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Gli onorevoli si sforzano. Pagano il pranzo sei euro

di Salvatore Dama - 02/09/2008

 
 

Addio privilegio dei privilegi: l’onorevole, alla Camera, non potrà più saziare la fame a prezzi "politici". O quasi. La buvette aggiorna il suo listino. Che sale, in media, del 33 per cento. Ma non solo. Ritoccati al rialzo anche i costi della mensa per i pranzi in convenzione di ministri, deputati, ex parlamentari, dipendenti di Montecitorio, giornalisti parlamentari e portaborse. Il tentativo è quello di adeguarsi ai costi di mercato. Pure se, in molti casi, sono ancora parecchio lontani. La ripresa settembrina delle attività riserva un’amara sorpresa per i 630 onorevoli stomaci. Il carovita varca la soglia dell’istituzione, finora impermeabile all’inflazione. Costerà di più la prima colazione, lo spuntino, il pranzo al self service, l’aperitivo e anche il digestivo. Tutto ciò per decisione del collegio dei deputati questori (quelli cioè che amministrano la cassa del Palazzo) che, riunitosi prima delle pausa estiva, ha stabilito l’aggiornamento dei prezzi delle vivande servite dentro Montecitorio. Si tratta di due delibere, entrambe datate 29 luglio 2008. Nella prima è contenuto il nuovo listino della buvette, nella seconda il rincaro dei pasti in convenzione per onorevoli e dipendenti accreditati.

 

CAMERA CAFFÈ

Qualche esempio? Partiamo dalla prima colazione a Palazzo. Rito immancabile per il deputato, specie quando le sedute in aula e in commissione cominciano di buon mattino. Il caffè non schioda. Rimane fermo a 0,70 euro, prezzo, tutto sommato, in linea con i bar della zona. Ma le buone notizie, per l’onorevole, finiscono qui. Perché lievitano tutti gli altri costi. Sale quello del cappuccino (da 0,90 a 1 euro) e sale quello del cornetto (da 0,60 a 0,80). Per gustarsi il binomio classico della colazione dell’italiano medio, si finisce per spendere 30 centesimi in più. Da 1,50 a 1,80 euro. Si dirà: il parlamentare guadagna bene, può permetterselo lo stesso. Vero. Ma per i più golosi si tratta di una "mini-stangata". Per gratificarsi con una fetta di torta occorrono 2,10 e non più 1,80 euro, mentre rimangono invariati i prezzi del ciambellone (0,90), delle pastarelle (1,30), della pasticceria mignon (0,60). E i "salutisti"? Tempi duri anche per loro. Nel nuovo listino della buvette, lo yogurt passa alla cifra tonda: da 0,90 a 1 euro.

 

CARO PANINO

Se il buongiorno non si vede dal mattino, all’ora di pranzo va anche peggio. Il menù salato del prestigioso bar del Transatlantico cerca di uniformarsi agli standard dei bar fuori palazzo. Croissant, medaglioni, ciabatte e genovesi: "schizzano" dagli attuali 1,60 a 2,60 euro. Le verdure fritte e i famosi supplì di Montecitorio da 0,80 a 1 euro. Le rosette con formaggio o tonno da 1,20 a 1,80 euro. I panini con la carne o con il prosciutto da 1,50 a 2,50 euro. E i rincari non sono finiti. Perché il carovita si abbatte anche su toast (da 1,20 a 2 euro), i tramezzini (da 1,80 a 2,80 euro) e la classica pizza farcita romana (da 1,60 a 2,50 euro). Quasi raddoppia il prezzo delle quiches, le torte salate, da 1,60 a 3 euro. Brutte notizie anche per i vegetariani. Salgono, ma in maniera impercettibile, i prezzi delle "crudités", le verdure crude servite al bancone della buvette. Più evidenti, invece, i rincari della frutta: da 90 centesimi a 2 euro.

 

Due conti: per un pasto volante ma completo (un supplì, un tramezzino, un bicchiere d’acqua e un piatto di frutta) il deputato, fino alla fine di luglio, spendeva 3 euro e 90. Adesso, con il nuovo listino, paga 6 euro. Un aumento del 35 per cento.

 

Rincari anche sulle bevande. A partire dal tè freddo (da 0,90 a 1 euro), passando per spremute (da 1,10 a 1,50), succhi di frutta (da 1,10 a 1,40) e finendo con gli alcolici. Aumenta (poco) il costo di una birra nazionale da 1,30 a 1,40 euro - mentre sale un po’ di più il prezzo per concedersi un aperitivo dentro il Palazzo senza perdersi troppo d’occhio i lavori dell’aula.

 

Quella degli onorevoli sarà un’happy hour un po’ meno felice, d’ora in poi. Per un calice di prosecco occorrono 2 euro (prima ne bastavano 1,30). Quasi raddoppia il costo di un bicchiere divino (da 0, 80 a 1,50 euro). E ci vuole un euro in più (non più 2,50 ma 3,50 euro) per farsi preparare un cocktail dai barman della buvette. Alla voce "piaceri della vita" va segnata poi un’altra nota negativa. I deputati che, magari durante le sedute fiume con prosecuzione in notturna, amano concedersi un whisky o una grappa invecchiata, sappiano che la pacchia è (quasi) finita. II piacere continua, ma è più caro. Poco, però: il prezzo dello scotch arriva a 2,50 euro (da 2,30), quello dei distillati a 5 euro. Ma si tratta di riserve speciali.

 

PRANZI POPOLARI

Finora le novità riguardanti la buvette. C’è poi un’altra delibera che riguarda la ristorazione self service di Montecitorio. Con prezzi che salgono, pur rimanendo "popolari". Per un pasto completo i dipendenti della Camera verseranno non più 3,75 ma 5 euro. I funzionari dei gruppi parlamentari e i militari addetti alla sicurezza del palazzo subiranno un aumento da 4,75 a 7 euro. La categoria dei portaborse, ma anche quella di ministri, deputati ed ex parlamentari arriveranno a pagare 10 euro contro i 7,50 di prima. Tutto ciò per un pasto caldo e completo alla mensa "veloce". E al prestigioso ristorante riservato ai deputati? In attesa della riapertura, che avverrà la prossima settimana, il nuovo menù rimane segreto. Ma è fortemente probabile che la Onama, società privata che gestisce il servizio, si adegui ai rincari del 33 per cento operati dai questori sui prezzi di buvette e self service. «Di fronte al carovita che ha colpito i cittadini», spiega Antonio Mazzocchi, deputato questore del PdL, «i deputati per primi dovevano dare il buon esempio. Così abbiamo adeguato i listini, che erano fermi da due anni, ai prezzi reali del mercato».