campo come baluardo antisraeliano e sia Hezbollah che Damasco sono spaventati dall’idea di Kofi Annan di un tribunale internazionale per l’omicidio Hariri. Potrebbe essere una sorta di campagna ‘preventiva’ per giustificare un secondo round della guerra in Libano. L'opzione armata sembrerebbe una decisione poco saggia, ma la necessità di mostrarsi in grado di garantire la sicurezza non sembra una buona consigliera.