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| Kissinger & Napolitano | 
Ecco la mia  risposta ufficiale ai criminali di STATO che in maniera anonima tentano di  intimidirmi al fine di azzerare la mia libertà di espressione! Si può eliminare  una persona, ma è impossibile uccidere le sue  idee.
 di  Gianni Lannes
 La  guerra non coincide con la sicurezza del Belpaese: un pretesto dietro cui  nascondere l’assenza totale di sovranità. L’articolo 11 della Costituzione  repubblicana è carta straccia per il capo abusivo del quirinale e per  l’inquilino su conto terzi di palazzo chigi. Il Presidente pro tempore della  Repubblica, in un messaggio alla Marina militare del 10 giugno 2013, ha  dichiarato che «nei limiti dell'attuale difficile contingenza economica che  impone un sostanziale ridimensionamento della spesa pubblica, la Marina ha  intrapreso, in sinergia con Esercito, Aeronautica e Arma dei Carabinieri, un  fondamentale processo di riforma volto alla razionalizzazione delle strutture in  senso interforze e alla loro progressiva integrazione in ambito europeo, secondo  i lineamenti definiti dalla legge delega».
 Risulta  difficile se non proprio impossibile individuare quale sia la reale  razionalizzazione: la legge cosiddetta di  stabilità, taglia quattro miliardi di euro a sanità, scuola e sicurezza. Come si  giustificano, allora,  alcune ingenti spese militari quali l'acquisto di 90 cacciabombardieri nucleari  F-35 della Lockheed (considerati dagli stessi tecnici governativi USA degli  autentici bidoni volanti), attualmente al prezzo di 140 milioni di euro cadauno,  salvo lievitazioni in corso d’opera?
 L’unica  reale necessità e la imminente guerra atomica imposta e pianificata da  Washington. Infatti, proprio alcuni giorni fa si è conclusa un’esercitazione  nucleare nei cieli d’Italia, mandata in onda dalla NATO.  Per la cronaca documentata: in Italia è presente un  arsenale atomico di proprietà degli Stati Uniti d'America, in violazione del  Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), pronto all'uso. Alla voce bombe  atomiche tattiche, modello B 61: potenza variabile da 0.3 a 170 chilotoni (la  bomba sganciata su Hiroshima nel 1945 aveva una potenza di appena 13 chilotoni).  I piloti dell'aeronautica militare italiana, in particolare del sesto stormo di  stanza a Ghedi, da anni si addestrano a bordo dei tornado, all'uso dei predetti  ordigni nucleari (custoditi in condizioni di insicurezza per la popolazione  civile).
 
 
 
 Il 17 giugno 2013 è stato pubblicato il bilancio triennale della Difesa, dal quale si evince un aumento della spesa di 145.000.000 euro rispetto al bilancio approvato dal Parlamento per il 2011: stanziamento complessivo di 20.702.000.000 euro (con un aumento pari allo 0,7 per cento). Anche negli anni 2014 e 2015 sono previste spese per oltre 14 miliardi all'anno, per cui non si intravede il caldeggiato contenimento delle spese.
Non  è tutto. Il programma di cooperazione internazionale italo-francese Fremm  prevede, per l'Italia, l'acquisizione di 10 fregate multi-missione (6 di tipo  "General Purpose", caratterizzate da elevata flessibilità di impiego operativo,  e 4 di tipo antisommergibile, caratterizzate da maggiori capacità in tale  particolare forma di impiego operativo); sulla base dell'accordo raggiunto fra  nazioni ed industria, è stato firmato il 16 novembre 2005 il contratto relativo  alla fase di sviluppo, costruzione ed accettazione in servizio delle unità per  le quali è altresì prevista la fornitura di supporto logistico  iniziale.
 Il  9 maggio 2006 è stato siglato il primo atto aggiuntivo al contratto relativo  alle fasi di sviluppo, progettazione di dettaglio e costruzione delle prime due  unità nazionali. L'ordine di consegna delle navi prevedeva la produzione della  prima da consegnarsi nel 2012, seguita da 4 navi antisommergibile e le restanti  5 "General Purpose" ad un ritmo medio di un'unità navale l'anno fino al 2021; 6  navi risultano già finanziate, ultima tranche con la legge di bilancio 2013; la  prima fregata è stata consegnata all'Italia; nell'ambito di tale programma la  Francia ha ordinato 17 fregate Fremm, poi ridotte ad 11 (più una per l'Armata  reale marocchina); come risulta dalla scheda tecnica delle navi, la vita minima  attesa da tali fregate è di 30 anni; in un’ intervista alla stampa (anno 2013),  l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi ha dichiarato un ulteriore piano di acquisto per  12 fregate di dimensioni più ridotte (6 da consegnarsi subito, 6  successivamente) dal costo unitario di circa 250.000.000 euro ognuna, per un  totale di 1.500.000.000 euro.
 Le  fregate attualmente operative per la Marina militare italiana sono 8, classe  "Maestrale": "Aliseo", in servizio dal 1983, "Espero" (1985), "Euro" (1984),  "Grecale" (1981), "Libeccio" (1981), "Maestrale" (1982), "Scirocco" (1983),  "Zeffiro" (1985); dato che la vita minima di tali navi è di 30 anni, come si  evince dalla loro scheda tecnica, si può constatare come 5 fregate l'abbiano a  mala pena raggiunta, 3 invece siano addirittura sotto tale soglia minima;  l'acquisto di 10 nuove fregate comporterebbe, sempre che parallelamente vengano  dismesse quelle attualmente operative, una sostituzione pressoché integrale  della flotta entro il 2025 stando alle linee programmatiche della Marina  militare presentate a Roma il 19 giugno 2013; l'acquisto di ulteriori 12 piccole  fregate comporterebbe un rinnovo al 40 per cento del parco navi di quella  portata; l'acquisto delle 10 fregate Fremm comporta per l'Italia una spesa di  circa 6.000.000.000 euro (a fronte dei 4.500.000.000 euro inizialmente  previsti), senz'altro di grande rilievo sul bilancio dello Stato, specialmente  in un momento di difficoltà nel quale, per reperire somme paragonabili, si  incide sull'aliquota Iva o sull'aumento di altre tasse; l'acquisto di 12  mini-fregate comporterebbe una spesa di ulteriori 3.000.000.000 euro, e al  riguardo si possono riportare le considerazioni appena svolte; secondo fonti  ufficiali francesi ogni vascello Fremm è costato invece alla Francia circa  470.000.000 euro, per un totale di meno di 6 miliardi di euro a fronte  dell'acquisto di 12 navi.
 Torniamo a scrutare il cielo. La partecipazione dell’Italia al programma F-35 viene presentata come un grande affare, ma non si dice che, mentre i miliardi dei contratti per l’F-35 a capacità nucleare entrano nelle casse di aziende private, quelli per l’acquisto dei caccia escono dalle tasche degli ignari contribuenti.
L’ambasciatore  del governo statunitense nella colonia italiana a stelle e strisce, ha  evidenziato, come sia d'importanza strategica per le capacità militari future  degli Stati Uniti e dei Paesi alleati, la realizzazione dei nuovi caccia F-35,  aggiungendo fra l'altro, che da quando l'Italia ha progressivamente diminuito il  piano originale di acquisizione da 131 a 90 aerei, si sono determinati una serie  di effetti negativi in termini economici, a causa delle riduzioni delle  partecipazioni industriali associate con la realizzazione degli F-35, che hanno  provocato una significativa perdita dei posti di lavoro; il segretario aggiunto  della difesa per la sicurezza internazionale americano, ha esortato a tal  proposito l'Italia di riconsiderare il piano di dismissione della riduzione  della realizzazione dei velivoli F-35. L’esponente governativo americano ha  asserito fra l'altro che le relazioni internazionali tra gli Stati Uniti e  l'Italia, non sono mai state così salde e che il personale tra civile e militare  americano composto da più di 30 mila unità, riveste un ruolo essenziale nella  sicurezza collettiva in particolare nell'area strategica del Mediterraneo. E  così mentre in Parlamento viene approvata la mozione presentata da Scanu del Pd  che getta fumo negli occhi dell’opinione pubblica, secondo un comunicato della  Lockheed mai smentito dal governicchio telecomandato di Roma, il governo USA  accende un nuovo contratto di acquisto di altri F 35 per fare a guerra sul   conto dell’Italia.
 Come  mai Matteo Renzi non ha ancora risposto alle seguenti 4 interrogazioni  parlamentari a risposta scritta (4/03398 del 30 gennaio 2014, numero 4/01592 del  30 gennaio 2014, numero 4/01594 del 4 febbraio 2014, numero 4/00663 del 30  maggio 2013), di cui una del senatore Felice Casson, cofirmata da altri 8  senatori del Piddì?
 riferimenti:
 http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=13897&stile=6&highLight=1
http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/29226
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=739179
http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/8799
 http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/29226
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=739179
http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/8799

