Obama, un vero Nobel per la Pace
di Massimo Fini - 10/12/2012
Nei giorni scorsi Barack Obama ha lanciato un duro monito a Bashar al  Assad rivolgendosi direttamente al rais: “Il mondo vigila. L'uso di  armi chimiche è e sarebbe inaccettabile. Se ne farai uso ci sarebbero  conseguenze e ne sarai responsabile”. Su quali sarebbero queste  conseguenze Obama lo ha detto apertis verbis a fine giugno: un  intervento militare della Nato, con missili, bombardieri e truppe di  terra, soprattutto inglesi e francesi (gli americani non vogliono  perdere uomini).
Obama è stato messo all'erta dall'intelligence che attraverso i  satelliti Usa, che tutto spiano (Stati e uomini) hanno notato movimenti  ‘sospetti’ di truppe siriane intorno ai depositi dove il regime  custodirebbe le cosiddette ‘armi non convenzionali’ (gas nervino,  soprattutto, ma non solo). A me par ovvio che, se Assad possiede davvero  queste armi ’chimiche’, protegga particolarmente i loro depositi ora  che i combattimenti con i ribelli si sono fatti sempre più ravvicinati,  perché se le ‘brigate rivoluzionarie’ se ne impadroniscono per lui è la  fine. Ma sarebbero cazzi acidissimi per tutti.
La Siria, fino a prova contraria, è uno Stato membro dell'Onu e un  minimo di senso di responsabilità lo deve pur conservare, nelle ‘brigate  rivoluzionarie’ ci sono consistenti gruppi jihadisti i quali non si  farebbero alcuno scrupolo a usarle contro i Paesi occidentali. I moniti,  gli avvertimenti, le minacce a Bashar al Assad sono il preludio a un  attacco militare della Siria da parte della Nato, sulla scia di quanto è  avvenuto in Libia. Ma non è ciò di cui voglio parlare qui. Mi commuove  fino alle lacrime l'umana sensibilità degli americani, il loro sincero  orrore per l'uso di ‘armi non convenzionali’ giudicato “moralmente  ripugnante e inaccettabile”.
Peccato che gli americani siano stati gli unici a utilizzare la più micidiale. Atomica su Hiroshima e Nagasaki (agosto 1945). Col dettaglio, sempre  pudicamente sottaciuto, che Nagasaki fu colpita tre giorni dopo  Hiroshima quando già si conoscevano i terrificanti effetti della Bomba.  Fornitura, a metà degli anni ‘80, delle famose ‘armi di distruzione di  massa’ (gas nervino) a Saddam Hussein perché le usasse contro i soldati  iraniani e i ribelli curdi, compito diligentemente eseguito  dall'impresario del crimine come lo chiamava Khomeini (5000 curdi  iracheni gasati in un sol giorno nel villaggio di Halabya). Uso di bombe  all'uranio impoverito in
Serbia e Kosovo nel 1999. Più di 50 militari italiani presenti nella  regione, che pur erano avvertiti del pericolo e usavano le precauzioni  del caso, si sono ammalati di cancro. Sugli ammalati serbi, soprattutto  bambini, che come tutti i bambini nei dopoguerra sono attratti dai  proiettili rimasti sul terreno, li toccano, li maneggiano, si è  preferito non fare calcoli.
Le montagne dell'Afghanistan spianate nel 2001-2002 con bombe  all'uranio impoverito mentre con l'uso di quegli stessi gas che oggi si  rimprovera ad Assad di poter ipoteticamente usare, si cercava di stanare  Bin Laden, o il suo fantasma, dalle caverne in cui si sarebbe  rifugiato. Uso a tappeto in tutte le guerre recenti delle cluster, bombe  che esplodono a mezzo metro dal suolo, proibite dalle convenzioni  internazionali.
Il Mullah Omar aveva proibito l'uso delle mine anti-uomo (quasi tutte  di fabbricazione italiana, Oto Melara che, per carità, dà da vivere a  tanti lavoratori) perché non sono un'arma di guerra colpendo quasi  esclusivamente passanti ignari. Ma il Mullah, si sa, è un ‘criminale di  guerra’, Barack Obama un Premio Nobel per la Pace.


 
 			