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In Gran Bretagna centrale eolica da record. Pro e contro

di la nuova ecologia - 19/12/2006


Pronto il progetto per installare 341 pale al largo della costa di Morgate, sulla foce del Tamigi. L'impianto alimenterà 750.000 abitazioni e consentirebbe al governo di soddisfare il 10% del fabbisogno energetico con fonti alternative entro il 2020. Ma le istituzioni locali protestano
Sarà la centrale eolica più grande del mondo, con 341 pale piazzate in mare lungo 230 chilometri al largo di Morgate, cittadina inglese affacciata sulla foce del Tamigi: il progetto rientra nel piano del governo britannico per ridurre l'inquinamento energetico. Sul progetto, però, si annuncia già una durissima battaglia da parte delle comunità locali, che di avere centinaia di eliche davanti a casa non ne vogliono proprio sapere. Oltre alla gigantesca centrale, il ministero del Commercio e dell'Industria ha previsto l'installazione di 100 turbine, sempre di fronte allo stesso tratto di costa.

Con queste misure Downing Street compirebbe un passo decisivo per soddisfare il 10% del fabbisogno energetico tramite fonti rinnovabili, secondo un impegno preso dallo stesso governo e da rispettare entro il 2020. La centrale produrrebbe una quantità di energia utile ad alimentare 750000 abitazioni, un quarto di tutte le case del centro di Londra, e ridurrebbe le emissioni di anidride carbonica generate dalle centrali a carbone e a gas di 1,9 milioni di tonnellate. Per la realizzazione dell'opera, il governo spenderà più di due milardi e duecento milioni di euro.

Il progetto rischia però di naufragare di fronte alle proteste del Consiglio comunale di Swale, che ha già fatto sapere di non gradire per nulla la costruzione di una stazione sussidiaria vicino al villaggio storico di Cleve Hill, nel Kent. «Questa piccola comunità rurale non ha chiesto una centrale eolica - insorge uno dei leader politici di Swale, Andrew Bowles - e non merita di essere tartassata dalle gru per così tanti anni». E al no delle istituzioni locali si aggiungono le perplessità dell’organizzazione ambientalista “Amici della Terra”. Nonostanze l'apprezzamento per lo sforzo compiuto da Downing Street per diminuire l'inquinamento energetico, l'associazione si è detta infatti preoccupata dall'impatto delle nuove costruzioni sulla costa inglese e dal potenziale danno che le nuove eliche potrebbero causare alla vita dei volatili.