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Fine dei dinosauri e inizio dei mammiferi?

di Fabrizio Fratus - 16/11/2011

Fonte: antidarwin.wordpress



Un nostro lettore ci ha chiesto di commentare un articolo apparso su Repubblica 28 novembre 2010 http://www.repubblica.it/scienze/2010/11/28/news/dinosauri_mammiferi-9594550

 

Ho trovato interessante questo articolo di natura mediatica, non tanto per il contenuto ma per l’impostazione dell’articolo che presenterebbe delle conclusioni certe di un studio scientifico. Dal linguaggio utilizzato si evince che ogni mistero sulla comparsa degli mammiferi è stato svelato. Frasi come: “una ricerca condotta dalla Fondazione Nazionale delle Scienze, ha scoperto…”, “Questa nuova scoperta confermerebbe l’ipotesi …” ci fanno capire come la conclusione cui sono arrivati debba considerarsi indiscutibile, ormai un fatto scientifico!

 

Analizziamo quanto scritto.

 

“Svelato il mistero… La ricerca della National Science Foundation si basa soprattutto sui denti fossili”: Mi sembrano fare delle affermazioni un pò azzardate se basano le loro conclusioni prevalentemente su dei denti. Anche Hesperopithecus (Uomo di Nebraska), nostro antenato di 1 milione di anni fu ricostruito in base alle scoperta di un dente! Purtroppo dopo questa ricostruzione grandiosa hanno scoperto che il dente era quello di una specie di maiale che si era estinto solo pochi anni prima.

 

Passiamo all’affermazione successiva: “La ricerca basata, su un’enorme quantità di dati raccolti in tutto il pianeta, in particolare sui denti fossili, i quali, più di ogni altra parte del corpo, sono legati alle dimensioni dell’animale, ha dimostrato come esista una stretta relazione tra ambienti ecologici ed evoluzione che influisce sulle specie indipendentemente dalla loro storia evolutiva precedente.” Io ho sempre pensato che le ossa degli arti fossero un’indicazione delle dimensioni dell’animale migliore, in particolare il femore, ma secondo questo articolo dovevo avere le idee confuse! Perché non prendiamo in considerazione alcuni animali moderni per capire se questa affermazione abbia delle fondamenta?

Elefante africano:

Peso di un dente (zanna): fino a 102,7 kg 1, Peso di un elefante: fino a 11,000 kg 2 - rapporto 1 : 107

 

Capodoglio:

Peso di un dente: fino a 1 kg 3,

Peso di un capodoglio: fino a 57.000 kg 4 - rapporto 1 : 57000

 

Mi sembra che in questo caso le dimensioni dei denti non corrispondano molto (direi per niente) alle dimensioni degli animali. Prendendo altri dati come, per esempio, l’andamento del peso medio delle zanne dell’elefante africano, scopriamo che nel 1970 il peso medio di una zanna era di 12 kg, nel 1990 solo 3 kg.5 Questo significa che considerando esclusivamente i denti, e credendo ciecamente alle conclusioni dell’articolo, le dimensioni dei elefanti africani siano diminuite del 75% in soli 20 anni! Vi sembra possibile che in Africa si trovino solo degli elefanti pigmei? Certo che no. Non vi voglio prendere in giro ma solo mettervi in guardia sul fatto che nessun aspetto di uno studio di un soggetto complesso come la paleontologia, dove le prove non sono di natura empirica e i dati sono molto incerti, va mai preso in considerazione isolatamente. Il studio della vita passata, la paleontologia, non è una scienza esatta, né un mondo di assoluti. Si parte da dei presupposti e si interpretano i dati secondo i presupposti. Purtroppo accade ripetutamente che questi presupposti ci impediscono di vedere la realtà a furia di rivendicare a tutti costi la nostra visione del mondo, come confessato da Richard Lewontin:

 

Noi difendiamo la scienza nonostante l’evidente assurdità di alcune delle sue affermazioni, nonostante essa non riesca a realizzare molte delle sue stravaganti promesse sulla salute e sulla vita, nonostante la tolleranza della comunità scientifica per delle favole immaginarie prive di verifica, perché abbiamo un impegno aprioristico, un impegno materialista. Non è che i metodi e le istituzioni della scienza ci obblighino ad accettare una spiegazione materialista dei fenomeni, ma al contrario, siamo costretti dalla nostra adesione aprioristica alle cause materiali a creare un apparato d’investigazione ed una serie di concetti che generano spiegazioni materialistiche; non importa quanto contro intuitive, non importa quanto mistificanti per i non addetti ai lavori. Non solo, ma tale materialismo è un assoluto, perché non possiamo aprire la porta al Piede Divino.” 6

 

Una qualsiasi ipotesi deve avere delle predizioni. Secondo la visione evoluzionista, per esempio, le piante erbacee non sono comparse sulla terra fino a 10 milioni di anni dopo l’era in cui i dinosauri vagavano sulla terra. Perciò, come previsione, non si dovrebbero mai trovare dinosauri ed erbe insieme nelle stesse rocce. Allora come spiegano la scoperta di coproliti (letame fossilizzato) di dinosauro contenenti ben 5 specie di erbe diverse?7 Non solo dinosauri e piante erbacee erano contemporanei, ma addirittura i dinosauri mangiavano l’erba.8 Come potevano mangiare l’erba se non si sarebbe evoluta fino a 10 milioni di anni dopo la loro estinzione? La scoperta di fitoliti (corpi di silice che si trovano nelle erbe) in coproliti ha messo in crisi la teoria evoluzionista, costringendo una drammatica revisione dell’evoluzione delle piante erbacee.9

Per tanti anni i creazionisti hanno presentato i dinosauri e l’erba come contemporanei e furono derisi dagli scienziati evoluzionisti. Ma ancora una volta il modello creazionista delle origini regge all’indagine scientifica e l’ipotesi evoluzionista sta bruciando come l’erba secca in un incendio boschivo nella savana arida.

L’articolo svela l’altra grande scoperta: Il clima freddo è stato l’elemento chiave a provocare l’evoluzione dei mammiferi per quanto riguarda le loro dimensioni. L’ambiente è sicuramente un fattore importante che influisce sulla selezione naturale. Non dimentichiamo però che la selezionare naturale agisce sul fenotipo e non direttamente sul DNA. Selezionando il fenotipo più adatto a sopravvivere in un certo ambiente, indirettamente va a selezionare il genotipo che è stato espresso. Questa selezione risulta sempre una selezione da informazione genetica pre-esistente e non crea nuove informazione genetica. L’effetto è quello di una costante e graduale perdita del patrimonio genetico. 10 Anche Shapiro ha pubblicato che la selezione naturale non favorisce l’evoluzione:

È stata una sorpresa scoprire con quale precisione le cellule si proteggono proprio contro i cambiamenti genetici accidentali che sarebbero la fonte della variabilità evolutiva, secondo la teoria tradizionale… Dedicano molte risorse a sopprimere la variazione genetica casuale”.11

Il studio scientifico di Shapiro conclude che la selezione naturale sarebbe il nemico dell’evoluzione e non il suo meccanismo, perché tende a mantenere la stasi. Se la Fondazione Nazionale delle Scienze ha trovato la prova di un aumento nelle dimensioni dei mammiferi questo è perché l’informazione genetica per una variazione nella dimensione (entro limiti ben definiti) c’era già nel genoma e perciò poteva essere selezionata. Il clima freddo non può in alcun modo provocare le mutazioni che avrebbero portato a dimensioni maggiori. Se ci limitiamo alle sole certezze scientifiche, cioè ai dati empirici della biologia molecolare, ancora una volta la presa di posizione sull’evoluzione non è sostenibile.

Le affermazioni mediatiche sull’evoluzione, presentate come in questo articolo, non sono credibili e servono solo ad ingannare la gente, facendogli credere che un’ipotesi defunta e screditata, sia un fatto certo. Non sono le parole ideologiche che creano, da una mera ipotesi, un assoluto. E’ ora di presentare l’ipotesi dell’evoluzione in modo onesto, dichiarando le incertezze che oscurano le conclusioni. Questo sarebbe un giusto approccio scientifico. Che il giornalista, autore di questo articolo, e tutti nel mondo mediatico prestassero attenzione! Pesate le prove e scegliete in base ai fatti (dichiarando quali siano le incertezze dei dati) e prendendo in considerazione un quadro completo. Non scegliete una certa immagine del mondo solo perché l’idea rientra nel paradigma dominante.

1http://www.upali.ch/ivory_en.html

2Fenykovi, Jose, “The Biggest Elephant Ever Killed By Man”, USA: CNN, p. 7, June 4, 1956. http://sportsillustrated.cnn.com/vault/article/magazine/MAG1069744/7/index.htm.

3http://en.wikipedia.org/wiki/Sperm_whale con riferimento a “American Cetacean Society Fact Sheet”. http://www.acsonline.org/factpack/spermwhl.htm. Retrieved 2007-03-19

4http://en.wikipedia.org/wiki/Sperm_whale con riferimento a Whitehead, H. (2002). “Sperm whale Physeter macrocephalus”. In Perrin, W., Würsig B. and Thewissen, J.. Encyclopedia of Marine Mammals. Academic Press. pp. 1165–1172.

5http://www.upali.ch/ivory_en.html

6Richard Lewontin, “Billions and billions of demons”, The New York Review, 9 January 1997, p. 31

7Prasad, V., Strömberg, C., Alimohammadian, H., and Sahni, A., Dinosaur coprolites and the early evolution of grasses and grazers, Science 310(5751):1177–1180, 18 November 2005.

8Piperno, D., and Sues, H.-D., Dinosaurs dined on grass, Science 310(5751):1126–1128, 18 November 2005; perspective on ref. 1.

9Hecht, J., Dino droppings reveal prehistoric taste for grass, New Scientist 188(2527):7, 2005.

10Dr.J.C.Sanford (inventore del ‘gene gun’), Genetic Entropy & The Mystery of the Genome, FMS Publications, 3rd Ed., 2008, p.27.

11James A. Shapiro, A Third Way, Boston Review: Is Darwin in the Details? A Debate, http://www.bostonreview.net/br22.1/shapiro.html