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Cronache marziane

di Francesco Lamendola - 21/09/2010


DALL’INCROCIATORE GALATTICO «XYL22» ALLA BASE

 

Il pianeta WRS101 è magnifico.

Possiede una massa analoga a quella del nostro, una atmosfera perfettamente respirabile e ricchissime riserve d’acqua, anche se in buona parte salata (cosa cui si può rimediare con degli appositi desalinatori); basti dire che i tre quarti della sua superficie sono ricoperti da oceani, mari e laghi, mentre le terre emerse sono percorse ovunque da fiumi, alcuni dei quali più lunghi e maestosi  dei maggiori fiumi da noi conosciuti.

Dallo spazio, infatti, si presenta di colore bianco-azzurro: bianco per le nuvole e azzurro per le masse d’acqua; tanto che lo si potrebbe appropriatamente chiamare il Pianeta Azzurro. Nulla del genere esiste nel resto del suo sistema solare: in particolare i due pianeti ad esso vicini, rispettivamente verso l’interno e vero l’esterno, sono assolutamente inabitabili. L’uno, surriscaldato dalla prossimità della stella madre e perennemente avvolto da strati di densissimi vapori che ne nascondono la superficie, deve essere teatro di un gigantesco effetto serra, che rende certamente impossibile qualunque forma di vita; l’altro, freddo e desolato, appare interamente ricoperto da rossi deserti rocciosi e segnato da crateri ed immensi coni vulcanici, testimoni di una antica attività geologica che deve essere cessata da gran tempo, come testimoniano le immani valli fluviali scavate nella roccia e che ormai non presentano una sola goccia d’acqua.

Mano a mano che scendevamo verso la superficie di WRS101, abbiamo avuto la sorpresa di scoprire che le zone di terra emersa erano di colore verde: grandi foreste e praterie ne ricoprono la superficie, anche se esistono pure delle regioni steppose o desertiche. Avendo atteso il buio per effettuare lo sbarco quale misura prudenziale, abbiamo notato estese sorgenti luminose, le quali  indicavano, come poi i fatti hanno confermato, la presenza di notevoli concentrazioni di vita intelligente, che qui sono chiamate “città” o (le maggiori) “megalopoli”.

Due mesi di ricognizioni diligenti e sistematiche, nel corso delle quali abbiamo assunto, in tutto e per tutto, le sembianze degli abitanti intelligenti del pianeta, ci hanno permesso di giungere alle seguenti conclusioni.

Il pianeta è abitato da molte migliaia di specie viventi, ma una sola se ne considera padrona e, quasi, l’unica che conti realmente: quella degli esseri intelligenti, bipedi a stazione eretta, simili a quelli già segnalati rispettivamente sui pianeti HUZ603 e RAX967, se non che questi sono, mediamente, un po’ più grandi, ma con la testa più piccola e gli arti superiori più sviluppati. Oltre ad essi, vi sono sia animali terrestri, sia acquatici, sia volatili di molte forme e dimensioni; un numero sterminato di organismi inferiori e microscopici, alcuni dei quali unicellulari; e innumerevoli specie vegetali, che vanno dalle alghe brune presenti nei mari, a degli alberi di grossezza ed altezza smisurata, che crescono in alcune montagne di un continente qui chiamato “America del Nord” e nelle pianure di un altro continente denominato “Australia”: si chiamano “sequoie” i primi, “eucalipti” i secondi. Nulla del genere esiste sul nostro pianeta, nulla che sia paragonabile a questi giganti verdi, i quali possono vivere anche centinaia di anni.

Sembra che sia le specie vegetali, sia quelle animali fossero, in un tempo non lontano, assai più numerose; ma che l’attività sconsiderata delle creature intelligenti, che chiamano se stesse “uomini”, ne abbia estinta una gran parte, e che tali estinzioni continuino tuttora a ritmo assai sostenuto.

Ciò avviene sia mediante la distruzione diretta, sia mediante gli effetti provocati dall’immissione nell’atmosfera di sostanze chimiche alquanto dannose e che vengono comunemente prodotte dagli umani sia con le attività industriali, sia con quelle agricole e perfino con le normali attività individuali della vita quotidiana, come il trasporto a mezzo di veicoli a benzina funzionanti col motore a scoppio; il riscaldamento delle abitazioni, sempre a mezzo di combustibili fossili, tanto allo stato liquido che gassoso; e perfino il taglio dell’erba nei piccoli giardini privati, che si esegue sempre con delle motofalciatrici a scoppio, estremamente inquinanti e rumorose.

Come ho detto, gli umani si ritengono l’unica specie vivente davvero significativa e utilizzano senza alcun riguardo tutte le specie animali, con la parziale eccezione di due piccoli mammiferi, il cane e il gatto, allevati per compagnia, e di un quadrupede più grande, il cavallo, un tempo adoperato per i lavori agricoli ed ora quasi solo per il piacere di spostarsi su di esso. Tutti gli altri animali vengono allevati per ricavarne cibo, oppure vengono cacciati per la pelliccia,o per l’olio o per semplice divertimento; altri ancora vengono allevati come cavie da laboratorio e crudelmente torturati fisicamente e psicologicamente.

La crudeltà degli umani si spinge al punto di scuoiare vivi i cuccioli di un mammifero marino chiamato foca, per non rovinarne la pelliccia, di cui si servono per confezionare abiti; e di sopprimere un grandissimo numero di altri animali per testare prodotti di bellezza. Altri vengono utilizzati per prelevarne gli organi o per sperimentare farmaci che ne provocano la morte, dopo una dolorosa agonia; e tutto questo viene giustificato in nome della scienza e in nome della salute dell’uomo.

A quanto pare, quest’ultimo si ritiene in diritto di fare qualunque cosa per la propria sopravvivenza e non considera la vita degli altri esseri un valore in se stessa. Basti dire che un robusto mammifero munito di corna, il toro, viene ucciso con la spada nel corso di una sorta di spettacolo particolarmente amato e frequentato, che manda in visibilio il pubblico; e che qualunque individuo può, pagando una tassa e munendosi di un apposito documento, cacciare a Morte numerose specie di animali, in un determinato periodo dell’anno.

Le condizioni in cui sono tenuti gli animali da allevamento sono quasi indescrivibili:costretti in uno spazio ridottissimo, immersi nei loro escrementi, resi quasi pazzi dalla illuminazione artificiale, vengono fatti ingrassare con alimenti largamente nocivi alla stessa salute degli umani, che poi se ne ciberanno. Pare che quasi tutti seguano una dieta carnivora e che i loro medici siano i primi a prescriverla, sostenendo che essa è indispensabile per mantenersi in buona salute. Basterebbe questo per dare un’idea del loro sviluppo nel campo della medicina; eppure sono molto rigidi in fatto di professione medica, al punto da denunciare e mettere in prigione quanti la esercitano senza essere passati attraverso un corso di studi ufficialmente riconosciuto.

Questo è quanto abbiamo rilevato nel comportamento degli umani verso gli altri viventi.

A loro volta, però, gli umani presentano un  quadro estremamente vario e diversificato: una gran parte di essi vive a livello tecnologico, e sia pure facendo della tecnica l’uso primitivo e distruttivo che abbiamo descritto; altri vivono senza tecnologia, nelle foreste o in luoghi inospitali e semideserti. Alcuni, inoltre, godono di una grande ricchezza economica, così grande che non potrebbero usufruirne pienamente neppure se vivessero mille anni, e sono circondati da prestigio e ammirazione; altri non hanno neppure il necessario per sostentarsi e sono falcidiati dalle malattie, senza che nessuno si prenda cura di loro.

In breve, gli uomini non hanno alcuna coscienza di costituire un gruppo unitario, ma vivono come in tanti compartimenti stagni, determinati dal livello economico e sociale, dalla razza o dal gruppo a cui appartengono, dal luogo in cui vivono e dallo Stato di ci sono cittadini; e, ancora, si dividono in base alle credenze religiose (vi sono cinque o sei religioni principali e parecchie decine di minori), al punto che sono capaci di uccidersi in nome di esse.

La loro visione generale del reale è estremamente materialistica, sebbene esistano delle differenze individuali e regionali; la maggior parte di essi non dà importanza se non al potere, alla ricchezza, alla forza, alla giovinezza (la durata della vita media è di circa 75 anni per i maschi e di circa 80 per le femmine) ed è convinta che, con la morte fisica, tutto finisce. Ciò è in contrasto con le loro credenze religiose; tuttavia, durante la nostra ricognizione, abbiamo potuto renderci conto che gli umani sono in grado di riunire in se stessi, inconsapevolmente, le più grandi contraddizioni e che le loro religioni sono ormai, nella gran parte dei casi, solo un logoro abito che sta cadendo a pezzi, e che essi seguono quasi solo per abitudine e per pigrizia mentale.

Le loro religioni, almeno le più diffuse, sono basate sulla credenza in un Dio creatore e onnipotente e sulla immortalità dell’anima umana; quanto agli altri viventi, non si pensa che abbiano un’anima e questo spiega, in un certo senso, il trattamento che viene loro riservato. Pare che quasi tutte le religioni, pur rivolgendosi solo all’ambito degli umani, prescrivano un comportamento corretto, se non pure amorevole, verso gli altri; ma, in effetti, noi raramente abbiamo trovato riscontro a simili concezioni nel comportamento concreto degli uomini.

Il vero culto di questi ultimi, in effetti, è rivolto al danaro e al potere, e sembra che non vi sia cosa che essi non sarebbero disposti a fare per procurarsi tanto l’uno che l’altro, a dispetto di ciò che proclamano a parole. I giuramenti più sacri, il senso dell’onore e perfino il rispetto e l’amore filiale non contano nulla per essi, quando si tratta di queste due cose; e ciò soprattutto fra gli umani che vivono nelle grandi città e che si ritengono più evoluti, mentre è meno palese fra quelli che vivono a un più basso livello tecnologico, nei piccoli centri sparsi nelle zone più remote.

Abbiamo pure osservato che, subito dopo la morte di un essere umano, i suoi parenti si precipitano a reclamarne l’eredità e sono pronti a contestare le sue ultime volontà e ad ingaggiare lunghe vertenze giudiziarie, magari tra fratelli o tra i figli e il genitore superstite, per entrarne in possesso. E ciò subito dopo la cerimonia funebre, che consiste in un rito religioso a cui fa seguito il trasporto del cadavere in una cassa di legno e la sua tumulazione in un luogo apposito, chiamato “cimitero”. E poiché sembra proprio che gli umani non facciano mai niente per niente e che, fra di loro, nemmeno il gesto più semplice sia gratuito, perfino tale cerimonia comporta una grossa spesa di denaro ed esistono casi in cui i parenti del morto non se la possono permettere.

L’educazione dei piccoli avviene nella cellula sociale di base, che è la famiglia ristretta, formata dai genitori e da pochi figli, generalmente due o tre al massimo, almeno nelle zone più ricche e in cui vi è un più elevato livello di istruzione;  stranamente, invece, proprio là dove più grande è la povertà, anche le famiglie sono più numerose.

La famiglia è basata su un contratto sociale fra un uomo e una donna adulti, che può essere di carattere religioso (e in questo caso è ritenuto indissolubile) oppure no. In ogni caso, sembra che le separazioni siano piuttosto frequenti e che siano in continuo aumento, mentre erano assai rare fino a poco tempo fa. In alcuni Stati, ultimamente, si sta approvando una unione legale anche fra due persone del medesimo sesso, ma la cosa è oggetto di discussioni e non tutti l’approvano. Abbiamo pure osservato che le unioni avvengono quasi sempre nell’ambito della stessa classe sociale, sebbene esista una generica idea sentimentale, in base alla quale l’unica cosa che conti realmente nelle unioni sessuali, è l’amore. Abbiamo trovato numerose tracce di ciò nei libri più venduti e nei film più visti, ma niente affatto nella vita reale.

All’età di cinque o sei anni, i bambini degli Stati più ricchi vengono mandati a scuola, e vi restano per molti anni, addirittura fino ai ventiquattro o venticinque anni, nel caso di quelli che seguono il corso di studi più avanzato. La loro istruzione è essenzialmente teorica, e questo vale anche per quelli che si vogliono specializzare in attività essenzialmente pratiche, dalla costruzione degli edifici alla cura delle malattie; si può dire che gran parte di ciò che essi imparano nel proprio campo di attività, lo imparano da sé, dopo aver terminato gli studi, spesso sbagliando e commettendo errori dalle conseguenze non lievi.

Nel mondo del lavoro vige una sorta di completa anarchia, per cui chiunque cerca di farsi una posizione in qualunque settore, indipendentemente dal bisogno effettivo della società; certo che molti, in questo modo, rimangono disoccupati. È apparso evidente, comunque, che la ricchezza di gran lunga maggiore non appartiene a coloro che lavorano di più o che sono ritenuti più abili nella propria professione, ma a dei grandi istituti di credito e finanziari, i quali non maneggiano denaro, ma pezzi di carta denominati in vario modo, e il cui valore muta di giorno in giorno, secondo le oscillazioni di una sorta di mercato generale, chiamata “borsa”. Tali istituti, specialmente quelli chiamati “banche”, vengono finanziati con i risparmi delle persone comuni, ma che poi vengono utilizzati per ogni sorta di transazioni a livello internazionale: e così, con il denaro di moltissimi piccoli risparmiatori, le banche sviluppano affari giganteschi in tutto il pianeta, comprano e vendono ogni sorta di cose senza mai maneggiare denaro, ma solo quei famosi pezzi di carta, anzi, solo mediante i calcolatori elettronici; e diventano sempre più ricche, mentre è già molto se i risparmiatori riescono a conservare integro il loro piccolo capitale iniziale, dato che il costo del denaro, a causa delle variazioni di borsa, tende a salire continuamente, ed il suo valore effettivo, di conseguenza, a scendere.

È strano che gli umani, i quali pur si vantano tanto della loro intelligenza, non vedano l’illogicità e il danno che un tale sistema comporta per la stragrande maggioranza di essi, a vantaggio di quei pochi che manovrano le quote di maggioranza delle banche e degli altri istituti finanziari; a questa incongruenza non abbiano saputo dare alcuna spiegazione.

Il sistema politico su cui si reggono gli Stati più ricchi e più dinamici è basato sulla libera iniziativa economica individuale, sulla difesa a oltranza della proprietà privata e sulla garanzia di una serie di diritti fondamentali, primo fra tutti quello alla vita; tale ideologia è chiamata “democrazia liberale”, ma presenta, anch’essa, numerose e patenti contraddizioni, a cominciare dal fatto che non sempre esclude la pena di morte quale sanzione dei reati più gravi e non tutela affatto la vita dei nascituri, ma anzi prevede la possibilità di abortire per le ragioni più svariate e non solo per strette necessità mediche.

Altri Stati, in genere i più poveri e arretrati, sono governati da piccole minoranze o da singoli individui, mediante l’impiego della forza militare e dei corpi di polizia, destinati a prevenire o reprimere qualsiasi forma di critica al governo stesso o di libera discussione sui problemi relativi alla vita sociale.

In generale, abbiamo constatato che gli Stati del primo tipo, i quali si autodefiniscono democratici, tendono a presentarsi come i campioni della “civiltà” e non esitano ad intervenire anche militarmente, oltre che con pressioni economiche, per ingerirsi negli affari dei secondi; anche se i loro veri scopi non sono affatto disinteressati, ma mirano ad assicurarsi vantaggi economici di vario genere, ad esempio mediante il possesso di materie prime. Fra queste, importantissima è il petrolio, un combustibile fossile che fornisce energia non rinnovabile, e quindi destinata ad esaurirsi entro breve tempo, ma sulla quale si basa gran parte della struttura dei trasporti, particolarmente quelli con veicoli privati. Ma di questo abbiamo già detto qualcosa in precedenza, parlando degli effetti altamente inquinanti di tale sistema.

Di quando in quando, gli Stati di questo pianeta si scatenano in guerre più o meno sanguinose; le ultime due, che li hanno coinvolti quasi tutti contemporaneamente, son state particolarmente distruttive e, al termine della seconda, è stata costruita ed impiegata, con effetti devastanti, anche una bomba a fissione nucleare incontrollata.

Sempre sulla fissione nucleare è largamente basata anche la produzione di energia per uso civile, sebbene si siano già verificati alcuni gravissimi incidenti nelle centrali atomiche e nonostante che questo pianeta presenti condizioni ottimali per lo sfruttamento di energie rinnovabili, a cominciare da quella solare e da quella del vento.

Da allora, dopo un periodo di forti tensioni internazionali, si è imposto un Stato sopra tutti gli altri, una superpotenza denominata “Stati Uniti d’America”, che, con la sua forza economica oltre che militare, è in grado di dettar legge sull’intero pianeta. Da fonte riservate abbiamo saputo che uomini dei servizi segreti di tale superpotenza sono da tempo in rapporti con altre creature interplanetarie, dalle quali hanno ottenuto conoscenze tecnologiche, soprattutto per impiego militare, in cambio del prelievo di un certo numero di umani quali cavie da laboratorio.

Ma queste informazioni sono tenute segretissime e la quasi totalità degli abitanti del pianeta ne è completamente all’oscuro, così come lo è delle basi sotterranee ove tali rapporti interplanetari hanno sede; la gente pensa anzi che le notizie relative alla presenza di creature provenienti dallo spazio siano pure e semplici leggende e la cosa è trattata quasi solo nell’ambito della letteratura e del cinema di evasione. In materia di viaggi spaziali, infatti, gli umani- da parte loro - sono stati finora in grado di raggiungere solo i corpi più vicini al loro pianeta, a mezzo di spedizioni rare e costosissime, dai tempi estremamente lunghi e quasi tutte senza equipaggio vivente.

Per quanto riguarda, infine, la cultura e la spiritualità, abbiamo avuto modo di constatare che la prima è onorata a parole, ma poco praticata e anche poco ammirata, di fatto, dalla gran massa della popolazione umana e dalle stesse istituzioni pubbliche; mentre la seconda è ad uno stadio di sviluppo che potremmo definire, per adoprare un eufemismo, deplorevole.

Nella parte più ricca dell’umanità (circa un sesto del totale) vengono dedicati molto tempo e molte energie alla cura del corpo, ma più per apparire sani, che per esserlo realmente. Ad esempio, le persone frequentano le palestre e praticano varie attività fisiche, ma si nutrono malissimo, con una dieta a base di carne - come già detto - e, per giunta, senza curarsi dei molti prodotti estremamente nocivi con i quali vengono confezionati gli alimenti, allo scopo di farli apparire più appetitosi e ben conservati.

Si arriva al punto che molte persone, anche di non grandi mezzi economici, spendono gran parte del loro denaro per acquistare vestiti eleganti e prodotti di bellezza per il corpo, ma al tempo stesso si sforzano di risparmiare sul cibo e sulle bevande, preferendo i prodotti industriali dell’agricoltura e dell’allevamento, spesso geneticamente modificati, a quelli biologici.

Questo, nell’ambito delle società benestanti.

Il resto dell’umanità vive in condizioni di miseria tali, da essere a stento credibili. Vi sono città, nelle quali migliaia di persone vivono e muoiono sulle strade, in mezzo alla sporcizia, nell’indifferenza generale. Questi individui, evidentemente, hanno ben altro a cui pensare che andare in palestra o scegliere che tipo di prodotti alimentari acquistare. Eppure, in alcuni luoghi di questo genere, abbiamo assistito a scene significative: ad esempio, quella di un uomo anziano che chiedeva l’elemosina per sé e per una vacca dagli arti mutilati, la quale portava al collo una ghirlanda di fiori.

Gli artisti, gli scrittori e i filosofi sono apprezzati, ma solo se raggiungono il successo, e ciò dipende dai meccanismi della domanda e dell’offerta, come per qualunque altra merce: sicché sappiamo per certo che le opere di certi artisti, che in vita furono sconosciuti ed estremamente poveri, dopo la loro morte hanno raggiunto quotazioni favolose. La maggior parte delle opere che abbiamo visionato, specialmente quelle letterarie (imparare alcune lingue degli umani è stata cosa assai facile, dato che si tratta di idiomi semplicissimi) ci sono sembrate indegne dell’intelligenza di un normale essere pensante, per non parlare dei prodotti cinematografici e dei programmi televisivi; eppure, tutti gli umani che vivono al di sopra del livello di pura sussistenza passano molte ore seduti davanti al televisore e assistono con interesse a tali squallide rappresentazioni.

Gli scienziati e i tecnici godono di maggior prestigio, specialmente questi ultimi, per le ricadute immediate delle loro ricerche e per le possibilità di carriera e di guadagno che si offrono loro, specialmente nei settori dell’industria d’avanguardia. La ricerca, infatti, sembra essere sempre finalizzata allo scopo di realizzare prodotti da mettere in commercio; pare che, come attività intellettuale disinteressata, essa sia praticamente sconosciuta.

Riassumendo, ci sembra che la vita intelligente, sul pianeta WRS101, non presenti caratteristiche tali da giustificare un nostro interesse nei suoi confronti. Gli umani avranno bisogno di molti secoli, secolo tutte le apparenze, per giungere ad uno stadio spirituale appena accettabile; posto che ciò accada e che non si distruggano da se stessi, insieme alle altre forme di vita del loro pianeta, vuoi mediante una guerra generalizzata con armi atomiche, chimiche e batteriologiche, vuoi per effetto della devastazione ambientale, dell’inquinamento e del “buco” che essi hanno formato nella fascia di ozono che protegge l’atmosfera dalle radiazioni ultraviolette della loro stella.

È pur vero che, stando alle nostre indagini, sembra che in passato siano vissute alcune figure di alta spiritualità, quando gli umani vivevano ancora ad uno stadio di sviluppo pre-tecnologico; né si può escludere che alcune vivano ancor oggi, lontano dal rumore dei grandi mezzi d’informazione. Ma, evidentemente, né quelle del passato, né - se vi sono - quelle del presente, sono riuscite ad ispirare una più elevata concezione di vita nei loro simili.

Come potremmo stabilire significativi rapporti con creature che perseguono solo la ricchezza e il potere ed incapaci di fare il minimo gesto in maniera disinteressata; che sono schiave delle passioni più basse, la brama e il timore, oltre che della più grossolana ignoranza sul senso della vita?