Le masse popolari iniziano a rigettare l’Europa della finanza
di Luciano Lago - 24/06/2016
Fonte: controinformazione
L’esito del Brexit nel Regno Unito sta inducendo i politologi e giornalisti del Political Correct ad elevare i propri lamenti ed a verificare increduli lo scostamento del “popolo bue” dal “radioso percorso” nell’Unione Europea tracciato appositamente dai tecnocrari di Bruxelles.
Contrariamente alle previsioni degli specialisti in exit polls, smentendo i giornalisti del grande apparato mediatico del Political Correct, il cittadini Britannici hanno manifestato in netta maggioranza la loro volontà di uscire dall’Unione Europea. C’era stato il precedente della Grecia poi tradito dalla “fake” opposition del movimento di Siriza ed altri fermenti si preparano in vari paesi d’Europa, dalla Francia all’Austria all’Olanda. Il precedente britannico non sarà privo di conseguenze sugli altri paesi d’Europa.
Le Borse e la finanza sono crollate bruscamente passando dalla euforia alla depressione, in modo opposto rispetto alle aspirazioni alla libertà dei popoli, tanto che diventa facile rilevare la incompatibilità di fatto tra che il potere dei mercati e la democrazia, così che diventa d’obbligo la scelta fra il grande capitale che privilegia i mercati e l’aspirazione alla libertà dei popoli.
Il voto dei cittadini britannici è una tappa storica e potrebbe essere questo a segnare l’inizio della fine della UE e dell’Euro, del dominio incontrastato della grande finanza, delle banche , delle politiche di austerità imposte per salvaguardare gli interessi del grande capitale. Inizia forse adesso il processo finale di un sistema di potere europeo dove un solo Parlamento è sovrano, quello tedesco, e dove i Parlamenti degli altri paesi devono eseguire le direttive della Troika.
La spocchiosa tracotanza degli oligarchi che proclamavano la “irreversibilità dell’euro” e dell’integrazione europea , potrebbe avere i giorni o i mesi contati. Le Istituzioni europee, contrariamente a quanto affermano i personaggi della opposizione di comodo, non sono riformabili dal loro interno, come dimostrano anche le reazioni isteriche, furiose e inconcludenti dei loro leader.
Appaiono patetiche le asserzioni di chi vuol far credere di essere nella UE per cambiarla, peccato che la UE sia indisponibile a qualsiasi cambiamento vero, la sua architettura è stata studiata apposta per escludere qualsiasi patecipazione popolare, come tutte le tirannie può solo crollare, non cambiare.
Il no alla gabbia dell’Unione Europea è stato netto e deciso decisivo per la popolazione britannica che non ha voluto seguire le indicazioni del loro establishment politico e sindacale, ma ha premiato l’impegno di minoranze coraggiose, come il sindacato dei ferrovieri inglesi che si è fatto conoscere come Eurostop. E’ stata premiata la lotta di alcune minoranze, oscurate dai mass media, ma che sono state determinanti per il successo della Brexit.
Non si tratta più di un problema di destra o si sinistra, di laburisti o di conservatori, la questione di riappropriarsi della libertà e sovranità è sentita come un fatto trasversale che viene avvertito come esigenza da molti cottadini, orgogliosi della proria identità e Nazione, che aborriscono il dover cedere la propria sovranità ad una oligarchia di tecnocrati che nessuno ha eletto e che non rappresentano gli interessi dei popoli.
L’aspetto più interessante è che si tratta di una rivolta di masse popolari contro l’elite, quella dei finanzieri, degli opinionisti, degli intellettuali e dei tecnocrati, tutti schierati a favore del “Remain” anche a costo di diffondere una campagna di terrorismo e di paura sulle conseguenze del Brexit. La gente questa volta non ci ha creduto ed ha scelto liberamente senza farsi condizionare dai media prostituiti agli interessi della grande finanza.
Sembra chiaro che adesso si apre una fase ed un epoca nuove, una epoca del coraggio dove tutto si rimette in moto, quello che appariva scontato non lo sarà più, non sarà un percorso facile ma questo voto dimostra chel’epoca della globalizzazione senza diritti sociali è finita, quando sono gli stessi mercati a crollare sul potere di argilla che hanno costruito. Ritornano i popoli, gli stati, le politiche economiche autonome ad essere protagoniste , insieme a questi si reclamano i diritti sociali e del lavoro, come sta avvenendo anche in Francia.
Le grandi banche come la JP Morgan che dettano le regole, affermando che è venuta l’ora di cambiare le Costituzioni europee, hanno gettato la maschera. Il goveno mondiale della finanza viene contestato e sará dura e ci vorrà del tempo, ma c’è tutta una classe dirigente europea da rottamare. Si può iniziare anche in Italia votando NO al referendum di ottobre e mandando a casa Renzi e la sua controriforma costituzionale, voluta dalla UE e dalle banche.
Si deve chiamare questo come il percorso di liberazione dell’Europa dalla gabbia di Bruxelles e richiede la collaborazione di tutti i popoli e la partecipazione dei cittadini per avere successo. Liberarsi dai mestatori della dittatura europea, come giustamente diceva la compianta Da Magli.