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Riscaldamento globale, la bufala di Channel 4

di George Monbiot - 20/03/2007


Nello stesso momento in cui il governo britannico introduce il proprio disegno di legge sul riscaldamento globale, e Gordon Brown e David Cameron fanno a gomitate per imporre le proprie credenziali ambientali, migliaia di persone, grazie a un documentario intitolato “La grande bufala del riscaldamento globale” e mandato in onda dalla rete tv britannica Channel 4, sono state portate a credere che non ci sia nessun problema da affrontare

Sicuramente se non fosse stato per il dissenso, la scienza, come la politica del resto, sarebbe rimasta confinata ai secoli bui. Tutti i grandi eroi di questa disciplina – Galileo, Newton, Darwin, Einstein – hanno corso enormi rischi nello scontrarsi di volta in volta con la corrente di pensiero ufficiale di turno. Così, l’eccentrico scienziato di oggi si è spesso rivelato il previdente di domani.

Tuttavia, il sillogismo non funziona: agire in modo anticonformista non implica automaticamente essere lungimiranti. È improbabile, per esempio, che il professor Mantombazana Tshabalala-Msimang – il Ministro della sanità africano che dichiarò che l’Aids può essere curato con aglio, limone e barbabietola rossa – venga considerato un genio. Ma sulla questione si fa spesso confusione. Ad esempio fa confusione lo scienziato inglese David Bellamy, quando dichiara, erroneamente, che le fattorie eoliche non hanno “nessun effetto quantificabile” sulle emissioni totali di biossido di carbonio – lanciandosi in paragone di se stesso con Galileo.

Il caso del documentario di Martin Durkin, “The Great Global Warming Swindle” (“La grande bufala del riscaldamento globale” ), che alcuni giorni fa ha stupito gli spettatori della rete televisiva britannica Channel 4, è sbalorditivo: per avvalorare la tesi esposta, ci si è affidati non a tesi di potenziali profeti della scienza, bensì a teorie già confutate. Le implicazioni non potrebbero essere più gravi. Nello stesso momento in cui il governo britannico introduce il proprio disegno di legge sul riscaldamento globale, e Gordon Brown e David Cameron fanno a gomitate per imporre le proprie credenziali ambientali, migliaia di persone sono state portate erroneamente a credere che non ci sia nessun problema da affrontare.

Il documentario di Durkin attribuisce l’attuale incremento delle temperature globali non all’incremento delle emissioni di gas serra, ma a mutamenti dell’attività solare. La tesi si basa sulla scoperta del 1991 del fisico danese Eigil Friis-Christensen, secondo cui le recenti variazioni della temperatura terrestre sono "correlate in maniera impressionante" alla durata del ciclo delle macchie solari. Purtroppo, il suddetto non ha trovato un dato che comprovasse questa tesi. Uno studio pubblicato nel 2004 sulla rivista Eos ha rivelato che la "correlazione" di cui parla Friis-Christensen altro non è che il risultato di una "gestione non corretta dei dati fisici". I dati degli anni recenti mostrano esattamente il contrario, ossia che la durata del ciclo delle macchie solari è diminuita, mentre le temperature terrestri si sono innalzate. Quando l’errore è stato reso noto, Friis-Christensen e il suo co-autore hanno pubblicato un nuovo studio, con la pretesa di dimostrare risultati simili al loro precedente lavoro. Ma anche questo si è rivelato un’accozzaglia di imprecisioni – in questo casodi natura aritmetica.

Perciò, Friis-Christensen e un altro suo collaboratore hanno elaborato un ulteriore metodo per dimostrare la “responsabilità” del sole in merito all’innalzamento delle temperature globali, dichiarando di aver scoperto un legame significativo tra raggi cosmici influenzati dal sole e copertura nuvolosa globale. Questa è la teoria che il film propone per giustificare il riscaldamento globale. Tuttavia, il metodo si è rivelato, ancora una volta, non attendibile. I due scienziati, infatti, hanno utilizzato dati satellitari che in realtà non misuravano la copertura nuvolosa globale. Uno studio apparso sul periodico Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics ha fatto notare che, quando vengono usati i dati corretti, non si trova alcuna correlazione tra i due fenomeni.

Quindi, l’ipotesi è stata nuovamente modificata. Senza riconoscere l’erroneità del suo precedente studio, il co-autore di Friis-Christensen, Henrik Svensmark, ha sostenuto la presenza di un legame non con la copertura nuvolosa totale ma con la "copertura nuvolosa bassa". Anche questa asserzione si è dimostrata scorretta. Lo scorso anno, Svensmark ha pubblicato una ricerca con la pretesa di mostrare che i raggi cosmici possono formare minuscole particelle nell’atmosfera. Lo studio era accompagnato da un comunicato stampa che avrebbe dovuto mostrare che gli eventi climatici passati e recenti sono il risultato dei raggi cosmici, trascendendo le scoperte riportate nello studio stesso.

Come il professor Gavin Schmidt della Nasa ha mostrato su www.realclimate.org, cinque aspetti fondamentali non citati nel comunicato avrebbero dovuto essere presi in considerazione per giustificare la tesi in questione. "Abbiamo spesso criticato i comunicati stampa che fornivano impressioni fuorvianti rispetto al lavoro di fondo”, ha detto Schmidt, "ma qui siamo di fronte alla più sfrontata conclusione, oltre i limiti della ragionevolezza, mai vista prima". Nulla di ciò sembra aver turbato gli artefici del programma, i quali si appellano alla loro teoria dei raggi cosmici come se questa vanificasse ogni altra spiegazione.

Nel documentario si dichiara anche che il riscaldamento globale causato dall’uomo è smentito da dati contradditori sulle temperature. Il professor John Christy parla della discrepanza manifesta tra le temperature della superficie terrestre e quelle nella troposfera (o bassa atmosfera). Ma nulla si dice sul fatto che nel 2005 questi dati sono stati confutati da ben tre studi apparsi sulla rivista Science.

Lo stesso Christy ha ammesso, lo scorso anno, di aver sbagliato. Egli è stato uno degli autori di un documento che presenta una tesi opposta a quella sostenuta nel documentario. "Contraddizioni riportate in precedenza tra la quantità di calore in prossimità della superficie e nell’alta atmosfera sono state usate per sfidare l’attendibilità dei modelli climatici e la realtà del riscaldamento globale indotto dall’uomo. Nello specifico, i dati di superficie hanno mostrato un riscaldamento globale medio sostanziale, mentre versioni precedenti di dati satellitari e dati raccolti da radiosonde hanno mostrato valori minimi, se non inesistenti, di calore sopra la superficie. Questa significativa discrepanza non esiste più perché gli errori nei dati satellitari e in quelli raccolti dalle radiosonde sono stati identificati e corretti".

Dopo aver dovuto ammettere i propri errori, almeno fino a oggi, gli scienziati sono tornati nei loro laboratori e hanno ricominciato tutto da capo. Alcuni di loro ora, incoraggiati dall’industria del dissenso, come i registi, hanno iniziato a gridare "Censura!". Si tratta della miglior dimostrazione di vittimismo preconfezionato in cui mi sia mai capitato di imbattermi. Se si dimostra che qualcuno è in errore, si è condannati a doverlo zittire.

Ma c’è uno scienziato nel documentario il cui lavoro non è stato liquidato: l’oceanografo Carl Wunsch, il quale è sembrato appoggiare l’idea che le crescenti emissioni di biossido di carbonio non siano in realtà responsabili dell’aumento delle temperature globali. Wunsch dice di essere stato "completamente frainteso" dal programma tv, e "totalmente fuorviato" da coloro che lo hanno realizzato.

Questa è una storia che suona familiare a coloro che hanno seguito da vicino la carriera del regista Durkin. Nel 1998, l’Independent Television Commission scoprì che Durkin, in una serie televisiva analoga, aveva "fuorviato" i suoi intervistati riguardo "il contenuto e lo scopo dei programmi". Le loro visioni erano state "distorte attraverso una costruzione dei servizi selettiva". Channel 4 fu obbligata a scusarsi in diretta in prima serata.

Seleziona con cura i tuoi risultati, scegli un’idea che è già stata screditata e qualsiasi cosa può diventare realtà. Le torri gemelle sono state fatte crollare da esplosioni controllate; il vaccino MMR (morbillo-parotite-rosolia) causa autismo; l’omeopatia funziona; le persone di colore sono meno intelligenti dei bianchi; le specie sono nate attraverso un “progetto intelligente”. È possibile trovare prove a sostegno di tutte queste sciocchezze e, nella maggioranza dei casi, professori decisi a sostenerle. Ma ciò non implica che siano corrette. È possibile avvalorare queste formulazioni solo ignorando la schiacciante quantità di dati contradditori. Per avere una prospettiva scientifica bilanciata, è necessario considerare tutte le prove, sia quelle a favore sia quelle contrarie, sulla teoria da dimostrare.

Ma per coloro che hanno commissionato il documentario “The Great Global Warming Swindle”, l’unica cosa che conta è impressionare il pubblico. Channel 4 ha sempre fatto a pugni con la scienza. Nessun responsabile della sua redazione scientifica sembra comprendere la differenza tra uno studio con revisione paritaria (ingl. peer-reviewed – studio valutato da esperti/ricercatori indipendenti appartenenti alla stessa area di ricerca, NdT) e un qualsiasi ritaglio di giornale preso dal Daily Mail. Continuano a commissionare il lavoro a persone le cui tesi sono state smentite, come nel caso di Durkin. La manacata comprensione del processo scientifico da aprte di Channel 4 semplifica di molto il concetto di “polverone”: tanto meno un programma si dimostra veritero, tanto più se ne discute.


[Sul riscaldamento globale vedi Cronache da una catastrofe – Alla scoperta di un pianeta in pericolo: dal cambiamento climatico alla mutazione delle specie, di Elizabeth Kolbert].


Fonte: The Guardian
Traduzione a cura di Arianna Ghetti per Nuovi Mondi Media