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Attacco alla Somalia (II)

di Miguel Martinez - 29/12/2006

 

Ieri, su Rai Tre, un servizio piuttosto ben fatto sulla caduta di Mogadiscio è stato introdotto dal titolo, "le truppe governative riconquistano Mogadiscio". Chiunque sa che il governo di Baidhowa non ha mai avuto truppe proprie. E che era noto come governo "di Baidhowa" proprio perché stava a Baidhowa, e non a Mogadiscio, dove non aveva mai messo piede. E quindi c'era poco da riconquistare. 

Come spesso succede in Somalia, le notizie cambiano con una velocità che ne rende difficile l'interpretazione.

Le truppe etiopi sono entrate a Mogadiscio, e le Corti Islamiche affermano di aver abbandonato la città per evitare una strage. Non è una spiegazione da rigettare come propagandistica: le Corti Islamiche sono un prodotto della stessa società somala, e non un'organizzazione esterna; e quindi rispecchiano anche i complessi patti tra clan, nonché le semplici esigenze di sopravvivenza degli abitanti dei vari quartieri.

C'è chi in questo giorno critica le Corti per non essersi organizzate militarmente, e non aver pensato a come gestire una guerriglia, e aver lasciato quindi morire molti giovani impreparati sotto i colpi dei cannoni e degli aerei etiopi, e probabilmente c'è del vero anche in questo: gli etiopi si vantano di aver ucciso qualcosa come duemila somali in questi pochi giorni.

E' anche vero, però, che per organizzare una guerriglia efficace, ci vuole una struttura di partenza - come è stato il partito Baath o l'esercito iracheno - che manca totalmente in Somalia: le stesse Corti non a caso si chiamano così, al plurale, essendo sorte in maniera spontanea in diverse parti del paese.

Difficile immaginarsi cosa succederà adesso.

Il "governo somalo" praticamente non esiste, anche se ha una forza sproporzionata che gli deriva dal riconoscimento da parte dell'ONU e quindi il controllo su buona parte dell'industria degli aiuti esteri. Conoscendone alcuni esponenti, dubito però che i membri del governo faranno un uso politicamente accorto del denaro che passa per le loro mani.

Etiopi e somali hanno più o meno lo stesso rapporto fraterno che unisce albanesi e serbi, o turchi e greci, e quindi un'occupazione permanente da parte etiope è difficile da immaginare. I somali hanno cacciato anche i ricchi americani, mentre gli etiopi avranno poco da offrire anche in termini di piccolo clientelismo.

La cosa più probabile è quindi un ritorno generale dei signori della guerra, che dietro le truppe etiopi, hanno già occupato diverse città (queste sì, "riconquistate", ma non certo dal governo).

Però è anche vero che i somali hanno scoperto di essere in grado, da soli, di cacciare questi signori della guerra.