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Il cupio dissolvi dell'umano

di Riccardo Paccosi - 24/02/2024

Il cupio dissolvi dell'umano

Fonte: Riccardo Paccosi

APPUNTI SULLA SECONDA CADUTA:
IL RONZIO DEI MACCHINARI DIGITALI CHE ACCOMPAGNANO IL CUPIO DISSOLVI DELL'UMANO, E' MOLTO PIU' INQUIETANTE DELL'EVENTUALE FRAGORE DELLE ESPLOSIONI NUCLEARI.
Il confronto tra uomo e donna, si sa, è impegnativo, conflittuale, sovente doloroso.
Facendo dunque leva sulla deresponsabilizzazione e sul soddisfacimento codardo della comodità, la cultura dominante ha fatto di tutto, negli ultimi due decenni, per promuovere la progressiva separazione tra le due polarità, ovvero per allontanare gli uomini dalle donne: l'ha fatto con la propaganda omo-normativa, con il transgenderismo, con la misandria strumentalizzante i femminicidi, con l'equiparazione del corteggiamento allo stalking e con tanti altri dispositivi ancora.
In termini alchemici, assistiamo dunque alla fine dell'idea di Grande Opera, ovvero alla fine della ricerca di connessione fra i due opposti in nome d'una visione del mondo dove tutto risulta invece indistinto: uomo e donna cessano di essere categorie di qualificazione ontologica e questo significa che, all'atto pratico, esse sono ora destinate a rimanere definitivamente separate. L'uomo e la donna smettono di cercarsi e, quindi, smettono di cercare la connessione dell'origine, il che significa che non si rialzeranno mai dalla Caduta originaria.
Dopo la negazione delle polarità uomo e donna, il passo successivo di questo processo d'inabissamento spirituale non poteva che riguardare la negazione di tutto ciò che è altro da sé.
Cosa può infatti esservi di più comodo, di più deresponsabilizzante, di più codardo, del considerarsi affettivamente autosufficiente come individualità e, così, chiudere per sempre ogni ipotesi di amore verso l'Altro?
Che questo avvenga attraverso strumenti proiettivi come le bambole gonfiabili o che avvenga attraverso la sologamia ovvero sposandosi con se stessi come nella foto sottostante, poco cambia: siamo comunque di fronte a una Seconda Caduta nel mentre che il cielo tace.
La tragedia storica in corso, insomma, se osservata con occhio teologico ha una portata molto più devastante di quanto possa suggerire l'analisi materialista.
La seconda, infatti, ci porta a dover prendere atto d'un crollo di civiltà, ovvero di una resa dei conti di portata millenaria coinvolgente le forme e i principi dell'organizzazione sociale.
Ma la prospettiva teologica ci propone l'azzeramento nella coscienza umana - sia individuale che collettiva - del rapporto tra sé e altro da sé, quindi anche tra finito e infinito, tra singolarità e cosmo, ovvero la fine di quella tensione verso l'inconoscibile e il sovrasensibile che aveva caraterizzato fin da subito la specie umana, ben prima dell'invenzione della ruota.
Il ronzio dei macchinari digitali che accompagnano il cupio dissolvi dell'umano, è molto più inquietante dell'eventuale fragore delle esplosioni nucleari.