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Dalla Parte delle Vittime e dei Vittimi

di Miguel Martinez - 28/01/2007

 

Sarà che sono cresciuto con una lingua in cui i sostantivi non hanno genere grammaticale, ma quando sento le formule tipo, "le musulmane e i musulmani", trovo spesso che gatta ci cova.

Leggo ieri su Repubblica che qualcosa che si chiama Aidos - Associazione italiana donne per lo sviluppo - ha rivolto un appello che inizia con le parole "Care e cari senatrici e senatori, deputati e deputate": notate l'eleganza con cui la prima parte, che bilancia in maniera politicamente corretta le femmine e i maschi, viene bilanciata in maniera politicamente corretta, a sua volta, da una seconda parte che bilancia in maniera politicamente corretta i maschi e le femmine.

Ma l'Aidos fa anche di meglio: mica chiede lei qualcosa a/lle/i senat/ori/rici o ai/lle deputat/i/e.

No. Ci parla delle donne che sarebbero state "liberate dalla schiavitù" in Afghanistan grazie all'"intervento militare". E dice, "sono queste donne nel difficile cammino di emancipazione avviato a chiedere alle forze Isaf di restare".

Non è bellissimo? C'è un organismo italiano anche nel nome, il cui sito web ha da poco lanciato una campagna - reclamizzata con l'immagine di una bottiglia e una scarpa con i tacchi alti -  chiamata "brindisi alle mamme": "Per ogni bottiglia di Franciacorta Saten 2002 venduta dal 1 dicembre 2006 al 31 gennaio 2007 1 euro sarà donato all’AIDOS." Eppure il comunicato è costruito come se fosse un appello fatto da donne afghane e (presumibilmente) astemie.

Vabbene, facciamo conto che sia una simpatica finzione, perché continuino a pervenire gli aiuti italiani alle donne afghane.

Il decreto su cui si discute in questi giorni stanzia in effetti 30 milioni di euro "per la ricostruzione dell'Afghanistan", i famosi aiuti civili. E giusto per garantire la sicurezza di questi 30 milioni di euro per le "donne dell'Afghanistan", ci vuole qualche soldato.

E' logico: anche quando si portano i soldi da una banca all'altra, ci vogliono i portavalori.

E quanto costano i portavalori, cioè a quanto ammontano le spese militari della spedizione? Ammontano a 310 milioni di euro.

Avete capito bene: per ogni euro portato nel furgone della banca, il portavalori si prende 9 euro e pure qualche centesimo.

Le imprese militari del terzo millennio sono un affare doppiamente blindato. Non le puoi criticare sul piano morale perché sono Missioni di Pace, dalla Parte delle Vittime e dei Vittimi.

Ma la cosa interessante è che non le puoi criticare nemmeno dal punto di vista dell'efficienza militare.

Noi sappiamo che le deputate e i deputati si stanno mettendo una benda sugli occhi, e stanno buttando 340 milioni di euro dentro un profondo pozzo.

Perché un esercito è una struttura davvero unica.

Il suo compito consiste semplicemente nell'uccidere le persone. Nessun esercito ne ha mai avuto un altro.

Noi non sappiamo assolutamente quante persone gli italiani abbiano ucciso in Afghanistan. Poniamo che siano 300: vuol dire che ogni pastore morto spappolato in mezzo alle sue pecore, costa al contribuente italiano un milione di euro.

Questo vuol dire che il vero compito della spedizione afghana non è nemmeno quello di uccidere, ma quello di spendere soldi.

Di questi soldi, una parte è più o meno trasparente: ogni soldato italiano in Afghanistan porta a casa circa 5.000 euro al mese. Il reddito medio di un afghano è di circa 20 euro al mese, per cui ogni soldato italiano guadagna quanto 250 nativi.

Per il resto, siccome ognuno di noi potrebbe essere una spia del Mullà Omar, vale il segreto. Fare un'inchiesta sulla fine che fanno quei soldi lì, nello spirito delle inchieste fatte in questi giorni sui disastri negli ospedali e nei tribunali, costituirebbe spionaggio o tradimento.

E si può spendere nelle maniere più bizzarre: ad esempio, un militare mi ha raccontato che le truppe italiane vengono spesso portate all'estero su costose navi private, perché la marina ha altro da fare.

Dobbiamo fidarci, e credere che per qualche motivo, i responsabili militari siano persone moralmente migliori di tutti gli altri dirigenti pubblici italiani e non approfittino del fatto di possedere l'anello dell'invisibilità.

Ma anche le spese civili, meno del 10% di quelle complessive, sono sostanzialmente misteriose.

Non è che si vada di casa in casa, dando un euro a ogni donna afghana.

Con quei 30 milioni, si pagano stipendi a un notevole giro di Imprenditrici e Imprenditori dell'Umanitario, si comprano flotte di veicoli, si acquistano prodotti italiani e non, si vola sugli aerei, si comprano telefoni satellitari e tutta un'altra serie di cose che non conosceremo mai molto bene.

Ah, e sono sicuro che poi alla fine ci scappa anche qualche pozzo e qualche vaccino.