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È allarme siccità sul Po

di la nuova ecologia - 07/03/2007


«Interveniamo subito proclamando lo stato di emergenza». La risoluzione del presidente della Commissione Ambiente. Poche piogge e scarse nevicate, è crisi anche per Tevere e Arno
Proclamare lo stato di emergenza per il Po e convocare una conferenza nazionale sulle acque. È quanto chiede Ermete Realacci con una risoluzione che sarà presentata oggi in Commissione Ambiente alla Camera dallo stesso presidente della Commissione. «La situazione sul Po – ha detto Realacci intervenendo ieri a un convegno sugli shopper in plastica – è simile a quella dello scorso anno, cioè grave, e potrebbe essere addirittura peggiore di quella verificatasi nel 2003. Per questo, dobbiamo trovarci preparati e una soluzione potrebbe essere quella di proclamare subito lo stato di emergenza, conferendo subito alla protezione civile tutti i poteri di coordinamento necessari». Secondo quanto riferito da Realacci, se a marzo non ci saranno piogge sul Po, la situazione potrebbe essere peggiore di quella dello scorso anno a causa delle scarse nevicate sulle Alpi: 10-75 centimetri contro i 25-150 dello scorso anno.

E se sul Po la situazione è d’emergenza, gli altri grandi fiumi italiani, il Tevere e l’Arno, non stanno certo meglio. Tutti vittime dell’inverno caldo che li ha prosciugati. La fotografia è stata scattata dalla Commissione Ambiente della Camera in base a dati della Protezione Civile. Il dato più allarmate arriva dall'innevamento disponibile oggi sulle regioni italiane che ricopre meno della metà del territorio di quello del febbraio scorso. Situazione che incide su una portata dei principali fiumi che già oggi si attesta su livelli critici. In particolare il Po ha attualmente una portata più o meno analoga a quella del 2006, nella cui estate si è verificata una siccità gravissima. Crisi che potrebbe interessare oltre all'uso irriguo anche quello potabile e quello energetico. La portata dell'Arno è stimabile oggi in circa il 50% della media stagionale, mentre il Tevere alla stazione di Ripetta, nel centro storico di Roma, ha una portata di circa 140 metri cubi al secondo contro i 357 m3/s, che costituiscono la media storica (1921-1990) del mese di febbraio. «È ormai evidente - ha commentato Realacci - che ci troviamo di fronte ad uno scenario anomalo, verosimilmente causato dall'accelerarsi dei mutamenti climatici».