Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Hai 1 prodotto nel carrello Carrello
Home / Articoli / Giordano Bruno. Le fiamme non bruciano le idee

Giordano Bruno. Le fiamme non bruciano le idee

di Alessandro Cavallini - 20/02/2007




Il 17 febbraio del 1600 Giordano Bruno è arso vivo in Campo de’ Fiori. Da quel momento egli diviene il simbolo di tutti i liberi pensatori che si oppongono a qualunque forma di oscurantismo ed integralismo. Perché la Chiesa Cattolica ha condannato a morte questo frate ritenendolo un pericoloso eretico?
Giordano Bruno si opponeva a tutti i dogmi dell’epoca. Suo obbiettivo era la ricerca della Verità. Ed è proprio a causa di questa sua intensa attività filosofica e di ricerca che egli verrà giustiziato. Da Copernico ebbe la prova che la terra non è al centro dell’universo ma poi si spinse ancora più in là. Mentre Copernico affermava che il sole era al centro dell’universo, visione opposta ma simile a quella Tolemaica, Bruno affermava che ci dovevano essere infiniti mondi, la maggior parte di questi abitati come il nostro pianeta e che un universo infinito non poteva avere un centro. Anticipò anche la teoria della relatività dichiarando che in un infinito universo non ci potevano essere luoghi privilegiati e che direzione, moto e peso erano relativi all'osservatore. Così facendo si riallacciava alle idee di un grande poeta antico, Romano Lucrezio, il quale immaginava un universo di atomi in moto continuo attraverso il Vuoto. A tutto ciò aggiunse l’idea di un’unità più coesiva dell’universo nella quale la materia eterna e lo spirito eterno erano ambedue espressioni di una sostanza sottostante e pervasiva di origine divina. Questo è il punto più interessante del pensiero del filosofo nolano e che maggiormente provocherà l’ira della Chiesa. Per Bruno l'universo era Dio e Dio era l'universo. La Divinità si rivelava attraverso la realtà e tutta la realtà era pervasa dallo spirito divino. “Tutto è in tutte le cose” come diceva Bruno. Inoltre ogni singolo aspetto del reale contiene in sé una parte del Tutto per cui ogni cosa è contenuta all’interno di ogni altra.
Giordano Bruno non può però essere considerato un materialista in senso stretto. Egli individuava la materia e lo spirito come due sostanze separate, ritenendole comunque aspetti diversi di una sola. Lo spirito di Dio animava e si infondeva in ogni cosa e armonizzava il tutto in una singola unità.
Bruno ritiene inoltre che ciascun essere della natura abbia una propria anima, e questa sia, oltre che interno principio di vita e di moto, anche libero principio dei suoi atti. In altri termini, l’anima umana è dotata di libero arbitrio : anzi, il volere umano non solo può scegliere fra le varie possibilità ma può anche eccederne i limiti quando, con l’intelletto, si rivolge oltre la natura, al suo supremo principio. Egli separa nettamente la sfera della fede e della religione dall’ambito della ricerca e del sapere razionale. La prima riguarda soltanto l’ambito della coscienza personale. Bruno afferma la doverosità di emancipare l’indagine della scienza e della filosofia da qualunque forma di autorità, a cominciare da quella dei filosofi antichi (e in primo luogo da Aristotele).
Il sapere è così valorizzato come  componente essenziale di un intervento attivo da parte dell’uomo nell’esistenza e nel mondo. E’ importante che vi sia uno stretto rapporto fra la mente e la volontà, fra la conoscenza e l’azione. E’ necessario svincolarsi dagli amori sensibili, dalle passioni individuali, dagli interessi sociali e politici per innalzare l’uomo a ciò che è puramente ideale, così che l’uomo raggiunga la "vita de dei".
Si comprende quindi come Giordano Bruno andasse contro tutti i conformismi della sua epoca. Egli ha dedicato tutta la sua vita a combattere contro ogni forma di dogmatismo spronando gli uomini a non essere più schiavi, ma a divenire uomini liberi. Non possiamo che provare ammirazione per questo straordinario personaggio. Vogliamo ricordarne la figura con le parole pronunciate da Mussolini alla Camera dei Deputati il 13 maggio 1929:
“… non v’è dubbio che, dopo il Concordato del Laterano, non tutte le voci che si sono levate nel campo cattolico erano intonate. Taluni hanno cominciato a fare il processo al Risorgimento; altri ha trovato che la statua di Giordano Bruno a Roma è quasi offensiva. Bisogna che io dichiari che la statua di Giordano Bruno, malinconica come il destino di questo frate, resterà dove è”.