L’intelligence USA alla testa dell’”opposizione” siriana, il ruolo del Bilderberg e del CFR
di Chris Marsden - 20/07/2012
In un articolo del 12 luglio per la rubrica “Comment is Free” del Guardian, Charlie Skelton poneva la domanda fondamentale che i media di tutto il mondo non vogliono sentirsi chiedere.
“The Syrian opposition: who’s doing the talking?” è una denuncia devastante delle intime connessioni tra l’opposizione siriana e i servizi d’intelligence statunitensi, britannici e francesi, assieme ai vertici neo-con degli Stati Uniti. Traccia la formazione del Consiglio nazionale siriano e la nomina della sua dirigenza, e dei principali piani a lungo termine, ben finanziati, per il cambiamento di regime in Siria, e più in generale in Medio Oriente. Questi piani risalgono almeno al 2005, e sono stati finanziati da Washington nel tentativo di assicurarsi il controllo politico della regione ricca di petrolio.
Skelton non tenta di essere esaustivo. Si concentra su alcuni dei membri più di spicco del CNS e identifica alcuni dei sostenitori più accaniti dell’intervento militare, come se fossero pagati quali rappresentanti delle potenze occidentali. Tra coloro che abitualmente vengono citati come “portavoce ufficiale” o “attivista pro-democrazia”, vi è l’accademica siriana di Parigi Bassma Kodmani, un membro dell’ufficio esecutivo e responsabile della politica estera del CNS.
Kodmani è un’assidua visitatrice alle conferenze del gruppo Bilderberg, un’organizzazione di alte figure politiche dedita a rafforzare i legami tra l’imperialismo statunitense ed europeo, e per garantire i loro interessi collettivi globali sotto la bandiera della promozione dell’”atlantismo”. Nel 2005 ha lavorato per la Fondazione Ford a Cairo. Quell’anno ha visto un marcato deterioramento delle relazioni USA-Siria, con il presidente George W. Bush che contemplava un intervento militare contro Damasco, assieme a Israele. A settembre, Kodmani divenne direttrice esecutiva della Arab Reform Initiative, finanziata dal Council on Foreign Relations e dal suo programma US/Middle East presieduto dall’ex consigliere per la sicurezza nazionale, generale Brent Scowcroft. Il “controllo finanziario” del progetto fu dato al Centre for European Reform (CER), un think-tank britannico guidato da Lord Kerr, vice presidente della Royal Dutch Shell. Kodmani è anche membro del Consiglio europeo per le Relazioni Estere, operando come direttrice esecutiva della sua Arab Reform Initiative.
Radwan Ziadeh, direttore delle relazioni estere del CNS, è senior fellow presso l’US Institute of Peace e ha firmato una lettera che chiedeva l’intervento militare degli Stati Uniti a fianco dell’ex capo della CIA James Woolsey, Karl Rove e altri importanti neo-con. Ha agito come intermediario tra la Casa Bianca e l’opposizione siriana dal 2005. Najib Ghadbian, un docente dell’Università dell’Arkansas, è membro della segreteria generale del CNS e fa parte del comitato consultivo del Syrian Centre for Political and Strategic Studies di Washington, insieme a Ziadeh. Ausama Monajed del CNS è il fondatore di Barada Television, una emittente satellitare pro-opposizione ed ex “direttore delle pubbliche relazioni del Movimento per la Giustizia e lo Sviluppo di Londra” (MJD). Entrambi sono massicciamente finanziati dal Dipartimento di Stato statunitense, secondo WikiLeaks.
Skelton cita alcune delle molte centinaia di milioni di dollari confluiti all’opposizione siriana dagli Stati Uniti e dagli Stati del Golfo. Tra i servizi di Monajed a Washington vi era la pubblicazione di una dichiarazione politica ufficiale del CNS, un documento redatto da Michael Weiss della Henry Jackson Society, che chiede l’intervento in Siria. La società è supportata dai vertici neo-conservatori come William Kristol e Richard Perle.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani, le cui cifre gonfiate concernenti le vittime sono costantemente citate dai media, risulta essere di un tale Rami Abdul Rahman, di Coventry, un commerciante di abbigliamenti. Un altro luminare della Henry Jackson Society è Hamza Fakher, descritto da Nick Cohen dell’Observer come “una delle fonti più affidabili sui crimini di cui il regime nasconde le notizie.” Le storie che diffonde sono regolarmente citate come rapporti di testimoni oculari. Fakher è il responsabile per la comunicazione del londinese Strategic Research and Communications Centre di Monajed e un dipendente di Barada TV.
Skelton merita credito per la descrizione onesta della rete di connessioni tra l’opposizione siriana e l’apparato di sicurezza militare statunitense/europeo. Ma il fatto è che ciò che egli espone sarebbe ben noto ai servizi di ricerca di Guardian, New York Times, BBC, NBC, CBS, ABC e altri. Nessuno di essi è stato ingannato da nessuno. Sono disposti a condurre la propaganda di guerra imperialista, senza fare domande sulle fonti che citano, perché non vogliono sospendere il rullo dei tamburi di guerra. E’ questo ha causato la denuncia graffiante di Skelton nell’edizione del giorno successivo del Guardian, da parte del redattore diplomatico Julian Borger. “La manipolazione degli Stati Uniti delle notizie dalla Siria è una falsa pista“, dichiara il titolo, “il quadro generale è chiaro.” Accusando Skelton di “insinuazioni”, di un pesante uso delle virgolette per indicare lo scetticismo, di “prosa banale” e altri crimini letterari, Borger difende le varie attività d’intelligence identificate da Skelton, come “persone che hanno dedicato una parte sostanziale della loro vita professionale a studiare la società e la politica siriana.” Questa è una definizione così priva di valore che potrebbe essere applicata a qualsiasi tipo di stratega e spia imperialista. La chiara importanza di Bassma Kodmani nella gerarchia del CNS viene semplicemente respinta, mentre Skelton viene persino deriso per descrivere il Council on Foreign Relations (CFR) come “un potente gruppo di pressione degli Stati Uniti“, essendo “inutilmente sinistro“. E’ “il più prestigioso centro di ricerca di politica estera degli Stati Uniti“, insiste Borger. Borger, infatti, controargomenta con la sua posa falso-ingenua. Nessun altro think tank di politica estera è più influente del CFR, e Kodmani è lì come rappresentante di fiducia degli interessi imperialisti degli USA in Medio Oriente.
Si deve aggiungere che il Socialist Workers Party della Gran Bretagna e i suoi seguaci globali del Segretariato Unificato Pablista, e altri pseudo-sinistri, danno prova di una simile cecità, politicamente motivata, sul vero carattere dell’opposizione siriana e le sue finalità. A giugno, Khalil Habash si lamentava su International Viewpoint del Segretariato Unificato, che “Il processo rivoluzionario siriano sin dall’inizio è stato colpito da circospezione da una parte della sinistra … accusandolo di essere una cospirazione dei paesi occidentali imperialisti e reazionari regionali come l’Arabia Saudita. Questa tendenza purtroppo continua ….” Simon Assaf di SWP era ancora più schietto all’evento annuale Marxism 2012. Ha detto che non voleva soffermarsi su coloro che parlano di “cospirazione” dovuta al coinvolgimento di Turchia, Qatar, Arabia Saudita o negli Stati Uniti, perché “ci avrei messo troppo tempo a calmarmi“.
Non è solo che questi gruppi si rifiutano di prendere una posizione critica nei confronti del movimento di opposizione e delle diverse forze sociali che esso rappresenta, come sarebbe necessario per chiunque cerchi di porre le basi per lo sviluppo di un movimento indipendente d’opposizione della classe operaia in Siria. Come il Guardian e altri media mainstream, hanno deliberatamente nascosto il carattere borghese, settario sunnita e pro-imperialista dell’attuale leadership del movimento, nascondendo gli intrighi imperialisti delle grandi potenze, il cui risultato finale sarebbe disastroso, come la guerra della NATO contro la Libia.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora