
La Francia di Sarkozy e Hollande, ideali prosecutori delle politiche di Chirac e Mitterand, è responsabile di molte porcherie, tra le quali quella di aver armato e addestrato la peggiore feccia nordafricana e mediorientale. Sarkozy se ne servì per aggredire la Libia e Hollande contro la Siria di Bashar al Assad, ovvero un governo che fino a quel momento aveva vissuto in pace con chiunque. E vale ricordare che mai in alcun modo Assad aveva attentato alla sicurezza dell'Europa, degli Stati Uniti o dei paesi del Golfo. Mai.
Ciò premesso, nel 2012 la città di Baba Amr, nel distretto di Homs, venne riconquistata dall'Esercito Siriano dopo circa un anno di assedio e bombardamenti. Baba Amr era una roccaforte degli integralisti.
La sua capitolazione avvenne in poche ore. C'è un fatto che nessuno ha mai potuto raccontare e che oggi, all'indomani dell'attacco terroristico alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi, acquista un nuovo significato, anche alla luce delle dichiarazioni del Presidente Hollande che ha ribadito la sua volontà di combattere il terrorismo "in ogni sua forma" e "dovunque".
Quello che l'Eliseo non può raccontare e che non si deve dire è che all'interno della roccaforte, assieme ai jihadisti, c'erano anche militari francesi, sauditi e qatarioti. Quella notizia è stata tenuta ben nascosta per anni. Una notizia che non doveva essere rivelata all'opinione pubblica per non mettere in imbarazzo il presidente Hollande, responsabile di aver armato in Siria gruppi di veri tagliagole scatenati contro la popolazione civile.
Baba Amr venne consegnata all'Esercito di Damasco in cambio del silenzio. Tutti i militari stranieri, francesi compresi, lasciarono la città e la Siria in dieci bus, nascosti alla vista di tutti grazie ai finestrini oscurati. Per garantire l'anonimato vennero perfino montate delle tende all'interno dei mezzi. Nessuno doveva sapere. Nessuno doveva vedere. Quel convoglio lasciò la Siria attraversando il confine con la Turchia. Poi se ne persero le tracce.
Chi ha ucciso a Parigi, sempre volendo dare per buona la versione ufficiale dei fatti, non può dunque essere considerato un "terrorista" in Europa e un "attivista democratico" in Siria, con una morale dal doppio binario inaccettabile. Laggiù è in corso una sporca guerra, concepita e voluta dall'Occidente e dalle monarchie assolute del Golfo. Una guerra che ha molte mani insanguinate. Per prime quelle dei tagliagole che fanno il lavoro sporco e quelle dei loro mandanti in grisaglia, tra i quali spicca il nome di Hollande. Il peggior presidente della storia della repubblica francese.
Io non sono dunque Charlie Hebdo.
Io sono quei giornalisti che in Siria muoiono per raccontare la verità, nel silenzio assoluto dei media internazionali che solo oggi cadono dal pero e parlano di libertà di stampa e di espressione.
Io sono i soldati dell'Esercito Siriano che si battono come tigri per difendere il loro popolo e quel piccolo ma prezioso brandello di civiltà rimasta nella loro terra, e pagano un conto disumano nel disinteresse generale, e vedono le teste dei loro commilitoni infisse sulle picche della feccia armata dall'Occidente.
Per loro non ci sono marce, nè parole roboanti e nemmeno lacrime di coccodrillo. Per loro mai una copertina e neppure un titolo sul giornale. Io non sono Charlie, dunque, io sono loro.