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La frattura nell’opposizione siriana si approfondisce

di Aleksandr Orlov - 08/10/2013


1233580La situazione in Siria, sia per gli Stati Uniti che per l’Arabia Saudita, è sempre più complicata ogni giorno che passa. La Casa Bianca ha iniziato a investire ancora più risorse nell’Esercito siriano libero in opposizione agli islamisti che si radicano nelle regioni della Siria che non sono controllate dalle forze armate regolari. Ma, come dicono fonti confidenziali, questa tattica è già fallita. Il 24 settembre 11 gruppi armati islamisti hanno rigettato l’opposizione laica firmando una lettera collettiva che nega autorità alla coalizione nazionale e considera la sharia l’unica forma possibile di governo in Siria. E poco dopo, il 29 settembre, tutti i gruppi armati ribelli che operano in prossimità di Damasco si sono fusi, formando il Jaish al-Islam (Esercito dell’Islam). Questo passaggio mina l’autorità dell’ELS in questa regione della Siria, dato che è considerato da tempo il gruppo ribelle più potente dei dintorni.
“Il Fronte meridionale della Siria” è sempre stata una grande minaccia “interna” per l’ELS. Per mesi i ribelli hanno lavorato duramente per unire tutti i gruppi intorno a Damasco e nella provincia di Daraa, al fine di coordinare i loro sforzi. Questo lavoro è stato controllato e sponsorizzato dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita, gli “alleati” stranieri che hanno creato campi di addestramento e  centri di comando di quei gruppi per impedire all’estremismo di diffondersi nel territorio siriano. Ma oggi le forze salafite sono diventate la forza dominante nelle zone “liberate” della Siria e sostengono le più radicali idee wahaabite. Così oggi la Bandiera dell’Islam (Liwa al-Islam), gruppo al centro del Jaish al-Islam (Esercito dell’Islam) è il gruppo ribelle più influente in Siria. Gli sforzi militari in Siria sono da tempo organizzati da una commissione militare dei leader ribelli, ma alla luce dei recenti avvenimenti, il gruppo radicale Ahrar al-Sham ha lasciato questo consiglio. Il rappresentate di Ahrar al-Sham dice che non accetta il ruolo dominante di un unico gruppo su tutti gli altri. Ma le novità non si limitano a questo ancora. L’avanzata dei salafiti creerà concorrenza tra gli estremisti radicali come Jabhat al-Nusra e lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante collegati ad “al-Qaida”. Questi due gruppi hanno recentemente iniziato a combattersi nelle regioni del nord della Siria. I ribelli laici siriani vanno a pezzi ed i gruppi islamici estremisti iniziano a combattersi. Tutto ciò è un grande fallimento per l’Arabia Saudita e le sue astuzie. L’Arabia Saudita ha svolto un ruolo importante nel riunire i diversi gruppi ribelli. Ma nonostante il fatto che Riyadh abbia supportato Liwa al-Islam nell’ELS, un rappresentante di questo gruppo ha dichiarato in un’intervista ad al-Arabiya che Bandiera dell’Islam non è più un membro dell’ELS. La maggior parte dei ribelli ha deciso ad un certo punto che la creazione di un Paese governato dalla sharia, sia una strategia migliore che non sostenere l’ELS.
La tensione tra i gruppi ribelli non sempre si trasforma in scontri diretti, dato che hanno la comune missione di far cadere il regime di Assad. E il gran numero di estremisti non è un indicatore degli umori della società siriana. Ad esempio, i militanti di ‘Ahrar al-Sham‘ nelle regioni meridionali della Siria possono differire notevolmente nei loro stati d’animo dalle loro controparti settentrionali, dato che le regioni del nord della Siria sono notoriamente conservatrici. Alcuni gruppi come ‘al-Suqur’ hanno membri secolari a fianco di membri islamici, questi ultimi sono di solito veterani dell’opposizione militare alle forze armate degli Stati Uniti, in Iraq. Quindi, la stragrande maggioranza dei militanti islamici moderati è più interessata a combattere i mercenari stranieri in Siria che le loro controparti estremiste. Uno degli ufficiali dell’ELS ha detto in un’intervista: “Non siamo particolarmente preoccupati dai membri di Jabhat al-Nusra, una volta che la guerra sarà finita si uniranno a noi. Li conosciamo, sono nostri fratelli, nostri vicini, figli delle nostre tribù. Chi ci accingiamo a combattere è lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante e il leader di Jabhat al-Nusra“. Ma tutto questo indebolisce i ribelli e la loro capacità di combattere il regime di Assad, dato che le ideologie contrastanti non sono condivise dallo Stato legittimo e costituzionale e dalle forze armate siriane per cui combattono.

Aleksandr Orlov è un analista politico e un orientalista. In esclusiva per New Oriental Outlook.