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Progressisti in divisa: quanti troll!

di Patrick Boylan - 27/08/2013


Riprendiamo la pubblicazione a puntate di "Progressisti in divisa: la Sinistra pacifista viene arruolata", un libro di Patrick Boylan* che uscira poi tutto insieme in forma di e-book. Sono messi a nudo i difetti dei pacifistiitaliani e occidentali, che condividono i difetti della sinistra, nel frattempo auto-eliminatasi e cooptata nel campo di chi fa le guerre.
Nella precedenti puntate abbiamo iniziato a vedere sette dei dieci tasselli da inserire nel vasto mosaico dell'espropriazione e contaminazione del pacifismo di sinistra da parte dei poteri forti.
Abbiamo visto per primo il piano internazionale, ossia il 1° tassello: Amnesty (USA); il 2° tassello: l'ong francese FIDH. Poi abbiamo visto il piano nazionale, ossia il 3° tassello: Tavola della Pace; il 4° tassello: RaiNews24. Poi siamo passati al piano individuale (5° tassello: Padre Dall'Oglio, 6° tassello: Giulio Marcon). Per una curiosa coincidenza, poche ore dopo la pubblicazione, Padre Dall'Oglio è stato coinvolto in uno stranissimo "rapimento-negoziato" dai contorni torbidi, a conferma della deriva della sua azione. E' seguita la puntata dedicata al caso Avaaz (7° tassello). Oggi vedremo il caso delle discussioni impossibili sul web (8° tassello), nel fantastico mondo dei troll.
Nelle prossime puntate vedremo i tasselli successivi.
Intanto, nei giorni in cui la grande macchina della guerra accende tutti i motori della propaganda per "vendere" all'Occidente l'ennesima guerra umanitaria, quella da condurre in Siria, possiamo approfondire i meccanismi dall'interno assieme a Patrick Boylan.
Questa è la sesta puntata.
Buona lettura
(la Redazione)



Ottavo Tassello - I forum dei pacifisti in Internet e le liste email

Sempre sul piano virtuale, cioè l'interazione in Internet, esistono leliste email e i forum dei pacifisti che vengono a volte espropriati da Progressisti in Divisa allo scopo di far proselitismo a favore degli "interventi militari umanitari" nel mondo o, alternativamente, per rovinare liste o forum anti-interventisti che cominciano a riscuotere successo.
L'espropriazione o il sabotaggio avvengono da parte di utenti che sembrano agire intenzionalmente - non si sa se per convinzioni personali o perché arruolati - per mettere i pacifisti veri nell'angolo o, se non ci riescono, per mettere gli uni contro gli altri, provocando la fuga di utenti dal forum e quindi la sua chiusura.
Difendono a spada tratta, e sempre per motivi "progressisti", la Narrativa Dominante dei poteri forti - per esempio, come abbiamo visto nel caso della Libia, della Cosa d'Avorio e della Siria, "bisogna intervenire con ogni mezzo per impedire che un regime autoritario massacri il suo popolo".

Naturalmente, chiunque può sostenere la Narrativa Dominante ritenendo che rispecchi i "fatti accertati".
La ragione, come il torto, non sta mai interamente da una sola parte. Ma se un determinato utente, trasformandosi in Grande Inquisitore, censura ogni singolo commento nel forum che intacchi quella Narrativa, oppure se un determinato utente usa le tecniche dei "sabotatori di sindacato" (union busters) per rovinare un forum che non riesce a controllare, allora è lecito chiedersi se queste persone non siano state reclutate all'uopo (o indotte a comportarsi così) e se non rappresentino dunque altri "tasselli".

Per avere un'idea di come l'ultra-conservatore Tea Party statunitense sprona spudoratamente i suoi volontari a fare i sabotatori (nel gergo, "troll") nei forum progressisti oltre Atlantico e a far vincere le idee di destra nei sondaggi in Internet, basta vedere il breve brano "Internet guerriglia" (realizzato con videocamere nascoste) tratto dal documentario "AstroTurf Wars": bit.ly/link-64  ☼   ► (breve attesa per scaricare la copia archiviata).

Invece il Presidente della Russia, Vladimir Putin, disdegna l'uso di volontari, preferendo assoldare gruppi di troll per razziare i forum che lo criticano e per controbattere le critiche con commenti positivi sul suo operato - vedi:bit.ly/link-65  ► .
Sembrano manipolati da troll assoldati anche i forum di prodotti commerciali eccessivamente stroncati (o elogiati); infatti, il fenomeno non è soltanto politico - vedi: bit.ly/link-66  ► , bit.ly/link-66a  ☼   ► .

Invece di reclutare degli esseri umani per fare i troll, il Pentagono sta sviluppando un software che farà da solo il loro lavoro.
Il programma controllerà non solo i forum ma anche gli scambi Facebook e Twitter in cui gli utenti parlano contro la presenza militare statunitense nel loro paese (esistono 761 basi USA dislocate in 156 paesi del mondo, tra cui molte in Italia); identificherà chi critica la presenza americana e ribatterà le critiche con messaggi preconfezionati nella lingua locale (vedi:bit.ly/link-67  ☼   ► ). Attualmente è possibile che il Pentagono lo stia già facendo pagando troll umani in ogni paese.
È noto, del resto, che Facebook ingaggia giovani disoccupati del terzo mondo, pagati da uno a tre euro l'ora [sic], per censurare i commenti affissi sulle sue pagine se contengono allusioni o immagini giudicate "inappropriate" secondo il suo codice di valori morali ma anche politico-sociali - vedi: bit.ly/link-68  ☼   ► .
(Facebook può chiudere d'ufficio l'account di utenti con idee politiche giudicate "inappropriate" - vedi: bit.ly/link-69  ☼   ► .)
In definitiva, quello che vediamo in Facebook (e anche come risultati delle nostre ricerche in Google) è ciò che qualcuno vuole che vediamo.

Sarebbe difficile stabilire se i tentativi di manipolare ideologicamente le chat e i forum siano più frequenti nei paesi post-democratici o nei paesi pre-democratici.
Sembra assodato, comunque, che in paesi come la Russia, l'Iran e la Cina - dove il governo recluta gruppi di "blogger statali" - i tentativi di indirizzare o di rovinare un forum sono generalmente grossolani e quindi facilmente individuabili.
Nei paesi post-democratici come l'Italia o gli Stati Uniti, invece, i tentativi sono spesso più insidiosi e quindi più pericolosi.

Ma non sempre.
Nell'autunno del 2011 alcuni troll italiani - apparentemente per conto del Popolo della Libertà - hanno invaso la pagina Facebook degli "Indignados Italia" per incitare questi contestatori a contestare il vero scandalo avvenuto in Italia (secondo loro), ossia la "destituzione illegale" di Silvio Berlusconi da parte della "banda Napolitano-Monti".
I loro tentativi di manipolazione sono stati talmente rozzi, tuttavia, da essere subito riconosciuti e denunciati - vedi: bit.ly/link-70  ► .

In ogni caso, non bisogna vedere "infiltrati" dappertutto e tanto meno mettere sotto accusa ogni utente che reca disturbo in un forum; il 99.99% sono semplicemente attaccabrighe di carattere. Infatti, chi punta il dito rischia forte di farlo a sproposito e di coprirsi di ridicolo. Niente accuse pubbliche, dunque - anche perché non serve sapere se determinati troll siano spontanei o se sono stati reclutati; tutti vanno eliminati usando la stessa tecnica: etichettare, isolare, ignorare.

Bisogna comunque tener presente che, visti tutti gli sforzi profusi dai poteri forti per vendere le loro "guerre umanitarie" al movimento pacifista - sforzi documentati solo in minima parte nei punti precedenti - è ragionevole supporre che i loro propagandisti e i loro simpatizzanti vedono i forum autenticamente pacifisti, soprattutto se hanno un buon seguito, come fumo negli occhi. Questi forum vanno considerati, dunque, luoghi a rischio di essere "espropriati" o "contaminati" da Progressisti in Divisa reclutati per orientare le discussioni o, più semplicemente, per provocare risse e cancellazioni. Il sito peacelink.it, più volte citato, ne sa qualcosa.

Per saper affrontare i troll e i loro tentativi di espropriazione o di sabotaggio di un forum o di una lista email, vedi: bit.ly/link-71  ► .



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Seguono due schede tratte dal capitolo intitolato "Infiltrazione cognitiva", nel libro di Giulietto Chiesa e Pino Cabras "Barack Obush" (Ponte alle grazie, 2011):

1)
"Secondo quanto riportato da «Haaretz», il Ministero dell'Immigrazione ha provveduto ad arruolare un "esercito di blogger" che possa "rappresentare" Israele sui "blog antisionisti" in lingua inglese, francese, spagnola e tedesca1. Da come funzionano le cose in molti forum sul Web, l'operazione appare estesa anche ad altre lingue.
(Cnaan Liphshiz, "Israel recruits 'army of bloggers' to combat anti-Zionist Web sites", «Haaretz», 19 gennaio 2011.)

Il direttore generale del Ministero, Erez Halfon, ha dichiarato ad «Haaretz» che più di un milione di cittadini bilingue è oggetto di un reclutamento atto a mobilitare volontari contro i siti web considerati "problematici". Colpisce il numero. Più di un milione di potenziali reclute è una riserva che molti eserciti si sognerebbero. Si può supporre che la loro missione consista nel fare i "troll", in supporto alle argomentazioni del governo, nello spazio per i commenti e nei forum. Questa tattica di pubbliche relazioni - un investimento tutto sommato in grado di paralizzare discussioni e flussi informativi altrimenti liberi - è già stata impiegata in precedenza da una multinazionale molto discussa come la Monsanto nonché dalle forze armate americane. In cosa consiste l'azione dei "troll di Stato"? L'incauto utente che si mette a discutere con i troll, dalla sua postazione solitaria crede di poter argomentare da pari a pari con altri utenti come lui, mentre dall'altra parte troverà un'azione coordinata di "riservisti del web" che si sentono chiamati alle armi, che non concederanno un centimetro, che lo travolgranno con un fiume di provocazioni, frasi adatte a incattivire gli animi, ingiurie, squadrismo elettronico, operazioni distruttive ad personam, off topic e nonsense, con l'obiettivo di bloccare i flussi comunicativi."


2)
Quando il profeta della trasparenza Obama deve scegliersi il consigliere giuridico numero uno chi ti sceglie infatti? : Cass Sunstein, un giurista che in un suo recente saggio arriva a teorizzare la necessità di infiltrare i gruppi che contestano le versioni ufficiali degli eventi, al fine di indebolire le loro tesi dall'interno. Obiettivo: intervenire soprattutto in Rete per screditarli sistematicamente e aggressivamente di fronte al resto dei cittadini, che altrimenti perderebbero fiducia nelle istituzioni. Il professor Sunstein non concepisce proprio che possa avere dignità democratica qualsiasi «tentativo di spiegare qualche evento o pratica mettendoli in relazione a macchinazioni di gente potente, che nel frattempo riesce anche a nascondere il proprio ruolo.» Per lui questo tipo di critiche sono soltanto «teorie della cospirazione» (C. R. Sunstein, Conspiracy Theories, Harvard Law School, 2008). L'antidoto consiste nel creare appositi gruppi per spargere disinformazione, confusione, e calunnie. Sunstein crea una definizione per questo suo manuale anticostituzionale: «infiltrazione cognitiva». Siamo più dalle parti del Dottor Stranamore, che da quelle di Martin Luther King, il che getta una luce strana sul presidente nero. Cosa significa «infiltrazione cognitiva»?
Uno dei modi di infiltrarsi consiste nel prendere di mira «le chat-room, isocial network in rete, o persino gruppi che si muovono nel reale». Per farci cosa?
È facile distruggere i gruppi che hanno una «diversità cognitiva» rispetto al mainstream. Fai sprecare il tempo delle loro riunioni portandole in un vicolo cieco con dibattiti fittizi che scoraggiano molti dal ritornare. Imponi proteste estreme che alienano il 90% dei sostenitori. Insisti a chiedere azioni violente a gruppi pacifisti. Come fai a importi? Dietro di te hai un apparato con enormi risorse, un congegno che non si annoia mai perché agisce con inesauribile routine lavorativa, una macchina della provocazione che mette lacci e lacciuoli