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Cristina snobba il Fmi e va avanti per la sua strada

di Alessia Lai - 06/02/2013


Nei giorni dello scontro con il Fmi, Cristina Kirchner va avanti per la strada della sovranità. Tra ieri e oggi, la presidenta ha annunciato la statalizzazione di fatto dei trasporti cargo su rotaia e la volontà di stilare una nuova legge per la tutela dei consumatori di fronte agli abusi del mercato libero. Il Fondo monetario attacca, idrofobo, il Paese che gli ha sbattuto la porta in faccia dopo anni di sudditanza che portarono al default del 2001. L’applicazione pedissequa, ai tempi di Menem, dei dettami liberisti imposti dal Fmi distrussero l’economia e il tessuto sociale dell’Argentina. Dopo il crollo, l’avvento nel 2003 di Nestor Kirchner. Da allora Buenos Aires ha pagato tutti i suoi debiti al Fondo monetario, ha ristrutturato due volte, nel 2005 e nel 2010, il suo debito con il 93% di accordi con i suoi creditori senza chiedere più prestiti a strozzo al mercato finanziario internazionale. In 10 anni, e senza finanziamenti Fmi, il Pil è cresciuto del 90%e oggi il Paese ha il 6,9% di disoccupati in una nazione che fa dell’inclusione sociale uno dei capisaldi della politica economica. Niente più debito, niente più cappio. È questo a far schiumare di rabbia il Fmi, che nei giorni scorsi ha attaccato l’Argentina accusandola di truccare i conti. “Il Fondo ha rilasciato una Dichiarazione di Censura nei confronti dell’Argentina per aver violato gli obblighi nei confronti del Fondo” è stato sentenziato. “Vi siete arricchiti rovinando il mondo”, ha risposto senza mezzi termini Cristina sul suo profilo Twitter. A ottobre ci saranno le nuove elezioni politiche e la finanza mondiale punta a indebolire lo schieramento della presidenta creando paura nella popolazione. Ma intanto il governo annuncia che allo scopo di combattere la crescente inflazione verranno tenuti temporaneamente bloccati, sino al primo di aprile, i prezzi di tutti gli alimenti venduti nelle principali catene di supermercati. La difesa degli argentini prima di tutto. Come il duro attacco rivolto da Cristina a un accordo stipulato tra un’associazione di tutela dei consumatori e sei istituti finanziari che ha permesso a questi ultimi di non rimborsare ai correntisti milioni di pesos di introiti illegali. L’accordo, firmato tra l’associazione dei consumatori Adecua e le banche Santander Río, Galicia, Privado de Inversiones, la finanziaria GMAC, la CMR de Falabella e la Tarjeta Naranja, stabiliva che gli utenti dovevano fare una procedura speciale, entro un termine che andava dai da 60 a 90 giorni, per essere ottenere il rimborso di riscossioni non dovute. Passata quella data, non avevano più diritto al risarcimento. La notizia della stipula dell’accordo era stata pubblicata in due piccoli avvisi sui giornali La Nacion e Ambito Financiero, praticamente invisibili per la maggior parte degli utenti. In breve, su più di 1,7 milioni di clienti interessati, hanno fatto il procedimento previsto e ottenuto il risarcimento solo in 15.672. “Si sono tenuti 367 milioni di pesos che spettavano ai clienti”, ha dichiarato ieri Cristina Fernandez de Kirchner promettendo che il governo “si occuperà della questione” e annunciando che promuoverà al Congresso la riforma della Legge di difesa dei consumatori. Nello stesso giorno la presidenta ha inoltre annunciato che lo Stato si farà carico di Belgrano Cargas, la società che si occupa principalmente del trasporto su rotaia della produzione agricola. Dopo aver rilevato irregolarità nel servizio fornito dalla compagnia a partecipazione privata e sindacale che gestiva il trasporto, il governo ha deciso di creare una nuova società statale che sarà responsabile della strategica ed estesa rete ferroviaria cargo. Nel 1999 lo Stato aveva dato la concessione di Belgrano Cargas al sindacato Unión Ferroviaria di José Pedraza. Il contratto prevedeva un contributo di Stato per investimenti in infrastrutture pari a 250 milioni di dollari. Investimenti mai fatti. Così, dopo un tentativo di rinnovare la società fallito nel 2004, nel 2006 il prestatore di servizio aveva dichiarato lo stato di emergenza e per garantire comunque il già scarso funzionamento venne creata la Sociedad Operadora de Emergencia (SOE). Una società partecipata a maggioranza dal settore privato e in quote minori dalle organizzazioni sindacali.. Nel 2008, in linea con la Legge sulla riorganizzazione ferroviaria, era stato deciso che le due imprese di Stato ADIF e Sofse si facessero carico della ferrovia in attesa dello scioglimento della Sociedad Operadora de Emergencia, posticipato fino a ieri. Lo scorso ottobre erano state avviate delle audizioni per indagare sugli abusi rilevati nella conduzione dell’azienda da parte di SOA, abusi conosciuti da tutti i soci dell’azienda. Le audizioni degli amministratori hanno rilevato che, tra gli altri abusi, le società di gestione fissavano prezzi bassi per i loro carichi e tariffe molto più alte per gli altri clienti. Il Dipartimento dei Trasporti stabilirà “il danno” causato dalla mala gestione, mentre i ministri di Interno e Trasporti stanno già rinegoziando con le autorità cinesi il Plan Integral de Renovación del Belgrano Cargas, un accordo del valore di 2,5 miliardi di dollari stipulato due anni fa con il governo di Pechino per il rimodernamento del servizio. “L’obiettivo è quello di rendere più competitiva l’economia argentina. Se non mettiamo insieme produzione e logistica perdiamo in competitività. Il trasporto su camion, superati i 300 chilometri smette di essere competitivo per i suoi alti costi. Se vogliamo arrivare a produrre 160 milioni di tonnellate di prodotti agroalimentari nel 2020 dovremo spostarli con i treni” ha affermato la presidenta Kirchner durante l’annuncio della statalizzazione. Dell’intervento è stato incaricato Marcelo Bosch, funzionario del ministro dell’Interno Marcio Barbosa Moreira. Nel frattempo sarà compito delle due imprese statali ADIF e Sofse creare la società Ferrocarril de Carga y Logística General Belgrano, una figura societaria consentirà al governo di incorporare, a medio termine, i partner privati. La nuova società dovrà presentare un piano d’azione per i prossimi tre anni. “La riabilitazione della Belgrano Cargas è uno strumento centrale, che oltre ad aumentare la capacità totale del trasporto merci nazionale, consente il collegamento tra i centri di produzione regionali, i porti e i centri di stoccaggio e consumo, un fattore chiave per crescita delle economie regionali”, si afferma nella dichiarazione ufficiale che pone fine alla gestione privata, pubblicata oggi sulla Gazzetta Ufficiale.