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Le “storie” di Vittorio Catani tra ecologia e fantascienza

di Sandro Marano - 21/04/2006

 

E’ stato presentato mercoledì 15 giugno presso la sede di Bari di Fare Verde il volume di racconti “Storie dal villaggio globale” di Vittorio Catani, rinomato scrittore di genere prevalentemente fantastico e fantascientifico. Catani, che collabora alla Gazzetta del Mezzogiorno e alla rivista trimestrale di ecologia Villaggio globale, diretta da Ignazio Lippolis, ha già pubblicato un centinaio di racconti ed alcuni romanzi tra i quali ci piace ricordare Gli universi di Moras edito da Mondadori, con cui vinse la prima edizione del premio Urania nel 1990 e il breve delizioso Replay di un amore, edito da Schena nel 1994. Massimo Del Pizzo, docente di letteratura francese moderna e contemporanea presso la Facoltà di Lingue dell’Università di Bari, ha illustrato le caratteristiche salienti della letteratura fantastica ed ha presentato i 21 racconti raccolti in volume, scritti in punta di penna, scorrevoli e rigorosi nei dettagli tecnologici e nelle ambientazioni, che costituiscono una cernita delle storie pubblicate nel corso degli anni da Catani sul trimestrale Villaggio globale  ed hanno per filo conduttore il binomio fantascienza ed ecologia.

Al termine della serata abbiamo posto all’autore alcune domande.

D. - Il volume che hai presentato ha per sottotitolo “21 racconti tra ecologia e fantascienza”. C’è, dunque,  un rapporto tra ecologia e fantascienza?

R. - Anzitutto sono un ecologo amatoriale ma convinto, oltre che uno scrittore di fantascienza. Ecologia e fantascienza non solo stanno benissimo insieme, ma hanno punti di contatto quasi genetici.

D. - Quali?

R. - Il quadro dei fattori ambientali determinanti per la vita e l’evoluzione sul nostro pianeta, o nel futuro, o su mondi immaginari, ha necessariamente avuto un ruolo primario nelle narrazioni di fantascienza, fin da prima che il termine “ecologia” venisse coniato e trovasse una sua collocazione tra le discipline scientifiche. Il senso dei sottili equilibri ecologici, oltre che individuali e sociali, è basilare in questo genere narrativo per poter creare sfondi insoliti, alieni, meravigliosi, che siano anche plausibili.

D. -  In quali romanzi è protagonista l’ecologia?

R. - Esistono ottimi romanzi fantascientifici nei quali l’ecologia è la vera protagonista. Per  esempio, Morte dell’erba di John Cristopher (1958), Il gregge alza la testa di John Brunner (1972) o il più recente Zodiac. Un giallo ecoterrorista di Neal Stephenson (1988). Ci sono poi libri in cui l’ecologia ha una parte essenziale anche se la storia ci narra d’altro. Un antesignano è il notissimo La guerra dei mondi, scritto da H. G. Wells nel lontano 1898, dove gli evolutissimi e perfidi marziani, inattaccabili dalle armi terrestri, vengono infine sconfitti da creature microscopiche come i nostri virus, contro i quali non essi non sono vaccinati.     

D. - Leggendo i racconti che hai raccolto in questo volume ci prende un senso di sconforto: il declino dell'uomo è davvero inarrestabile?

R. - La fantascienza, anche la più catastrofica, è un modo narrativo di richiamare l'attenzione dei lettori. Quindi alla base c'è un desiderio che le cose cambino. Come ha scritto C.D. Simak, uno dei massimi autori del genere: "La fantascienza è la letteratura della speranza".