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Ecologia quadrimensionale

di michele vignodelli - 06/11/2005

Fonte: michele vignodelli


Per quanto ci sembri a prima vista sconcertante, viviamo in un mondo in cui
il tempo non è che una delle quattro (o più) dimensioni dello spazio. Ciò
che chiamiamo "tempo", il divenire, lo scorrere degli eventi dal passato al
futuro, non esiste come fenomeno oggettivo: è solo una costruzione della
nostra mente, come i colori (v. J. Barbour, La fine del tempo - Einaudi). Le
conseguenze di questo dato di fatto sono ancora ben lontane dall'essere
esplorate.
La Terra vivente, con al centro il cervello umano, è in effetti un
superorganismo che occupa eternamente una regione dell'universo
quadridimensionale: i suoi eventi storici evolutivi, o degenerativi, non
vanno più visti come congiunture casuali ma come parte integrante di questa
struttura organizzata spazio-temporale a supporto della mente cosciente. Del
resto, le probabilità che il presente si trovi all'interno della nostra
breve vita solo "per caso" sono troppo infime perché ciò sia possibile. La
ragione è che la nostra esistenza in vita trascende il tempo, il presente è
un'illusione costruita dal cervello.
Nemmeno le particolari coordinate spazio-temporali della (nostra) mente sono
casuali: un cervello umano immerso in una sofisticata strumentazione
tecnologica è una circostanza incredibilmente improbabile ed effimera,
esposta com'è agli eventi catastrofici che costellano la storia della Terra
e alla sua stessa instabilità intrinseca. Il fatto che la mente
tecnologicamente attrezzata esista solo da pochi anni è un decisivo indizio
probabilistico che non durerà a lungo. La stridente frizione tra una mente
adattata al mondo paleolitico e l'organizzazione tecnologica che ne ha
espanso il campo percettivo fino ad abbracciare l'intera biosfera e a
riconoscerne l'organizzazione evolutiva, è un altro segnale importante della
grande volatilità di questa singolarissima configurazione, destinata a
frammentarsi rapidamente, anche nella direzione di un ulteriore sviluppo
tecnologico.
Come un potente campo gravitazionale, la mente imprime ordine alla dinamica
evolutiva degli eco-sociosistemi sia dal "passato" al "futuro" che dal
futuro al passato, dato che l'ordine causa-effetto (cioè il divenire) è solo
un artefatto percettivo della mente, come i colori o la prospettiva. Una
catena coerente di eventi generativi potrebbe essere riconosciuta dall'
estremo futuro al presente, così come il contrario. Gli eventi distruttivi
sono quindi generativi se guardati dalla parte opposta.
Preoccupazioni verso il futuro che vadano al di là quelle puramente
esistenziali sono quindi del tutto prive di fondamento: in una visione
sistemica globale il futuro è già scritto, ed è una progressiva rarefazione
della "densità" gravitazionale della bio-tecnosfera speculare alla sua
evoluzione passata. Il futuro non è né vuoto né incognito: è una regione
dello spazio-tempo sempre più lontana dal centro ordinatore del mondo
vivente. Ma non nella dimensione esistenziale, il mondo della nostra vita
concreta fatta di paure, speranze, colori, gioia, dolore, ecc. Qui la
percezione del futuro come incognito serve a sostenere una tensione vitale
da cui dipende l'esistenza stessa del mondo.
Noi siamo la chiave di volta dell'intero edificio, e non sarebbe
molto funzionale poter osservare un arco da lontano mentre si è attivamente
impegnati a sostenerlo.
Estrapolare questo strumentario psicologico essenziale, ma spicciolo, alla
immensa e perfetta organizzazione meta-temporale di Gaia impedisce di
contemplarne l'architettura in tutta la sua bellezza, dove il "caso"
evoluzionistico non ha alcun ruolo, né passato né futuro.
Qualsiasi nostro comportamento distruttivo non può minimamente intaccarla,
come tale, anche se può farci soffrire. La sofferenza implica una reazione
difensiva, che comunque è anch'essa un evento generativo della mente e
quindi dell'intero universo.
Tutto questo dovrebbe piuttosto farci riflettere sull'immenso sforzo di
creare "dal nulla" un futuro perfetto che ancora non esiste. L'ecologia
quadrimensionale ci dice che in questo non abbiamo alcun ruolo da svolgere,
in positivo o in negativo, che vada al di là della pura consapevolezza
contemplativa del presente, lo scopo ultimo dell'intero edificio. Da adesso
in poi, una volta divenuti coscienti dell'armonia eterna di Gaia, la nostra
frenesia costruttiva è priva di senso. La mente illuminata ha un futuro
brevissimo quanto il suo passato, ed è logico che sia così, essendo l'eterno
"cardine" del mondo.

Se sono riuscito a farvi percepire questa verità mistica, ma anche
rigorosamente razionale, smetterete subito di correre. Anzi, lo avete già
fatto, da sempre.

" Dimentichiamo il trascorrere del tempo, dimentichiamo i contrasti di
opinioni. Facciamoci assorbire dall'infinito e occupiamo in esso il nostro
posto." (Chuang Tzu, saggio taoista) .
" L'assoluta tranquillità è il momento presente, Sebbene sia in questo
momento, questo momento non ha limiti, e qui vi è eterno diletto." (sesto
patriarca Zen Hui-Neng)
" In questo mondo spirituale non ci sono suddivisioni di tempo come passato,
presente e futuro; esse si sono contratte in un singolo istante del
presente, nel quale la vita freme nel suo vero senso...Il passato e il
futuro sono entrambi racchiusi in questo momento presente di illuminazione e
questo momento presente non è qualcosa che sta in quiete con tutto ciò che
contiene, ma si muove incessantemente."  (studioso contemporaneo del
buddismo D.T. Suzuki).