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A Firenze nasce il coordinamento dei comitati: «Non devastiamo la Toscana»

di Vladimiro Frulletti - 25/03/2007

Asor Rosa a capo degli anti-cemento


«LA TOSCANA è di per sé un bene dell’umanità. E quindi è più traumatico che si compiano interventi speculativi qui che non in regioni che già sono state deva-
state». È così che il professore Asor Rosa, 79 anni, spiega perché dal caso Monticchiello (da lui stesso fatto emergere) in avanti, l’urbanistica in Toscana è diventata notizia di interesse nazionale. Tanto che da quel momento hanno cominciato a avere voce pubblica le proteste di decine di comitati di cittadini. Oggi, per farsi sentire con più forza, quei comitati si riuniscono a Firenze (dalle 10 in via dell’Agnolo, 5) per dare vita a un coordinamento regionale. A guidarlo sarà proprio il professore. All’incontro ha aderito («ma manderà un suo collaboratore» dice Asor Rosa) anche Oliviero Toscani. L’obiettivo è farsi ascoltare degli amministratori toscani. Il presidente della Toscana Claudio Martini le porte le tiene aperte «se non c’è ricerca di conflitto, ma di dialogo». «Il confronto non solo è utile, ma necessario - dice Asor Rosa - . Perché in democrazia le istituzioni elette sono le autentiche interpreti della volontà popolare, gli altri sono portatori di stimoli e suggerimenti». E il primo confronto ci sarà proprio domani a un convegno sul governo del territorio organizzato da Regione e Istituto di scienze umane a Palazzo Strozzi a Firenze. Oltre a politici (da Martini al sindaco di Firenze Leonardo Domenici), urbanisti (Vezio De Lucia, Giuseppe Campos Venuti) e ambientalisti (il presidente di Legambiente Roberto Della Seta), ci sarà anche Asor Rosa.
Ma cosa contestano il professore e i comitati alla Toscana? L’eccessivo potere «non solo di proposta, ma anche di controllo e di decisione finale» che la legislazione urbanistica regionale assegna ai Comuni. E dato che i comuni spesso sono troppo deboli per resistere alle lobby immobiliari, e le Soprintendenze sono svuotate di strumenti (mezzi e personale) e poteri, poi nascono quelli che il professore ha definito «ecomostri autorizzati». «A Monticchiello - spiega Asor Rosa - ci fu un giudizio negativo della Regione di cui il comune ha potuto tranquillamente infischiarsene». La soluzione? Riportare il potere decisionale o a livello regionale o nazionale. Rimedio che però in Regione non accettano. Martini difende i Comuni che con i loro soldi hanno salvato borghi e centri storici e aperto parchi. E ricorda che i casi che fanno notizia sono frutto di decisioni prese proprio all’epoca in cui c’era il controllo delle Soprintendenze e di una speciale commissione della Regione che aveva il compito di dire sì o no ai comuni. E un argine ai casi Monticchiello, secondo la Regione, arriverà da nuovo Pit. Cioè il piano con cui la Regione governerà il territorio nei prossimi anni. Documento in cui sono state recepite quasi tutte le proposte di associazioni come Legambiente, AmbienteLavoro, Fondazione Toscana sostenibile, Italia Nostra e Wwf.