E’ chiarissimo, ciò che stiamo vivendo è anticostituzionale
di Pieter Schleiter - 22/03/2021
Fonte: Die Welt
La politica adottata per combattere il Corona virus è anticostituzionale? Per avere chiarezza il giudice berlinese Pieter Schleiter ha proposto ricorso costituzionale a Karlsruhe (n.d.t. sede della Corte Costituzionale tedesca). Un’intervista atta a chiarire se ci troviamo di fronte ad una materia riservata al Parlamento – e sul dubbioso ruolo della Cancelliera.
Pieter Schleiter è un giudice del Tribunale Penale di Berlino. Il suo ufficio è spartano, lo scaffale colmo di commentari giuridici, sulla scrivania una pianta solitaria. Schleiter, laureato in giurisprudenza, 43 anni, autore, a titolo privato, di un ricorso costituzionale contro i decreti federali e regionali per la lotta contro la pandemia. Egli è inoltre cofondatore della Rete Magistrati e Pubblici Ministeri Critici.
Welt: Signor Schleiter, Lei considera la politica pandemica tedesca anticostituzionale. Secondo Lei, i responsabili agiscono colposamente?
Schleiter: se un uomo politico ritiene ipotizzabile di contravvenire alla costituzione, ma lo fa comunque, perché per lui è più importante perseguire un obiettivo diverso, allora in senso giuridico troviamo di fronte a colpa. Un automobilista che viaggia a velocità eccessiva, pur non avendo intenzione di uccidere, ma accettando l’eventualità che qualcuno possa perdere la vita e quindi approvando tale eventualità – anche se ritiene solo possibile che a causa del suo agire qualcuno potrebbe morire. Trasferendo i principi di diritto penale della cosiddetta colpa eventuale e della consapevolezza di torto, ai paragrafi 16 e 17 del Codice Penale alla politica, ci si può perlomeno domandare se qui sussiste lo stato di fatto di contravvenire consapevolmente contro il giuramento d’ufficio che sia il Presidente che la Cancelliera hanno reso ai sensi degli articoli 56 e 64 della Costituzione che recita “giuro che rispetterò e difenderò la legge fondamentale e le leggi della Federazione. Che Dio mi aiuti”.
Welt: cè molta gente che si arrangia con le restrizioni della pandemia. Lei no. Perché?
Schleiter: mi attengo alle regole, anche se, secondo me, in ultima analisi non sono efficaci. Secondo me si tratta di un nullo giuridico. Ma faccio il giudice e trovo anche che attenersi alle leggi abbia un suo valore proprio. Se ognuno di noi dicesse di considerare tutto questo zero e nullo ci troveremmo di fronte all’anarchia.
Welt: quindi le leggi vanno rispettate anche se sono anticostituzionali?
Schleiter: ciò che ci viene imposto ora non rientra ancora nella zona in cui sussisterebbe un certo diritto oggettivo alla resistenza. Se la situazione giuridica, fra due o tre anni, fosse ancora quella di oggi, allora bisognerebbe pensare in modo diverso . Ma mi auguro che la legislazione intervenga per correggerla. Indipendentemente da ciò, non attenendomi alle regole, provocherei una serie di multe che non sarei in grado di pagare. Il mio datore di lavoro interverrebbe. Quindi, come si conviene in uno stato di diritto, preferisco attenermi alle regole.
Welt: quindi il ricorso costituzionale può essere semplicemente spedito semplicemente a Karlsruhe per posta?
Schleiter: si. E il mio è davvero voluminoso, 190 pagine stampate piccole più gli allegati, altre 150/200 pagine. Lo spedisco alla Corte come semplice pacco postale alla Corte che lo timbra per ricezione.
Welt: Lei ha stampato le pagine Internet indicate ai fini di una ricevuta?
Schleiter: ho stampato le fonti più importanti come allegati. Per facilitare il lavoro ho aggiunto un CD. In questo modo i giudici possono anche cliccare direttamente sulle documentazioni relative alle fonti.
Welt: Lei ha nutrito dubbi sulla correttezza delle misure anti Corona sin dall’inizio?
Schleiter: nel gennaio 2020 mi sono molto preoccupato dopo aver visto le immagini dalla Cina – e ho chiesto a uno dei miei migliori amici, un medico, con quali misure ci potevamo proteggere. Poi ho ordinato mascherine FFP2. Allora, molto più previdente della maggior parte della gente, ho preso la situazione molto sul serio. Durante il primo lockdown ho cominciato a leggere i bollettini dell’Istituto Robert Koch (n.d.T. Istituto che in Germania è preposto al monitoraggio dell’andamento delle infezioni). Alla fine di marzo dicevano che portare la mascherina sarebbe stato più che altro un gesto di cortesia. Ciò mi è parso strano, perché è evidente che le mascherine contribuiscono perlomeno ad evitare la formazione di goccioline. Per me ciò è sembrato un’affermazione fatta per agevolare la politica e che si preferiva di non consigliare a milioni di tedeschi l’acquisto immediato di mascherine perché in quel momento non erano disponibili mascherine a sufficienza.
Welt: ci sembra di capire che Lei ritiene opportuno indossare le mascherine.
Schleiter: in parte. In ambienti chiusi, si. All’esterno, all’aria aperta, non lo ritengo necessario, opinione condivisa dagli scienziati esperti di Aerosol.
Welt: Il “Tagesspiegel” La nomina nei ranghi di coloro che considerano la pandemia innocua e, cosa molto rara a livello giornalistico, il giornale ha riferito che una volta Lei, nella zona pedonale di Potsdam, non si sarebbe attenuto all’obbligo di indossare la mascherina.. Cosa è successo?
Schleiter: questo articolo mi ha irritato non poco. Non mi riconosco nella descrizione fatta nell’articolo. Ciò che è accaduto a Potsdam è che, nell’autunno, verso il tramonto, in una zona pedonale quasi vuota, sono stato bloccato dalle forze dell’ordine accompagnate da un team televisivo e da giornalisti di vari giornali regionali. Non avevo indossato la mascherina, perché mi era sembrato superfluo nella zona pedonale quasi deserta e perché non ritenere sussistere il presupposto giuridico di cui all’ordinamento e la legge di tutela contro l’infezione non si trovava nemmeno in fase di emendamento. Ne ho messo al corrente le forze dell’ordine mentre venivo ripreso dalle camere. Mi sono sentito assalito.
Welt: quando ha cominciato a mettere in dubbio la strategia del lockdown?
Schleiter: quando sono uscite le prime cifre, ad inizio aprile, ho visto che al momento del lockdown del 22 marzo il valore RT era già nuovamente sceso sotto uno. Pensavo, non può essere vero – e la politica ci fa addirittura accettare il lockdown come obbligatorio per limitare una crescita esponenziale. Poi mi sono messo a leggere tutto ciò che mi veniva tra le mani e ho tentato di capire la situazione. Ho cominciato a leggere i primi saggi e commenti. Per me era fondamentale la domanda: come viene gestita la situazione dalla politica? In che misura sono trasparenti le misure adottate? Gli eventuali esperti ci illustrano davvero lo stato di fatto? Solo dando ascolto a tutte le parti è possibile farsi un’opinione.
Welt: anche in Tribunale vengono ascoltati degli esperti. Quale è il loro ruolo in quella sede?
Schleiter: un esperto considerato poco severo probabilmente giudicherà la imputabilità di un accusato in modo diverso da uno che viene considerato un duro. Pertanto la selezione dell’esperto potrà influire sul risultato della causa. E sin dall’inizio nella gestione della pandemia in Germania venivano coperti solo due settori da esperti venivano ascoltati e il cui giudizio veniva preso sul serio: il settore sanitario e quello virologo-epidemiologico. Dove erano i sociologhi, i psicologhi, gli economisti e i giuristi?
Welt: non esisteva un parere in giurisprudenza?
Schleiter: già il 2 aprile 2020 esisteva un parere del Servizio Scientifico Parlamentare, quindi un parere di casa propria. Da una attenta lettura evince che gli emendamenti alla Legge di Protezione contro Infezioni di allora, che era la base per interventi a largo spettro, erano anticostituzionali. Il 9 settembre ha avuto luogo un’audizione nel Comitato parlamentare Sanità del Parlamento in presenza di alcuni professori universitari esperti in materia che hanno esposto in modo perentorio come la situazione in atto fosse anticostituzionale. Solo uno di essi era poco concreto evitando di assumere una posizione critica. In occasione dell’audizione successiva del 12 novembre sull’emendamento alla Legge sulla Protezione contro Infezioni quei due non erano più presenti mentre lo era nuovamente quello meno critico. In occasione di tale audizione sono intervenute anche due donne che hanno affermato entrambe: si, anticostituzionale, come anche la grande maggioranza di tutti gli esperti di diritto di stato che sono stati ascoltati. Solo quando ad inizio gennaio, durante le consultazioni tra governo federale e regioni, quando si doveva decidere sul prolungamento del lockdown duro sono ascoltati come esperti solo medici, epidemiologhi e fisici.
Welt: Lei, quali conseguenze ne trae?
Schleiter: come minimo che bisogna fare domande: gli attori politici si sono formati la loro opinione in maniera definitiva senza essere aperti a qualche cosa di nuovo? O semplicemente non glie ne importa? Entrambe le cose sarebbero preoccupanti, perché non operiamo in un vuoto di diritto. La Repubblica Federale di Germania si è data una Costituzione. E i diritti fondamentali servono soprattutto in tempi di crisi. Nella vita quotidiana sono una buona struttura per elaborare delle finezze nella giurisdizione.
Welt: Karlsruhe è già stata invocata sui temi più svariati di notevole attualità: crocifisso, fazzoletto di testa, canone radiofonico.
Schleiter: si, e finora ha funzionato in maniera eccellente. La giurisdizione è stata addirittura di una meticolosità eccessiva in alcuni settori nei quali la giustizia del caso singolo prende pian piano il sopravvento sulla chiarezza giuridica. Ora ho la sensazione che stiamo assistendo ad uno sviluppo contrario. Il nostro obiettivo prioritario è la tutela della salute e a questo obiettivo viene subordinata ogni altra cosa.
Welt: e a tale proposito si dice sempre che viviamo in una pandemia.
Schleiter: ma il superdiritto fondamentale “vita” non esiste. In Germania 83 milioni di cittadini investiti di diritto fondamentale hanno numerose esigenze. Queste sono tutelate da un intero canone di diritti fondamentali. Tali diritti sono anche diritti di difesa contro lo Stato. Se lo Stato vuole intaccare tali diritti, lo deve legittimare sempre. In caso di interessi contrastanti in materia di diritto fondamentale è necessario soppesare i soggetti. Voglio vedere la mia famiglia, voglio aprire il mio negozio – anche questi sono diritti fondamentali. La questione se un provvedimento è costituzionale non può essere legata unilateralmente a uno o due diritti fondamentali. Oltre l’80 percento di tutti i diritti fondamentali viene toccato dalla lotta contro la pandemia. Questi devono essere soppesati e non vedo questa ponderazione. Nella motivazione dei decreti si legge quasi sempre solo che l’andamento della pandemia è dinamico e che deve essere evitato che il virus si espanda. E in questo contesto non risulta nemmeno chiaro se il provvedimenti servono veramente alla tutela della salute. Che non la disoccupazione aumenta anche sempre il tasso di suicidi, che la carenza di educazione scolastica influisce sulle aspettative di vita dei– giovani, anche questi sono punti di vista che andrebbero posti sul piattino della bilancia. Solo allora si possono fare il calcoli. La compensazione dei diritti fondamentali tra di loro sancito nella costituzione non conosce un “whatever it takes”.
Welt: la Cancelliera continua ad affermare che i provvedimenti sono adeguati allo stato dei fatti e necessari.
Schleiter: applicando il metro del diritto fondamentale della obbligatorietà dell’intervento parlamentare risulta chiarissimo che ciò che stiamo vivendo attualmente è anticostituzionale. In questo contesto vanno anche visti gli ammonimenti di Stephan Harbarth, Presidente della Corte Costituzionale Federale che dice che i Parlamenti devono essere maggiormente coinvolti. E non lo dice tanto per dire.
Welt: ci spieghi la competenza del Parlamento.
Schleiter: si tratta della dottrina dell’essenziale. Quando si intaccano i diritti fondamentali in modo davvero significativo la decisione spetta al Parlamento perché il Parlamento è l’organo supremo nella struttura del nostro Stato. Noi votiamo il Parlamento e da questo ultimo viene portata avanti la legittimazione democratica. Le questioni centrali devono rimanere prerogativa del Parlamento.
Welt: ma la Legge per la Protezione contro le Infezioni è stata votata dal Parlamento e i nostri decreti si basano su tale legge.
Schleiter: non basta. Gli interventi sono così vasti e profondi da non poter essere semplicemente regolati da chi ha emanato i decreti, quindi dall’ esecutivo. L’intero processo di legislazione è impostato sul pluralismo. Perciò esistono la discussione in Parlamento, le letture. Esistono la critica, le proposte e infine il progetto del relatore. Pertanto la legge trovata è spesso un compromesso, una compensazione tra interessi giustificati cosa che attualmente non avviene.
Welt: ma che cosa potrebbe fare il Parlamento?
Schleiter: si potrebbe ipotizzare che il Parlamento federale o i Parlamenti regionali chiamino a se tutti i regolamenti. Ipotizzabile – ma a mio parere non sufficiente – sarebbe anche che il Parlamento federale emani istruzioni molto più dettagliate per l’implementazione dei singoli provvedimenti di intervento. Per esempio potrebbe dire: voglio che la chiusura delle scuole avvenga solo come misura ultima . Oppure: le attività di tempo libero possono essere vietate prima di chiudere ristoranti e negozi. In concreto, i Parlamenti non possono demandare con carta bianca il compito di soppesare i diritti fondamentali, la valutazione, che spetta in modo centrale al Decretante. Pertanto, in modo specolare al comportamento dell’esecutivo, si potrebbe muovere al Parlamento Federale e ai Parlamenti Regionali il rimprovero di infrazione alla Costituzione.
Welt: colpevolezza sussiste già per mera omissione?
Schleiter: Possono essere tacciati di omissione solo coloro che sono investiti di obbligo di agire. La mia argomentazione sarebbe che tutti gli organi e tutte le commissioni che sono costituzionalmente chiamati ad agire sono obbligati ad agire affinché infrazioni alla Costituzione vengano evitate. Pertanto si dovrebbe probabilmente approvare l’obbligo di intervento dei parlamenti. Ciò che avviene attualmente in Germania ha una dimensione in realtà solo ipotizzabile in una Costituzione di emergenza.
Welt: che cosa è una Costituzione di emergenza?
Schleiter: la legge fondamentale contiene norme per emergenze costituzionali. Per esempio in stato di guerra intervengono processi che facilitano governare con una legislazione facilitata.. Allo stato attuale, raggirando tali norme, arriviamo ad un risultato similare. La realtà giuridica assomiglia a quella di una costituzione di emergenza, ma aggirando la struttura legale.
Welt: non è forse la conferenza dei Presidenti di Regione indetta ad intervalli regolari un segno di federalismo, democrazia e condivisione dei poteri?
Schleiter: ormai questa conferenza rappresenta un esempio di governo centralistico. Chi stabilisce le regole è la Cancelliera e poi si trova un consenso su una proposta che proviene soprattutto da Berlino.
Welt: i Presidenti di Regione hanno già più volte avuto la meglio sulla Cancelliera.
Schleiter: in effetti. Ma la nostra Costituzione stabilisce le singole competenze. Se il Governo Federale regolasse in forma centralistica ciò che ora viene deciso con decreti regionali, avremmo in ogni angolo della Germania la stessa situazione giuridica, su Amrum come a Monaco di Baviera. Ma l’intenzione non è quella e non sarebbe nemmeno regolare dal punto di vista costituzionale. Il principio del federalismo vuole anche assicurare che interventi sui diritti fondamentali avvengano solo ove necessario. E poi non abbiamo uno Stato centralistico – per buoni motivi, come mostra il terzo Reich. Ma ora le Regioni emanano formalmente i loro decreti – ma dopo un processo di votazione all’interno di una Commissione che non è prevista dalla legge fondamentale. In genere queste votazioni vengono guardate con occhio molto critico, perché la separazione tra Federazione e Regioni sfocia in una limitazione delle competenze e dei poteri. E’ inammissibile che la Cancelliera presenti un progetto che vuole far passare e poi sentiamo nei telegiornali: la Cancelliera si è imposta. Lei non può esercitare la propria influenza in questo modo.
Welt: la politica non si stanca di ripetere che non sappiamo abbastanza sul virus per poter allentare le restrizioni.
Schleiter: all’inizio, quando la pandemia era ancora giovane, esisteva maggiore gioco decisionale per regolare le cose in maniera pratica, una cosiddetta prerogativa di valutazione. Ma più ne sappiamo, più si restringe questo margine. Comunque questo margine si restringe anche se non si fa nulla. Sarebbe stato opportuno incaricare l’Istituto Robert Koch farsi carico di tutte le questioni sospese – con test di massa, con studi su campo, con lo studio di anticorpi. Nel frattempo si è giunti alla conclusione che il tasso di contagio è bassissimo proprio nei settori colpiti da restrizioni come ristoranti e teatri. I maggiori contagi si hanno in residenze per anziani, nelle case e sui posti di lavoro. Ma allora devono sieigarci perché le persone devono chiudere i loro negozi pur osservando le distanze, facendo entrare solo la metà della gente e portando mascherine.
Welt: nel frattempo chi è a favore di aperture deve dimostrare che tali aperture sono possibili in sicurezza.
Schleiter: mi baso sulla Costituzione che assegna i diritti fondamentali ai cittadini. L’onere di prova della pericolosità è a carico di colui che vuole limitare i diritti fondamentali. Nella situazione attuale una restrizione basata solo su supposizione come eccezione assoluta non è più legittima.
Welt: Quando ha deciso di proporre ricorso costituzionale?
Schreiter: in un primo momento volevo solo scrivere un saggio sulla legislazione ai tempi della pandemia. Ho cominciato a occuparmi, oltre della situazione giuridica anche della situazione effettiva della pandemia e della lotta contro la stessa. Ho l’abitudine di leggere pareri di esperti che sono uno strumento quotidiano nella giurisdizione, si tratti di incolpabilità, pericolosità, diritto dell’edilizia o di genetica forense. Giurisprudenza non è mai solo diritto, ma diritto applicato a situazioni della vita reale. Ho quindi richiesto accesso agli atti per verificare: che tipo di pareri esistono? Vengono davvero salvaguardati tutti i diritti fondamentali? Nella tarda estate del 2020 ho presentato interrogazioni sui limiti della libertà di informazione alla Cancelleria, al Ministero della salute federale e a quello di Brandenburg nonche alla senatrice per la salute di Berlino.
Welt: con quale risultato?
Schleiter: ho dovuto chiedere più volte e poi ho ricevuto delle mail informandomi che il personale è troppo occupato con la gestione della pandemia per rispondere tempestivamente alle mie domande. Tra le righe si poteva leggere che le autorità non gradivano essere coinvolte. Dilek Kalayci, Senatrice per la salute di Berlino mi ha poi inviato un rifiuto su tutta la linea il che è probabilmente illegale. La Cancelleria mi ha inviato degli inviti per le varie consultazioni con i Presidenti delle Regioni e le rispettive delibere, quindi essenzialmente solo informazioni che si possono anche leggere sulla stampa, motivando il rifiuto, in modo non condivisibile, tra l’altro con la tutela di interessi dei servizi segreti. Quando mi sono reso conto di trovarmi davanti a un muro, come vi si gestissero informazioni segrete, a un certo punto mi si è accesa la luce e ho pensato: perché non proponi un ricorso costituzionale per far verificare la cosa.
Welt: Cosa intende ottenere con il ricorso?
Schleiter: far verificare il nostro stato giuridico – e riportare le azioni degli attori ad un livello costituzionale. Inoltre, ultimamente avevo la sensazione che nella società e nei media si fosse formato un corridoio di opinioni e che opinioni contrarie non venissero più riportate cosi come sono. Anche scredicando persone con opinioni divergenti. Se un giudice, il cui compito è di tutelare il diritto, richiama l’attenzione su un tale problema forse può contribuire ad avviare un discussione obiettiva.
Welt: Le risulta un ricorso costituzionale simile al Suo sui provvedimenti per combattere Corona?
Schleiter: l’anno scorso sono stati proposti a Karlsruhe circa 800 ricorsi in materia di pandemia. Normalmente si hanno ogni anno tra 5000 e 6000 ricorsi costituzionali. Questo numero elevato si spiega anche con il fatto che Karlsruhe è amata dai piantagrane. Non si paga, non ci vuole un avvocato e così pervengono anche fogli manoscritti. In materia di Corona sono prevalentemente pervenuti ricorsi urgenti dei quali la maggior parte è già stata evasa – in parte a seguito di ritiri degli stessi. Solo uno o due ricorsi urgenti hanno avuto successo, si trattava del divieto di assemblee e di funzioni religiose.
Welt: un ricorso che ha per oggetto lo stato attuale non dovrebbe avere carattere d’urgenza?
Schleiter: In questo momento quasi ogni ricorso dovrebbe essere urgente. Ma la questione è se possiede i maggiori requisiti di un ricorso urgente e quindi se ha probabilità di successo. Ritengo che sussista in una sola costellazione – cioè nel caso di privazione della libertà a causa di quarantena. Se non presento sintomi di malattia, ma essendo una persona con contatto di primo grado devo andare in quarantena per due settimane e se esco dalla mia abitazione secondo disposizione dell’esecuzione immediata da parte delle forze dell’ordine commetto un reato. A mio parere, considerata anche la multa elevata di fino a 25 000 Euro, qui si tratta di privazione della libertà. E questa presenta dei presupposti del tutto particolari, cioè che la decisione in merito è riservata al giudice. A mio parere non è ammissibile rinchiudere una persona per due settimane sulla base di un test PCR o forse anche di un contatto senza che decida un magistrato.
Welt: per contro Lei potrebbe rivolgersi a Karlsruhe solo se Lei fosse toccato personalmente da provvedimenti di quarantena.
Schleiter: si, un presupposto è quello di essere interessato personalmente. Ma si può ipotizzare che la grande probabilità di essere una volta soggetto a tale provvedimento sia sufficiente per assumere sin d’ora la sussistenza di essere interessato personalmente. Tuttavia ho deciso contro un tale ricorso urgente preferendo un ricorso di principio.
Welt: un ulteriore presupposto per rivolgersi a Karlsruhe è l’inesistenza di qualsiasi altro rimedio.
Schleiter: in via di principio un ricorso costituzionale non può essere presentato direttamente senza aver prima percorso l’iter delle istanze. Ma attualmente ci troviamo di fronte ad una situazione speciale nella quale vengono lesi così tanti diritti fondamentali di tutti i cittadini che il singolo non può ricorrere per ognuno di essi. Nessuno può assumersi un onere talmente gravoso per cui la tutala del diritto fondamentale gira a vuoto. Già solo per questo motivo deve essere possibile ricorrere a Karlsruhe direttamente. Inoltre vale che non è obbligatorio percorrere l’iter delle istanza anche in caso di inesigibilità. Ciò è stato riconosciuto per situazioni soggette a pene pecunarie. In questo contesto il decreti connessi con Corona offrono una superfice di attacco molto vasta.
Welt: quali diritti fondamentali della Sua persona vengono inficiati dalla politica pandemica?
Schleiter: ho elencato i diritti fondamentali lesi: libertà generale di azione, diritto privato generale e diritto oggettivo di autodeterminazione informatica, diritto alla vita e diritto alla incolumità fisica, libertà della persona anche sotto forma di privazione della libertà, tutela della famiglia e dignità umana.
Welt: che cosa spera di ottenere dai giudici di Karlsruhe?
Schleiter: esistono tre scenari. O i giudici costituzionali dicono che non accettano nemmeno il ricorso per una decisione o che lo valutano inammissibile. In tal caso il nostro stato di diritto avrebbe davvero un problema. Non perché il mio ricorso fosse talmente buono, ma perché ho proposto qualche cosa di rilevanza sociale talmente forte che non si può avvertire lo sguardo. In tal caso i giudici potrebbero dire, tutto giusto, tutti i provvedimenti devono essere revocati immediatamente – ma questo non me lo posso proprio immaginare. La Corte Costituzionale Federale è una Corte intelligente, che considera sempre le conseguenze: che cosa significherebbe per il futuro se la politica Corona venisse dichiarata nulla senza periodo di transizione? Sarebbe un’implosione completa. Ritengo realistica e sensata una terza opzione: Si, l’analisi della situazione di fatto presenta carenze radicali, è stata disattesa la prerogativa della decisione parlamentare, la conferenza tra governo federale e regioni è anticostituzionale nella sua forma attuale e il principio della proporzionalità è stato leso – quindi dobbiamo fare delle correzioni. Imponiamo agli interessati – che sarebbero il Governo Federale e le Regioni – di adeguare la situazione giuridica entro una certa data.
Welt: il suo personale senso giuridico verrebbe ristabilito da un tale compromesso?
Schleiter: si, in tal caso direi: grazie a Dio. Non che tutto fosse improvvisamente di nuovo a posto, ma alla fine ha comunque prevalso lo stato di diritto.
Welt: con il Suo ricorso Lei vuole anche dare un segnale?
Schleiter: ciò che conta è la domanda: in che tipo di società vogliamo vivere? In uno stato di sicurezza, eufemisticamente parlando? Oppure in uno stato liberale con una compensazione differenziata tra i singoli diritti fondamentali – e dove la libertà gioca un ruolo molto importante? Personalmente preferisco vivere nel secondo.
Welt: sulla base della nostra costituzione sarebbe possibile percorrere una strada diversa?
Schleiter: la nostra costituzione lascia ampio spazio ad interpretazione. Ci sono delle voci che dicono che con essa si può anche voltare le spalle all’economia di mercato, sarebbe anche ipotizzabile un’economia programmatica con sembianze socialiste. E’ difficile dire se ciò è vero. La clausola di eternità di cui all’articolo 76 della nostra costituzione stabilisce alcuni principi di stato fondamentali come democrazia, separazione dei poteri oppure il principio degli stati federali – ma non l’ordinamento democratico liberale per se. Come giudice devo e posso devo accettare questo ordinamento fondamentale. Ma proprio questo è in pericolo già adesso. Se dovesse erodere ulteriormente avrei un grosso problema. In tal caso potrei prendere in considerazione di emigrare.
Welt: Lei è fondatore della rete “Magistrati e Pubblici Ministeri Critici”. Che cos’è?
Schleiter: quando il mio ricorso costituzionale è diventato di dominio pubblico sono stato contattato da un collega, un affermato giudice di Tribunale Amministrativo. Insieme abbiamo fondato una rete, creato un sito Web dopo di ché ci hanno scritto alcune centinaia di persone tra cui giudici, pubblici ministeri, avvocati, medici, statistici, funzionari statali e molte altre persone esprimendo il loro entusiasmo e in parte offrendo il loro appoggio. Un signore di 101 anni ci ha scritto: sono contento di poter ancora vedere che ai giudici è consentito muovere critiche contro il loro datore di lavoro! Ora vogliamo costituirci come associazione. Il nostro primo obiettivo è di contribuire alla gestione giuridica in modo oggettivo e sobrio basandoci sui fatti. Dopo affronteremo dibattiti su problemi più grandi della giustizia come terzo potere dello stato.
Welt: dove sono i limiti a quanto Lei, come giudice, può criticare.
Schleiter: naturalmente devo osservare l’obbligo della moderazione. Ma mi sento protetto molto positivamente dal mio datore di lavoro, anche contro attacchi dall’esterno. Il Tribunale ha stabilito che, pur essendo magistrato, mi è consentito dire la mia opinione personale.
Welt: nella comunità dei magistrati Lei rappresenta una posizione di outsider?
Schleiter: non credo. All’interno di sappiamo che molti colleghi sono nettamente più critici di quanto si possa vedere da fuori. Ora vogliamo aprire dei colloqui, tra l’altro con l’Associazione Tedesca Magistrati che finora ha sempre affermato che nell’attuale crisi il terzo potere si è dimostrato efficace. Per ora non condivido questa opinione. Staremo a vedere.
Traduzione a cura di Sabine Gisela Salander