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Damasco chiama, Burgas risponde?

di Enrico Galoppini - 20/07/2012

Fonte: europeanphoenix


 

 


 

Come tutti sanno, ieri, mercoledì 18 luglio, intorno alle 15.00 a Burgas, in Bulgaria, un attentato è costato la vita a sei turisti israeliani (più un bulgaro e l’attentatore stesso).

Prima di ogni altra cosa, va detto che chiunque uccida un altro essere umano si macchia di un crimine orrendo, che avrà delle ripercussioni devastanti a livello spirituale se, prima di lasciare questo mondo, non elaborerà un sincero pentimento. Quest’orrendo crimine è tale a prescindere dall’identità, dall’appartenenza e dalle idee o dalla fede professate dalla vittima e dall’assassino. Nel senso che il ragionamento non ammette deroghe in base ad un fazioso e discriminante “chi ha ucciso chi”. Gli uomini, da questo punto di vista, hanno tutti il medesimo “valore”, essendo tutti creature del Signore.

Sembra un po’ surreale cominciare un articolo di “politica internazionale” in questa maniera, ma in questo “mondo moderno” e “democratico” completamente impazzito è diventato necessario. Perché se una strage di israeliani merita la prima pagina e la “breaking news” dell’“informazione 24 su 24”, altrettanto non avviene per le stragi di palestinesi (peraltro molto più frequenti di quelle di israeliani!), di afghani, di iracheni, di serbi, di ivoriani, di libanesi, di libici, di siriani eccetera eccetera. Chiunque non sia completamente obnubilato nelle sue facoltà di giudizio morale può per l’appunto valutare quale squilibrio vi sia nella “importanza attribuita a determinati morti ammazzati rispetto ad altri, essendo condizionata proprio dal suddetto “chi ha ucciso chi”, da chi è la vittima e chi è il carnefice. Insomma, viviamo in un mondo – virtuale, se vogliamo, ma capace di influenzare decisamente quello reale, delle idee e delle decisioni - intriso di “pena” e “cordoglio” a geometria variabile.

È surreale e penoso dover svolgere tutta questa premessa, ma bisogna in un certo senso ripetere i ‘fondamentali’ del “vivere civile” prima di esporre alcune considerazioni su quanto è accaduto ieri e, in via generale, su quel che avviene a proposito dei “fatti del mondo”. Se non si rispettano in egual maniera tutti i morti ammazzati, in special modo quelli in maniera particolarmente “ingiusta” ed “incolpevole”, non si può credere allo “scandalo” che a comando, come le lacrime di un celebre ministro, prorompe dalle redazioni di “professionisti” della mistificazione e dalle cosiddette “stanze del potere”.

Oltre a questo, va anche detta un’altra cosa banalissima. Che è del tutto legittimo – e non “immorale”, come qualche ‘chierico laico’ vorrebbe imporre - interrogarsi sul perché e il per come avviene una “strage di innocenti”, compresi quelli della “parte giusta”. Lo è perché l’uomo non è una bestia che risponde ad impulsi preordinati, al cosiddetto “istinto”: un leone sbrana una gazzella non per chissà quale recondito motivo, ma perché ha fame; e lo stesso leone scaccia gli altri leoni perché vuole stabilire il suo dominio sulle leonesse e il territorio, senza inventarsi alcuna giustificazione (media compresi)! Gli uomini se ne fanno di tutti i colori per i medesimi motivi, tuttavia hanno bisogno di raccontarsi – e raccontare agli altri per convincerli - che fanno questo e quello, compreso l’omicidio dei loro simili, per i motivi i più “nobili”. Ma alla fine lo scopo è imporsi come il leone dominante dell’esempio summenzionato (che tra l’altro non giunge ad accoppare il leone sconfitto).

Senonché mentre i leoni si comportano tutti allo stesso modo ed “un leone (dominante) vale l’altro”, e così fan tutti gli altri animali, l’uomo, essendo una creatura teomorfa, ha la facoltà di esercitare il suo dominio sugli altri uomini per poi far andare le cose nella maniera di cui il suo Signore effettivamente si compiace. Infatti non è la stessa cosa trovarsi sotto un “regime comunista”, un “regime liberaldemocratico” o qualsiasi sistema ateo” o “laico” che dir si voglia, e vivere in base alle leggi che il Signore ha dato agli uomini affinché possano prosperare in questa vita e nell’altra, e perciò fare ritorno a Lui. Vi sono dunque uomini che lavorano in un senso e uomini che lavorano nel senso opposto, ed in questi “tempi ultimi” è di una chiarezza lampante che, nel mondo della “politica”, dell’ “economia” e della “cultura”, sono sempre più quelli che si schierano dalla parte che conduce l’essere umano alla perdizione e al fallimento.

Se impariamo a ricomporre i vari “fatti storici” in una prospettiva di lungo termine, non è poi difficile distinguere delle forze che intendono stabilire un dominio planetario, e che per raggiungere tale obiettivo non guardano in faccia a nulla e a nessuno. Sono praticamente senza scrupoli, e se una strage fa comodo, si fa saltare in aria un pullman, un treno, un aereo. Con tanti saluti al fatto che le vittime di turno siano della “parte giusta” così come vien creduta dalla massa.

Queste basilari constatazioni vengono però ignorate dalla maggioranza dei fruitori distratti di “notizie”, i quali, essendo mediamente gente meno scaltra e perfida di chi comanda, non riescono - e addirittura si rifiutano - ad immaginare a quali livelli di malvagità possa giungere chi persegue un obiettivo “grandioso” quale può essere il dominio planetario per instaurare il Regno della Sovversione.

La selezione della “rilevanza” di un fatto delittuoso rispetto ad un altro, completa poi l’opera malefica di manipolazione delle coscienze. Pertanto, mentre tutti, praticamente in diretta, veniamo informati di una “strage di occidentali”, nessuno viene edotto, con altrettanta solerzia (a meno che vada a cercarsi la notizia col lanternino), di una carneficina di esseri umani altrove. In Afghanistan un sacco di gente è stata fatta fuori mentre festeggiava un matrimonio, ma qua – dove una “classe politica” di degenerati e buffoni spende alla chetichella un miliardo l’anno per la “missione” ma si accapiglia per le “nozze gay” - non lo si deve sapere. In Iraq sono stati eliminati fior fior di “scienziati”, ma qua – dove ci si profonde in inchini al “bosone di Higgs” - si deve credere che là abbiano appena inventato l’uso della ruota. In Iran scoppiano le bombe nelle moschee, in mezzo fedeli in preghiera, ma qua si glissa allegramente e si fa credere che là le confessioni diverse da quella islamica sono perseguitate. In Bahrein dei manifestanti pacifici al 100% vengono falciati dalle forze del governo e da quelle dell’Arabia Saudita, ma qua nessun “pacifista” in servizio permanente effettivo trova da ridire. In Libia i “liberatori” danno la caccia a “negri” e altri musulmani non in linea con la loro interpretazione ideologica dell’Islam, e qua, in questa “patria dei diritti umani”, nessun paladino del “mondo a colori” fiata, mentre quei professionisti della alta mistificazione’ che sono i docenti universitari, dopo aver presenziato ad iniziative per la “libertà” del tal paese arabo si guardano bene, a ‘festa finita’, dal farsi vedere troppo “schierati” in maniera sgradita al Badrone, che tutto controlla, compresa l’accademia. Se scoppia una bomba nella metro di Mosca, o in centro a Damasco, vi è addirittura chi, sulle colonne di “autorevoli” testate, insinua che in fondo la bomba se la sono messa da soli, dimostrando che l’aborrita “dietrologia” è tale solo in base a chi sono le vittime.

E mi fermo qui perché i miasmi della “moralità occidentale” mi sono già arrivati ad un punto oltre al quale rischio di svenire. Comunque ci siamo capiti e ricapitolo per i duri di comprendonio e gli adusi a voler capire a modo loro: uccidere un altro essere umano non si fa, e se non si fa, come asserisce la retorica occidentale dei “diritti umani”, non è accettabile ovunque e a danno di chiunque. Se poi, la cosiddetta “informazione” non è coerente con tale “questione di principio” adottata ufficialmente nei “paesi democratici”, il “problema” non è chi cerca di capire il perché di questa contraddizione smaccata, ma chi non è consequenziale con gli assunti di base che professa.

A questo punto, possiamo porci alcune domande sulla concomitanza di due fatti “gravi” occorsi ieri. L’attentato contro il pullman coi turisti israeliani, avvenuto intorno alle 15.30, segue infatti di poche ore l'attacco terroristico (si può ancora dire o anche questo termine è ad uso discrezionale?) a Damasco che ha causato la morte di un paio di ministri. Una cosa che, se accadesse in un “paese democratico”, come minimo farebbe scattare la “legge marziale”, invocata da tutta la “stampa libera”. Qua, invece, si plaude. Certo, i fili vengono azionati e le marionette muovono le mani.

Ci sono al riguardo di questo attentato in Bulgaria alcuni fatti che vanno rilevati. La voce “Burgas” di Wikipedia (italiana)
http://it.wikipedia.org/wiki/Burgas , alle 18,45 (!), risultava aggiornata” con un paragrafo interamente dedicato all'“attentato antisemita” (possibile che ogni offesa ad un ebreo, israeliano o meno, dev’essere per forza addotta al “pregiudizio”? che idiozia è mai questa?)... Che solerzia questa Wikipedia! Siamo in pieno “grande fratello”: il “sapere”, ormai, alla faccia della Treccani, “l'Enciclopedia Italiana” voluta da Giovanni Gentile (uno “scienziato” giustappunto ‘democraticamente assassinato’…) ed oggi consultata solo da pochi irriducibili’, coincide con l'”enciclopedia liberaon line, che ignoti “amministratori” modificano in tempo reale...

Peccato che mentre questi novelli Diderot e D’Alembert trovano il tempo, in tre ore, di “aggiornare” la pagina di quella che ormai la massa ha adottato come fonte privilegiata del “sapere”, in anni non si siano mai accorti che a Burgas abbia sede una delle belle basi militari statunitensi installate nel quadro del ‘pacchetto tutto compreso’ che ha previsto, per i paesi dell’Europa orientale, l’adesione alla Nato, addirittura prima di quella all’Unione Europea (anche senza l'Euro, com’è il caso della Bulgaria)...

A Burgas ha sede infatti il 409° Expeditionary Corp (v. anche la voce storica della stessa Wikipedia), protagonista della “Guerra al terrorismo” (mai definizione fu più vaga!) lanciata in gran pompa e con effetti speciali dagli Usa con “alleati” al seguito a partire dall’11 settembre 2001, il “big bang del XXI secolo”. L’installazione di truppe ed armamenti Usa e Nato sul territorio bulgaro venne salutata dall’allora ministro degli Esteri Solomon Isaac Passy come il “risultato del consenso creatosi nella società bulgara dopo l'11 settembre 2001”. A Burgas sorgono inoltre, all’insegna della amicizia bulgaro-americana”, anche la Sarafovo Air base (US-Air Force) e Camp Sarafovo (US-Army).

Strana faccenda quella delle bombe sui treni, degli aerei che cadono, e anche di questi pullman che esplodono… In Italia ne sappiamo qualcosa. E non è un caso, a mio parere, che ancora dopo decenni non venga fuori la verità, se si trattasse di coprire solo dei “terroristi” da dare in pasto al pubblico ludibrio e non una “grande potenza dalle cui basi, e solo da quelle, può uscire l’esplosivo per compiere simili mattanze come quella della stazione di Bologna.

Con una tempistica da far invidia ad un centometrista, Netanyahu ha additato quale mandante dell’attentato nientepopodimeno che... l'Iran, coi soliti giornali-pappagallo che ripetono la litania senza porre il minimo dubbio. Un altro elemento che fa pensare.

Si noti che, al contrario, per le bombe che scoppiano in Siria da mesi nessuno pone il dubbio che si tratti di... Cia, Mossad e “ratti della Nato” (che con quale coraggio si definiscono “musulmani”:? l’hanno letto il Corano o no? è assolutamente interdetto uccidere intenzionalmente un altro credente!): no, in Siria va in scena una “rivolta di popolo”, ma se uno ha buona memoria si ricorda che delle prime bombe scoppiate a Damasco i medesimi “professionisti dell’informazione” davano la colpa al “regime”, che se le sarebbe fatte scoppiare da solo per giustificare la “repressione”. Adesso, per decenza, visto che le bombe scoppiano nelle stanze ministeriali, hanno accantonato almeno questo motivo propagandistico. Ma sul tappeto resta tutto l’armamentario in auge in occasioni analoghe (vedasi l’Iraq), dalla “strage di civili” o “di bambini” alle “armi chimiche”, che sarebbero utilizzate – ascoltare per credere dalla dirigenza siriana “con la collaborazione di al-Qa‘ida”!!! La stessa al-Qa’ida” indicata da tutti i “cattivi” (tra cui la Siria) quale strumento nelle mani dell’Occidente…

Ma in Italia – particolarmente impegnata al fronte’ - continuano ad andare in scena convegni con “padri” (ovviamente “impegnati per la pace”, a differenza di quelli rimasti in Siria, in odor di “collaborazionismo”) che solo grazie all’opera informativa di “pacifisti” veri, nel senso che sono coerenti con le idee che professano, vengono impietosamente smascherati. C’è tutto un parterre di una varia umanità che si agita per dimostrare che l’ennesima “liberazione” s’ha da fare: dagli islamologi con grembiulino a quelli folgorati sulla via… di Damasco, ovvero del “riformismo islamico” da imporre anche là (un Islam che più antitradizionale di così non si può), dai filosofi ultra-nichilisti (con porporati al seguito) alle “associazioni di amicizia” messe su in fretta e furia per dimostrare che la “società italiana” è solidale con la “battaglia per la libertà”. Non avevo mai visto cominciare un “convegno” su questioni di “politica internazionale” con un “minuto di silenzio” né con l’inno di Mameli, ma il livello di “democrazia totalitaria al quale dobbiamo abituarci evidentemente esige questo ed altro.

Pare che durante quel “silenzio” forzato e posticcio qualcheduno, meno prono e corrotto, abbia udito salire la voce di alcune vittime della “parte sbagliata”…: “Ma un minuto solo non lo meritiamo mai anche noi?”.