Ecoterroristi in doppio petto: la multinazionale, il ministro e il latte macchiato
di MarTa - 05/12/2005
Fonte: Umanità Nova
Era il gennaio1992, a Milano vennero trovati tre litri di latte blu, si trattava di una delle azioni dimostrative dell'ALF (Animal Liberation Front) per denunciare le condizioni inaccettabili in cui vengono tenuti gli animali dei grandi allevamenti. In quel caso usarono il blu di metilene, un colorante innocuo usato anche in alcune ricette per cuochi creativi. Nel giro di pochi giorni le dichiarazioni di condanna dell'atto passavano di bocca in bocca tra i politici di professione e i media scatenavano, con il consueto clamore, la caccia agli ecoterroristi.
Con un balzo nella dimensione spazio tempo, saltiamo al 26 giugno 2005, quando l'ASL Ascoli 13 nell'ambito di un controllo su generi alimentari chiede all'Arpam (Agenzia regionale protezione ambientale) di verificare la presenza d'idrocarburi policiclici aromatici nel latte per bambini, non ne trovano, ma le analisi rilevano un altro composto estraneo alla composizione del latte commercializzato dalla Nestlè. S'ipotizza che la sostanza inquinante sia Itx (Isopropyl thio xanthone), la conferma arriva il 28 agosto analizzando le caratteristiche di un campione Itx inviato dall'azienda tedesca che lo produce. Questa sostanza viene utilizzata come fotoiniziatore d'inchiostri nella fabbricazione d'imballaggi, nelle confezioni in TetraPak a stampa off-set.
Il dossier preparato dall'Arpam arriva sul tavolo del ministro Storace il 2 settembre. "Quando abbiamo ricevuto la segnalazione dalla Regione Marche abbiamo inviato un segnale d'allerta comunitaria all'Unione Europea. Con tale sistema è previsto il ritiro dei lotti di prodotto oggetto della segnalazione, ritiro che in Italia dev'essere effettuato dalle aziende produttrici e dalle Regioni" dichiara, alla fine di novembre, il responsabile della salute membro del governo italiano.
Storace, che tanto s'impegna per ostacolare l'utilizzo della RU486, in questo caso si sente già in piena devolution e sostiene che gli eventuali sequestri devono partire dalle Regioni. Lui, come ministro, il suo lavoro l'ha fatto!
Ma dai primi di settembre ad oggi cosa è successo?
L'Unione europea ha chiamato in causa l'Autorità per la sicurezza alimentare che ha seguito il suo iter burocratico, indifferente al fatto che il problema riguardasse latte utilizzato da bambini. Dei possibili effetti dell'ingestione dell'Itx si sa poco; del resto non è proprio previsto che possa finire negli alimenti (i risultati definitivi delle analisi europee saranno resi pubblici entro aprile, marzo '06).
Sulla base delle analisi dell'Arpam e della notizia di reato, inviata dal Corpo Forestale dello Stato nell'ambito delle nuove competenze sul comparto agroalimentare, il Procuratore capo di Ascoli Piceno, chiede il primo sequestro che scatta, l'11 novembre, in tutta Italia per quattro lotti (un lotto equivale alla produzione di una sola giornata) di latte Mio e Nidina 2 della Nestlè.
Dalla multinazionale svizzera arriva solo la conferma di "aver agito correttamente: ritirando i lotti di prodotti incriminati in maniera preventiva dal 15 novembre, con una decisione autonoma", "cambiando il processo produttivo", assicurandosi che i prodotti "immessi da ottobre, utilizzando un diverso sistema di stampa non sono più contaminati".
Una ricostruzione discutibile, proprio il 16 novembre, infatti, Federfarma inviò a tutti i suoi associati un fax in cui lamentava che "la Nestlè, più volte contattata, non aveva ancora diramato alcuna comunicazione ufficiale sul ritiro dei lotti dei prodotti". Di qui l'invito alle farmacie, "in attesa di ulteriori chiarimenti, ad astenersi dalla vendita dei prodotti interessati".
Nella trasmissione "Mi manda Rai3", del 18 novembre, dalla dottoressa Marinella Collauto, dirigente farmacista della Direzione Generale Sanità Veterinaria e Alimenti del Ministero della Salute, intervenuta telefonicamente, si apprende che alla fine di ottobre il Ministero ha convocato una riunione per affrontare il problema, raccogliendo rassicurazioni, da parte dei produttori di latte per l'infanzia e dei produttori delle confezioni, sull'avviato cambiamento dei procedimenti di stampa, così come deciso a livello europeo. Sulla tossicità dell'Itx, la dottoressa Collauto, ha spiegato che sono stati chiesti approfondimenti all'Istituto Superiore di Sanità e che, secondo le prime indicazioni, la molecola trovata nel latte non dovrebbe essere nociva per la salute dei bambini.
Successivamente, alla luce del risultato di nuove analisi, il Procuratore capo di Ascoli ha firmato un secondo provvedimento di sequestro (22 novembre) per un potenziale totale di 30 milioni di litri di latte liquido per l'infanzia. Il Corpo Forestale ha iniziato il sequestro in tutta Italia delle confezioni di "Latte Mio", "Latte Mio Cereali" e di "Nidina 2" con scadenza settembre 2006 e di "Nidina 1" con scadenza maggio 2006 (in realtà il ritiro della merce è pari a 2 milioni di litri). Alla lista nera si è poi aggiunto anche "Aptamil" latte liquido prodotto dalla Milupa, in cui sono state trovate tracce di Itx in misura considerevolmente minore. Oltre che nei supermercati, negozi e farmacie, i sequestri sono stati compiuti anche nei magazzini di stoccaggio.
Il 23 novembre, a titolo precauzionale, la Nestlè ha spontaneamente ritirato il latte liquido per l'infanzia anche in Spagna, Portogallo e Francia e Grecia. La multinazionale elvetica mostra così, tutta la sua preoccupazione per la tutela della salute dei poveri bambini che loro malgrado si devono bere il latte vitaminizzato, migliorato, antiallergico, integrato, questa volta anche con un po' di Isopropylthioxanthone. Non sappiamo ancora quali siano gli effetti sulla salute, quando l'Itx viene ingerito, ma una cosa è sicura: nel latte non deve esserci, anche perché nella letteratura scientifica si raccomanda, per chi è coinvolto nel processo produttivo, di evitare che entri a contatto con la pelle o con gli occhi.
Come effetto collaterale della vicenda, Peter Brabeck, capo esecutivo della Nestlé, si è beccato una querela da Storace per aver sostenuto che tra Nestlè e Ministero della salute c'era un accordo per un ritiro graduale e senza inutili clamori del prodotto, da quanto letto non risulta essere una tesi così balzana, certo non avranno firmato un contratto, ma alla Nestlè nessuno ha messo fretta!
Tutelare il prodotto, non i bambini
Come da manuale è stato applicato il principio precauzionale, naturalmente a tutela del prodotto non dei bambini, infatti, nel dubbio sulla tossicità del prodotto è parso inopportuno procedere immediatamente al sequestro di tanto latte, meglio andarci coi piedi di piombo, in fondo nessuno dei consumatori si era lamentato!
Chi dirige e chi incassa nell'universo delle multinazionali non è gente cattiva, dovete capire che l'impegno nel massimizzare i profitti ogni tanto genera qualche piccolo errore. Anzi, qualcuno crede che anche i peggiori sfruttatori possano migliorare, perché non dare una mano a chi sta cercando di diventare più buono?
Pensate che la Nestlè ha lanciato sul mercato un prodotto equosolidale. Il nuovo caffè istantaneo Partners' Blend ha ricevuto il marchio Flo (Fair labeling organisation), da parte della Fairtrade foundation Uk. Non è uno scherzo, infatti, l'Assemblea generale italiana del commercio equo e solidale ha dichiarato che un tale riconoscimento significa fare un salto indietro identificando l'equosolidarietà di un'azienda solamente sulla base di un singolo prodotto.
In effetti, pare un atteggiamento troppo benevolo considerando che l'Antitrust ha dato sanzioni per 9.743.000 euro ad alcuni produttori di latte per l'infanzia che hanno fatto "cartello per mantenere elevati livelli di prezzo, superiori agli altri Paesi europei anche del doppio o del triplo". (20 ottobre 2005) Le aziende interessate al provvedimento dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sono le società Heinz Italia, Plada, Nestlè Italiana, Nutricia, Milupa, Humana Italia, Milte Italia, le quali "hanno posto in essere un'intesa restrittiva della concorrenza, concordando il mantenimento di elevati livelli di prezzo del latte per l'infanzia. Per Nestlè italiana la multa è di 3.300.000 euro, magra consolazione!
Se i militanti dell'Alf furono accusati di ecoterrorismo per 3 litri di latte al blu di metilene, come dobbiamo considerare le multinazionali come la Nestlè che ha inquinato milioni di litri di latte per l'infanzia con l'Itx?